Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (16/05/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (16/05/24)

16 Maggio 2024 15:38

In un ambiente di mercato in continua evoluzione, in cui non mancano diverse incertezze, gli investitori sono alla ricerca di rendimenti sicuri e stabili e modificano il proprio portafoglio per proteggersi da eventuali scossoni improvvisi. In tale contesto, i titoli con dividendi elevati risultano particolarmente appetibili, poiché in grado di garantire flussi di entrate stabili, anche in fasi caratterizzate da elevata volatilità. Di seguito vengono esaminate le società del Ftse Mib, ossia le più importanti di Piazza Affari, che offrono le opportunità più interessanti in termini di dividend yield.

L’importanza del dividendo nell’attuale contesto macro

Gli ultimi dati sull’inflazione hanno evidenziato un rallentamento, sia nella zona euro sia negli Stati Uniti. Nel Vecchio Continente, finora, la Banca Centrale Europea (Bce) ha mantenuto il tasso di rifinanziamento principale invariato al 4,5%. Tuttavia, i recenti progressi sul fronte dei prezzi e le dichiarazioni dei funzionari lasciano intendere che nella prossima riunione, in programma il 6 giugno, il costo del denaro verrà abbassato di 25 punti base. Oltreoceano, il processo disinflazionistico sta incontrando maggiori ostacoli, ma il rapporto di ieri sui prezzi al consumo ha fornito sollievo, rafforzando la speranza di un taglio dei Fed Funds a giugno dall’attuale range 5,25%-5,50%.

La prospettiva di un allentamento della politica monetaria, unita alla crescente pressione sui mercati globali, accresce l’attenzione per il mercato azionario e l’importanza dei dividendi, anche come strumento di mitigazione del rischio. La volatilità continua dei mercati, amplificata da tensioni geopolitiche e incertezze economiche, spinge gli investitori a prediligere azioni che pagano corposi dividendi, aumentando il ritorno complessivo dell’investimento. Inoltre, i dividendi si confermano essenziali per chi cerca rendimenti stabili, offrendo una fonte di reddito diretta e affidabile, in vista di una normalizzazione delle cedole obbligazionarie.

Cos’è il dividend yield

Per valutare la bontà dei dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare solo all’ammontare della cedola, ma anche e soprattutto al suo rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale determinato attraverso il rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è dunque: (Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparativa con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito. Tuttavia, è bene tenere presente che esso rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield rimane un indicatore fondamentale per gli investitori, essendo un segnale diretto della capacità di un’azienda di generare un ritorno costante agli azionisti rispetto al prezzo corrente delle sue azioni. Nel contesto attuale di Piazza Affari, diverse aziende si distinguono per i loro rendimenti elevati. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in base al Dividend yield decrescente, quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.

Al vertice della classifica troviamo Banco BPM, con un dividend yield dell’8,5%, grazie a un dividendo per azione complessivo di 0,560 euro. Intesa Sanpaolo segue con un rendimento dell’8,0% e un dividendo per azione di 0,296 euro. Lunedì 20 maggio la banca pagherà il saldo di 0,152 euro, dopo l’acconto di 0,144 euro corrisposto a novembre. Stellantis si posiziona al terzo posto con un dividend yield del 7,3%.

In coda alla classifica troviamo aziende come Ferrari e STMicroelectronics (con rendimenti dello 0,6%), che mostrano una diversa strategia di remunerazione agli azionisti rispetto al settore bancario, predominante nelle posizioni alte della classifica.

Ricordiamo che lunedì, 20 maggio, sarà una giornata cruciale per i dividendi di Piazza Affari. Saranno ben 21 le società del Ftse Mib a staccare la cedola, tra acconti, saldi, tranche e dividendi interi.

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a
Banco BPM 6,55 0,5600 8,5% 0,5940 6,1%
Intesa Sanpaolo 3,72 0,2960 8,0% 0,3440 16,2%
Stellantis 21,11 1,5500 7,3% 1,5920 2,7%
Bca Pop Sondrio 8,25 0,5600 6,8% 0,4650 -17,0%
Italgas 5,40 0,3520 6,5% 0,3860 9,7%
Banca Mediolanum 10,80 0,7000 6,5% 0,7780 11,1%
Poste italiane 12,45 0,8000 6,4% 0,9780 22,3%
Eni 14,81 0,9400 6,3% 1,0270 9,3%
Enel 6,83 0,4300 6,3% 0,4660 8,4%
Snam 4,54 0,2820 6,2% 0,3000 6,4%
BPER Banca 5,16 0,3000 5,8% 0,4290 43,0%
Mediobanca (**) 15,27 0,8500 5,6% 1,1070 30,2%
Azimut 26,41 1,4000 5,3% 1,8090 29,2%
Generali Assicurazioni 24,84 1,2800 5,2% 1,4580 13,9%
UniCredit 36,40 1,7800 4,9% 2,4320 36,6%
Banca MPS 5,20 0,2500 4,8% 0,4760 90,4%
A2A 2,02 0,0958 4,7% 0,1000 4,4%
Inwit 10,33 0,4800 4,6% 0,5490 14,4%
FinecoBank 15,70 0,6900 4,4% 0,7300 5,8%
Terna 7,90 0,3396 4,3% 0,3740 10,1%
Unipol Gruppo 8,98 0,3800 4,2% 0,4400 15,8%
Hera 3,47 0,1400 4,0% 0,1500 7,1%
Tenaris (*) 16,11 0,6000 3,7% 0,7030 17,2%
ERG 27,02 1,0000 3,7% 1,0000 0,0%
Pirelli&C 6,10 0,1980 3,2% 0,2770 39,9%
Recordati 51,20 1,2000 2,3% 1,5040 25,3%
Iveco Group 11,69 0,2200 1,9% 0,4640 110,9%
Moncler 63,90 1,1500 1,8% 1,3420 16,7%
Prysmian 57,10 0,7000 1,2% 0,8450 20,7%
Leonardo 23,07 0,2800 1,2% 0,3040 8,6%
Diasorin 101,85 1,1500 1,1% 0,9950 -13,5%
Brunello Cucinelli 95,35 0,9100 1,0% 1,1470 26,0%
Amplifon 34,63 0,2900 0,8% 0,3870 33,4%
Interpump Group 46,20 0,3200 0,7% 0,3680 15,0%
Campari 10,08 0,0650 0,6% 0,0760 16,9%
Ferrari 388,00 2,4430 0,6% 2,9250 19,7%
STMicroelectronics (*) 39,19 0,2400 0,6% 0,2680 11,7%
Nexi 6,28 0,0180
Saipem 2,19 0,0650
Telecom Italia 0,24 0,0020

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo di 0,85 euro è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2023

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 16 maggio 2024

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ossia un indice calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, il calcolo di questa tipologia di indice non tiene conto dei dividendi, motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain). Esso è infatti definito un indice a “distribuzione“, invece che ad “accumulazione“, la quale caratterista intrinseca di reinvestimento dei dividendi fa si che le quotazioni dirette subiscano un aumento di valore nominale.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.