Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (09/05/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (09/05/24)

9 Maggio 2024 15:56

In un ambiente di mercato in continua evoluzione e in cui non mancano diverse incertezze, gli investitori sono alla ricerca di sicurezza e stabilità, modificando il proprio portafoglio di investimento per proteggersi da eventuali scossoni improvvisi.

In tale contesto, i titoli che offrono un alto livello di dividendo risultano particolarmente appetibili, poiché in grado di fornire agli investitori un flusso di entrate stabile, anche in fasi di mercato caratterizzate da elevata volatilità. Di seguito vengono esaminate le società del Ftse Mib, ossia le più importanti di Piazza Affari, che offrono le opportunità più interessanti in termini di dividend yield.

L’importanza del dividendo nell’attuale contesto macro

Finora la Banca Centrale Europea (BCE) ha mantenuto il costo del denaro inalterato al 4,5% (tasso di rifinanziamento principale), nonostante i progressi sul fronte dell’inflazione. Gli ultimi dati sui prezzi al consumo hanno evidenziato ad aprile una stabilizzazione al 2,4% e un’ulteriore moderazione dell’indice core al 2,7%, rafforzando la possibilità di una prossima riduzione dei tassi di interesse a giugno.

Questa dinamica, unita alla crescente pressione sui mercati globali, accresce l’importanza dei dividendi come strumento di mitigazione del rischio. La volatilità continua dei mercati, amplificata da tensioni geopolitiche e incertezze economiche, spinge gli investitori a prediligere azioni che pagano corposi dividendi, aumentando il ritorno complessivo dell’investimento. Inoltre, i dividendi si confermano essenziali per chi cerca rendimenti stabili, offrendo una fonte di reddito diretta e affidabile, in vista anche di una normalizzazione delle cedole obbligazionarie.

Cos’è il dividend yield

Per valutare la bontà dei dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare solo all’ammontare della cedola, ma anche e soprattutto al suo rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale determinato attraverso il rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è dunque: (Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparativa con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito. Tuttavia, è bene tenere presente che esso rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield rimane un indicatore fondamentale per gli investitori, essendo un segnale diretto della capacità di un’azienda di generare un ritorno costante agli azionisti rispetto al prezzo corrente delle sue azioni. Nel contesto attuale di Piazza Affari, diverse aziende si distinguono per i loro rendimenti elevati. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in base al Dividend yield decrescente, quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.

Al vertice della classifica troviamo Banco BPM, con un dividend yield del 9,1%, grazie a un dividendo per azione di 0,560 euro, mentre la prossima cedola stimata è pari a 0,586 euro, con un incremento previsto del 4,6% su base annua. Intesa Sanpaolo segue con un dividend yield dell’8,3% e un dividendo per azione di 0,296 euro, atteso in crescita del 15,5% a 0,342 euro.

Stellantis si posiziona al terzo posto con un rendimento del 7,8%, seguito da alte istituzioni finanziarie come Banca Popolare di Sondrio e Italgas, che a loro volta mostrano solidi ritorni, rispettivamente del 7,1% e 6,7% (nonostante una previsione di diminuzione della cedola pari al 17,0% per Bca Pop Sondrio).

Enel e Banca Mediolanum offrono rendimenti comparabili del 6,7% e 6,6% con proiezioni positive per il prossimo anno, mentre aziende come Poste Italiane e Snam si attestano poco sotto con rendimenti intorno al 6,5%.

In coda alla classifica troviamo aziende come Ferrari e STMicroelectronics (con rendimenti dello 0,7% e 0,6% rispettivamente), che mostrano una diversa strategia di remunerazione agli azionisti rispetto al settore bancario, predominante nelle posizioni alte della classifica.

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a
Banco BPM 6,14 0,5600 9,1% 0,5860 4,6%
Intesa Sanpaolo 3,59 0,2960 8,3% 0,3420 15,5%
Stellantis 19,94 1,5500 7,8% 1,5950 2,9%
Bca Pop Sondrio 7,85 0,5600 7,1% 0,4650 -17,0%
Italgas 5,28 0,3520 6,7% 0,3860 9,7%
Enel 6,46 0,4300 6,7% 0,4630 7,7%
Banca Mediolanum 10,58 0,7000 6,6% 0,7570 8,1%
Poste italiane 12,29 0,8000 6,5% 0,9740 21,8%
Snam 4,39 0,2820 6,4% 0,3000 6,4%
BPER Banca 4,73 0,3000 6,3% 0,4080 36,0%
Eni 14,99 0,9400 6,3% 1,0260 9,1%
Mediobanca 14,04 0,8500 6,1% 1,0940 28,7%
Azimut 25,76 1,4000 5,4% 1,8060 29,0%
Banca MPS 4,65 0,2500 5,4% 0,4680 87,2%
Generali Assicurazioni 23,99 1,2800 5,3% 1,4600 14,1%
A2A 1,91 0,0958 5,0% 0,1000 4,4%
UniCredit 35,90 1,7800 5,0% 2,4100 35,4%
Inwit 10,25 0,4800 4,7% 0,5490 14,4%
FinecoBank 14,77 0,6900 4,7% 0,7270 5,4%
Terna 7,67 0,3396 4,4% 0,3740 10,1%
Unipol Gruppo 8,59 0,3800 4,4% 0,4180 10,0%
Hera 3,48 0,1400 4,0% 0,1500 7,1%
ERG 26,44 1,0000 3,8% 1,0000 0,0%
Tenaris (*) 15,96 0,6000 3,8% 0,7520 25,3%
Pirelli&C 6,03 0,1980 3,3% 0,2760 39,4%
Recordati 50,30 1,2000 2,4% 1,5380 28,2%
Iveco Group 11,62 0,2200 1,9% 0,4150 88,6%
Moncler 63,16 1,1500 1,8% 1,3450 17,0%
Prysmian 54,16 0,7000 1,3% 0,8450 20,7%
Leonardo 21,89 0,2800 1,3% 0,2990 6,8%
Diasorin 92,16 1,1500 1,2% 0,9700 -15,7%
Brunello Cucinelli 95,50 0,9100 1,0% 1,1470 26,0%
Amplifon 33,31 0,2900 0,9% 0,3820 31,7%
Interpump Group 42,30 0,3200 0,8% 0,3660 14,4%
Campari 9,95 0,0650 0,7% 0,0770 18,5%
Ferrari 375,70 2,4430 0,7% 2,9450 20,5%
STMicroelectronics (*) 37,44 0,2400 0,6% 0,2770 15,4%
Nexi 6,06 0,0190
Saipem 2,15 0,0650
Telecom Italia 0,22 0,0020

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 9 Maggio 2024

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ossia un indice calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, il calcolo di questa tipologia di indice non tiene conto dei dividendi, motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain). Esso è infatti definito un indice a “distribuzione“, invece che ad “accumulazione“, la quale caratterista intrinseca di reinvestimento dei dividendi fa si che le quotazioni dirette subiscano un aumento di valore nominale.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.