Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (16/01/25)

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Le società che offrono dividendi elevati sono spesso preferite dagli investitori per una serie di ragioni. I pagamenti periodici delle cedole consentono agli azionisti di generare un flusso di reddito stabile e prevedibile, mitigando l’impatto delle oscillazioni di mercato che possono influire negativamente sul capital gain. Inoltre, la capacità di garantire dividendi regolari è generalmente considerata un indicatore di solidità finanziaria e maturità aziendale. Puntare su aziende che distribuiscono dividendi consistenti permette anche di diversificare il portafoglio, riducendo l’esposizione ai titoli growth e ai settori caratterizzati da maggiore volatilità, come quello tecnologico. Di seguito, un’analisi delle società del Ftse Mib, l’indice di riferimento di Piazza Affari, che presentano i dividend yield più alti.
L’importanza dei dividendi nel quadro macro attuale
Questa prima parte del 2025 presenta uno scenario in cui non è semplice districarsi. Tra gli elementi da valutare ci sono sicuramente le prime mosse da presidente di Donald Trump, che si insedierà la prossima settimana alla Casa Bianca, l’evoluzione del contesto macroeconomico in Europa, negli Usa e in Cina, oltre alle decisioni di politica monetaria.
Per quanto riguarda i tassi, nel Vecchio Continente, la Bce sembra propensa ad abbassare il costo del denaro alla luce dei graduali (seppur incostanti) progressi nell’inflazione e di una crescita economica debole, con la Germania al secondo anno di recessione e in attesa delle elezioni di febbraio. Al momento i mercati prevedono 3-4 tagli quest’anno, ma questa visione necessita di conferme da parte dei dati. La progressiva normalizzazione della politica monetaria dovrebbe agevolare la crescita degli utili e la distribuzione di dividendi, oltre ad aumentare il premio al rischio dell’azionario rispetto ai titoli di Stato.
Negli Usa, il rapporto di ieri sull’inflazione ha restituito un po’ di ottimismo sulla possibilità che la Fed possa abbassare i costi di finanziamento 1-2 volte nel 2025, dopo il job report della scorsa settimana che aveva fatto temere persino per un nuovo rialzo. Con ogni probabilità la banca centrale americana vorrà anche aspettare di valutare le politiche della nuova amministrazione, che potrebbero avere effetti sull’inflazione statunitense e sulla crescita globale. In uno scenario potenzialmente volatile, le azioni con alti dividendi possono fornire un cuscinetto per investitori avversi al rischio e/o in cerca di stabilità.
Pertanto, i titoli con dividendi elevati rappresentano una soluzione adatta ad ogni esigenza, grazie ad una combinazione interessante di redditività e protezione, a patto di selezionare società con flussi di cassa solidi, un payout ratio ragionevole e una comprovata capacità di mantenere cedole sostenibili nel tempo.
Cos’è il dividend yield e come si calcola
Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.
La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:
(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100
Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.
Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield stimati
Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si sono distinte nell’ultimo anno per gli elevati rendimenti da dividendo e le prospettive per il 2025 sono incoraggianti.
Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato e il prezzo corrente, quindi dal titolo che vanta il rendimento atteso più alto a quello più contenuto. Tutti i dati sono estrapolati da Bloomberg.
A dominare la classifica sono le banche: svetta Mps con un dividend yield stimato dell’11,8%, seguita da Bper (9,7%),Banco Bpm (9,6%), Intesa Sanpaolo (8,1%), Banca Popolare di Sondrio (7,9%) e Mediobanca (7,4%). Significativi rendimenti attesi anche per Eni (7,1%), Poste Italiane (7,0%) ed Enel (6,5%). Prevista una forte riduzione della cedola per Stellantis, che secondo gli analisti dovrebbe sostanzialmente dimezzare il dividendo dopo le recenti difficoltà operative e di settore.
In coda alla classifica si confermano Ferrari (0,7%) e Interpump (0,7%). Saipem tornerà quest’anno a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, mentre Telecom Italia e Nexi non distribuiranno cedole (Tim ha rimandato le valutazioni al nuovo piano industriale 2025-27).
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a | Dividend yield stimato |
Banca MPS | 7,13 | 0,2500 | 3,5% | 0,8410 | 236,4% | 11,8% |
BPER Banca | 6,51 | 0,3000 | 4,6% | 0,6290 | 109,7% | 9,7% |
Banco BPM | 8,31 | 0,5600 | 6,7% | 0,7940 | 41,8% | 9,6% |
Intesa Sanpaolo | 4,10 | 0,2960 | 7,2% | 0,3340 | 12,8% | 8,1% |
Bca Pop Sondrio | 8,63 | 0,5600 | 6,5% | 0,6840 | 22,1% | 7,9% |
Mediobanca (**) | 15,15 | 1,0700 | 7,1% | 1,1230 | 5,0% | 7,4% |
Eni | 14,04 | 0,9400 | 6,7% | 0,9980 | 6,2% | 7,1% |
Poste italiane | 14,23 | 0,8000 | 5,6% | 0,9980 | 24,8% | 7,0% |
Italgas | 5,46 | 0,3520 | 6,4% | 0,3820 | 8,5% | 7,0% |
Snam | 4,38 | 0,2820 | 6,4% | 0,2900 | 2,8% | 6,6% |
Enel | 7,06 | 0,4300 | 6,1% | 0,4580 | 6,5% | 6,5% |
Stellantis | 12,44 | 1,5500 | 12,5% | 0,7770 | -49,9% | 6,2% |
Banca Mediolanum | 12,42 | 0,7000 | 5,6% | 0,7650 | 9,3% | 6,2% |
Azimut | 24,75 | 1,3800 | 5,6% | 1,4630 | 6,0% | 5,9% |
Unipol Gruppo | 12,70 | 0,3800 | 3,0% | 0,7400 | 94,7% | 5,8% |
UniCredit | 42,17 | 1,8029 | 4,3% | 2,3760 | 31,8% | 5,6% |
Inwit | 9,91 | 0,4800 | 4,8% | 0,5090 | 6,0% | 5,1% |
Terna | 7,71 | 0,3396 | 4,4% | 0,3800 | 11,9% | 4,9% |
Generali Assicurazioni | 29,08 | 1,2800 | 4,4% | 1,3900 | 8,6% | 4,8% |
A2A | 2,27 | 0,0958 | 4,2% | 0,1000 | 4,4% | 4,4% |
FinecoBank | 17,79 | 0,6900 | 3,9% | 0,7380 | 7,0% | 4,1% |
Hera | 3,47 | 0,1400 | 4,0% | 0,1430 | 2,1% | 4,1% |
Pirelli&C | 5,81 | 0,1980 | 3,4% | 0,2260 | 14,1% | 3,9% |
Iveco Group | 9,93 | 0,2200 | 2,2% | 0,3740 | 70,0% | 3,8% |
Tenaris (*) | 19,16 | 0,6000 | 3,1% | 0,6990 | 16,5% | 3,6% |
Recordati | 54,40 | 1,2000 | 2,2% | 1,3390 | 11,6% | 2,5% |
Saipem | 2,61 | – | – | 0,0540 | – | 2,1% |
Moncler | 57,66 | 1,1500 | 2,0% | 1,1410 | -0,8% | 2,0% |
Buzzi | 36,92 | 0,6000 | 1,6% | 0,7010 | 16,8% | 1,9% |
STMicroelectronics (*) | 24,20 | 0,3600 | 1,5% | 0,3120 | -13,3% | 1,3% |
Prysmian | 67,00 | 0,7000 | 1,0% | 0,8020 | 14,6% | 1,2% |
Campari | 5,53 | 0,0650 | 1,2% | 0,0650 | 0,0% | 1,2% |
Amplifon | 26,54 | 0,2900 | 1,1% | 0,3040 | 4,8% | 1,1% |
Leonardo | 28,25 | 0,2800 | 1,0% | 0,3000 | 7,1% | 1,1% |
Diasorin | 101,95 | 1,1500 | 1,1% | 1,0480 | -8,9% | 1,0% |
Brunello Cucinelli | 113,30 | 0,9100 | 0,8% | 0,9690 | 6,5% | 0,9% |
Interpump Group | 43,34 | 0,3200 | 0,7% | 0,3230 | 0,9% | 0,7% |
Ferrari | 422,90 | 2,4430 | 0,6% | 2,7640 | 13,1% | 0,7% |
Nexi | 4,66 | – | – | – | – | – |
Telecom Italia | 0,26 | – | – | – | – | – |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 16 gennaio 2025
Le prossime cedole a Piazza Affari
Ecco i dividendi sinora confermati per il primo trimestre del 2025. Tra le società del Ftse Mib (in grassetto), per quanto noto ad oggi, Enel e Snam staccheranno l’acconto sul 2025, rispettivamente da 0,215 euro e 0,1162 euro, lunedì prossimo (20 gennaio), mentre Stm pagherà il 26 marzo (stacco il 24) la quarta tranche trimestrale del dividendo complessivo da 0,36 dollari.
Società | Data stacco dividendo | Data pagamento dividendo | Cedola | Note | Dividendo complessivo |
Enel | 20/01/2025 | 22/01/2025 | 0,215 | Acconto 2025 | |
Snam | 20/01/2025 | 22/01/2025 | 0,1162 | Acconto 2025 | |
Italian Wine Brands | 03/02/2025 | 05/02/2025 | 0,5 | Dividendo straordinario | |
Bifire | 10/02/2025 | 12/02/2025 | 0,0285 | 4^ tranche | 0,114 |
Banca Generali | 24/02/2025 | 26/02/2025 | 0,6 | Saldo | 2,15 |
STMicroelectronics (*) | 24/03/2025 | 26/03/2025 | 0,09 | 4^ tranche | 0,36 |
(*) Dividendo in dollari
(**) Acconto di 1,55 euro pagato a maggio
L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.
Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.
Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.