Notizie Dati Macroeconomici Lavoro Usa, Fed verso lungo stop tagli tassi dopo nonfarm payrolls

Lavoro Usa, Fed verso lungo stop tagli tassi dopo nonfarm payrolls

10 Gennaio 2025 15:12

Il rapporto americano di dicembre sul mercato del lavoro ha fornito un quadro solido, con un incremento ben oltre le attese dei nonfarm payrolls (256 mila vs 165 mila previsti) e un tasso di disoccupazione inaspettatamente in discesa al 4,1%. I dati rafforzano la prospettiva di una pausa nei tagli dei tassi da parte della Fed, aspettando i numeri di mercoledì sull’inflazione.

Nonfarm payrolls sopra le attese, disoccupazione in calo

A dicembre l’economia statunitense ha creato 256 mila nuovi impieghi, un numero superiore alle 165 mila nuove buste paga del consensus. La rilevazione di novembre è stata lievemente rivista al ribasso, da 227 a 212 mila unità.

Nel 2024, i nuovi posti di lavoro totali sono stati 2,2 milioni, meno dei 3 milioni del 2023 ma oltre i 2 milioni del 2019.

Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1%, mentre gli analisti si aspettavano un valore stabile al 4,2%. Sul fronte dei salari medi orari, i dati indicano una crescita congiunturale dello 0,3%, in linea con le stime (0,4% il mese precedente) e una variazione del 3,9% su base annua, in discesa rispetto al 4,0% di novembre (stima 4,0%).

Focus si sposta da mercato del lavoro a inflazione

Il numero di nuovi occupati notevolmente superiore alle stime e la discesa del tasso di disoccupazione dipingono un mercato del lavoro più solido del previsto, malgrado i costi di finanziamento elevati, l’inflazione ostinata e l’incertezza legata alle prime mosse di Trump da presidente.

Nel 2024, alcune rilevazioni avevano evidenziato un aumento inatteso del tasso di disoccupazione, sollevando qualche preoccupazione per un deterioramento troppo rapido del mercato del lavoro e contribuendo ai tagli di 100 punti base dei tassi di interesse da parte della Fed. Nell’ultimo appuntamento del 2024 la banca centrale ha abbassato il costo del denaro di 25 bp nel range 4,25-4,5% e il presidente Jerome Powell ha manifestato una certa cautela su ulteriori riduzioni fintantoché il mercato del lavoro rimarrà solido.

Alla luce dei numeri odierni, questi dubbi dovrebbero svanire, permettendo ai funzionari di tornare a concentrarsi prevalentemente sull’inflazione. In tal senso, il prossimo appuntamento chiave saranno i dati in uscita mercoledì prossimo, 15 gennaio, sui prezzi al consumo.

La reazione del mercato e le aspettative sui tagli dei tassi Fed

Dopo i dati sul mercato del lavoro, il rendimento dei Treasury decennali è aumentato fino al 4,78%, sui massimi da novembre 2023. In forte calo gli indici azionari, con perdite oltre l’1% per Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq.

Conseguenze anche sul Forex, con il rafforzamento del biglietto verde: il cambio euro/dollaro è sceso a 1,0256 mentre il dollaro/yen è risalito a 158,6.

Per quanto riguarda le aspettative sulle prossime mosse della banca centrale, non si prevede alcun movimento dei tassi nella riunione del 29 gennaio, ma lo status quo potrebbe essere mantenuto addirittura fino a settembre. Nel complesso, gli operatori stimano mediamente un allentamento di 30 bp nel 2025, in calo rispetto a 42 bp di stamani.

Quindi lo scenario base si è spostato verso una sola riduzione da 25 bp, con un secondo taglio molto meno probabile, a fronte di due riduzioni emerse dal dot plot dei funzionari della banca centrale americana a dicembre.

Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, “la Federal Reserve potrebbe mantenere i tassi di interesse sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo. Al momento riteniamo che lo scenario più probabile sia quello di un unico taglio dei tassi di interesse da parte della Fed nella riunione di giugno o in quella di luglio.”