Notizie Notizie Mondo Allarme Treasury contagia anche azioni, Btp e bitcoin. Previsione choc di Bofa sui tassi Fed

Allarme Treasury contagia anche azioni, Btp e bitcoin. Previsione choc di Bofa sui tassi Fed

13 Gennaio 2025 12:06

Sui mercati riecheggia ancora l’eco del report sul mercato del lavoro Usa: dall’occupazione sono arrivati segnali di forza oltre le più rosee aspettative e questo si traduce in un cambio di paradigma sulle prossime mosse della Fed.

Scatta sell-off su tutto o quasi

La prima reazione dei mercati sono state corpose vendite che hanno colpito sia Treasury che l’azionario. Il rendimento dei Treasury è salito su tutto l’arco della curva: il decennale ha toccato i massimi a oltre un anno sopra il 4,8% e il Treasury trentennale ha sfondato al rialzo il muro del 5%. Corpose vendite anche sui governativi europei. Il Bund decennale stamattina rende oltre il 2,6% (massimi da giugno 2024), i Btp a 10 anni rende invece il 3,83% con spread Italia-Germania in allargamento a 122 pb.

Un caso a parte è la Gran Bretagna. I rendimenti dei Gilt britannici hanno toccato il massimo dal 2008. I rendimenti dei gilt britannici a 30 anni hanno toccato il massimo addirittura dal 1998 a circa il 5,4% causando l’aumento delle preoccupazioni per l’impatto di tali dinamiche sui costi di finanziamento sulle finanze già traballanti del governo britannico.

A Wall Street le vendite sono state generalizzate con oltre -1,5% per Nasdaq e S&P 500. E anche i futures stamattina preannunciano un avvio difficile per Wall street con il settore tecnologico in deciso calo. Tra gli asset rischiosi, l’effetto payrolls ha metto al tappeto anche le criptovalute con il Bitcoin che viaggia sotto i 92mila dollari, sui minimi a circa 8 settimane.

I 256mila nuovi posti di lavoro, oltre a battere di molto le attese rappresentano il miglior mese dal marzo 2023. E il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa dal 4,2 al 4,1%. “Il primo grande dato dell’anno conferma che il mercato del lavoro è ancora forte e l’economia statunitense è solida incoraggiando la narrativa sull’eccezionalismo degli Stati Uniti“, ha commentato Lara Castleton, US head of portfolio construction and strategy di Janus Henderson.

Re dollaro non si ferma, ecco dove può arrivare

Movimenti molto marcati anche quelli del dollaro Usa, balzato stamattina ai massimi di 26 mesi. Oggi Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul biglietto verde, citando una solida economia statunitense e probabili dazi più elevati che potrebbero rallentare l’allentamento monetario. “Prevediamo che il dollaro salirà di circa il 5% sulla realizzazione di nuovi dazi e sulla continua sovraperformance degli Stati Uniti”, taglia corto Goldman che ora vede l’euro-dollaro attestarsi sotto la parità a 0,97 entro sei mesi (oggi viaggia in area 1,02), ossia ai minimi dal 2022, da quando l’invasione russa dell’Ucraina ha innescato una crisi energetica in Europa.

Sulla stessa lunghezza d’onda gli esperti forex di Ing. “La forte pubblicazione di venerdì sui posti di lavoro negli Stati Uniti ha fornito un’altra spinta al rialzo per il dollaro – spiegano da Ing – . È difficile vedere il trend del dollaro cambiare questa settimana data la prospettiva di un altro solido set di dati sull’inflazione negli Stati Uniti, che solleverà sempre più la questione se la Fed debba tagliare i tassi quest’anno”.

Tassi Fed, Bofa adesso non ha dubbi: “ciclo tagli finito”

Proprio questo è il punto. Ulteriori tagli dei tassi risultano sempre meno probabili, considerando anche il ritorno delle pressioni energetiche. Il petrolio è tornato di slancio sopra quota 80 dollari al barile sulla scia dei segnali di calo delle esportazioni russe e dell’inasprimento delle sanzioni contro il Paese da parte di Washington.

Le aspettative di tagli dei tassi della Federal Reserve sono scese a soli 25 punti base da circa 45 punti base prima dei dati sull’occupazione di venerdì.

Aditya Bhave, vice capo economista statunitense di BofA, è ancora più netto: “Dopo un rapporto sull’occupazione molto forte, pensiamo che il ciclo di tagli sia finito”. “L’inflazione è bloccata al di sopra dell’obiettivo, con rischi al rialzo”. Anzi adesso le discussioni potrebbero addirittura spostarsi sui rialzi “che potrebbero essere in gioco se il Pce core su base annua supera il 3% e le aspettative di inflazione si disancorano”, ha aggiunto l’esperto di Bofa.

Mercoledì intanto arriverà il dato sull’inflazione Usa di dicembre.

Ives (Wedbush) risponde alla domanda se i titoli tech possano salire in questo ambiente

Tra i candidati a pagare lo scotto di tassi più alti c’è indubbiamente il settore tecnologico. “Dopo uno storico mercato rialzista di due anni per i titoli tecnologici guidato dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale, stiamo ora entrando in un periodo difficile per il settore tecnologico poiché il mercato obbligazionario e i rendimenti riprendono il sopravvento (per ora) con preoccupazione per le valutazioni tecnologiche che si svolgono in questo contesto instabile della Fed”, ammette Dan Ives di Wedbush che non esita però davanti alla grande domanda che gli investitori si pongono: i titoli tecnologici possono salire in questo ambiente per il 2025? “La risposta è chiara e ferma: SÌ”.