Capitalizzazione Piazza Affari: Intesa e Unicredit prendono il largo su Ferrari

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Il rally delle banche in questa prima parte del 2025 si riflette anche nei dati sulla capitalizzazione delle società quotate a Piazza Affari. Intesa Sanpaolo e Unicredit scavalcano Ferrari, che scivola al terzo posto. Enel e Generali Assicurazioni si confermano rispettivamente quarta e quinta in classifica. Ecco la graduatoria completa delle aziende del Ftse Mib ordinate per market cap e le dinamiche che hanno spinto o frenato i titoli nell’ultimo periodo.
La capitalizzazione di Piazza Affari continua a crescere
Il Ftse Mib è l’indice di riferimento della Borsa Italiana e offre una panoramica dell’andamento delle principali blue chip. Ne fanno parte le 40 società più rilevanti in termini di capitalizzazione e liquidità ed è ponderato in base alla market cap. Le aziende di questo paniere giocano un ruolo chiave nell’economia nazionale e influenzano in maniera significativa gli equilibri di Piazza Affari.
Per capire l’importanza del Ftse Mib, basti pensare che la sua capitalizzazione totale è pari a 771 miliardi di euro, rispetto a 884 miliardi dell’indice Ftse Italia All Share, che traccia l’andamento complessivo della Borsa di Milano. Il Ftse Mib copre quindi l’87% della market cap del mercato italiano e le prime tre società (Intesa, Unicredit e Ferrari) raggiungono da sole una dimensione di 236 miliardi di euro.
Vediamo quali sono attualmente i titoli che compongono il Ftse Mib e quali vantano la maggiore capitalizzazione di mercato.
Titoli del Ftse Mib ordinati in base alla capitalizzazione
Nella tabella sottostante i titoli appartenenti al Ftse Mib vengono ordinati per capitalizzazione (ottenuta dalla moltiplicazione tra prezzo e numero di azioni in circolazione) di mercato decrescente.
Titolo | Settore | Ultimo prezzo (€) | Variazione 1 anno | Market Cap (mld €) | Peso % sul Ftse Mib |
Intesa Sanpaolo | Banche | 4,73 | 49,3% | 84,3 | 10,9% |
UniCredit | Banche | 51,05 | 58,5% | 79,5 | 10,3% |
Ferrari | Automotive | 413,50 | 7,0% | 72,7 | 9,4% |
Enel | Utility | 6,96 | 13,5% | 70,7 | 9,2% |
Generali | Assicurazioni | 31,70 | 39,9% | 49,8 | 6,5% |
Eni | Oil&Gas | 13,63 | -6,1% | 44,8 | 5,8% |
Stellantis | Automotive | 10,99 | -56,7% | 31,4 | 4,1% |
Leonardo | Industriali | 45,62 | 113,7% | 26,4 | 3,4% |
Poste italiane | Assicurazioni | 16,33 | 39,4% | 21,3 | 2,8% |
Tenaris | Oil&Gas | 17,35 | -2,9% | 20,2 | 2,6% |
STMicroelectronics | Tecnologia | 22,18 | -48,2% | 20,0 | 2,6% |
Moncler | Moda e Lusso | 62,20 | -11,6% | 17,1 | 2,2% |
Prysmian | Industriali | 56,16 | 16,8% | 16,6 | 2,2% |
Terna | Utility | 7,88 | 4,8% | 15,8 | 2,1% |
Snam | Utility | 4,57 | 1,9% | 15,4 | 2,0% |
Banco BPM | Banche | 9,73 | 73,4% | 14,7 | 1,9% |
Mediobanca | Banche | 16,92 | 31,0% | 14,1 | 1,8% |
FinecoBank | Banche | 18,33 | 38,6% | 11,2 | 1,5% |
Recordati | Health Care | 52,75 | -0,1% | 11,0 | 1,4% |
Unipol Gruppo | Assicurazioni | 14,66 | 93,0% | 10,5 | 1,4% |
BPER Banca | Banche | 7,28 | 83,7% | 10,4 | 1,3% |
Banca Mediolanum | Servizi Finanziari | 13,79 | 38,6% | 10,3 | 1,3% |
Inwit | Tlc e Media | 9,51 | -7,1% | 9,1 | 1,2% |
Banca MPS | Banche | 7,10 | 77,3% | 9,0 | 1,2% |
Brunello Cucinelli | Moda e Lusso | 112,90 | -3,4% | 7,7 | 1,0% |
Campari | Food&Beverage | 5,80 | -39,9% | 7,1 | 0,9% |
A2A | Utility | 2,25 | 37,2% | 7,1 | 0,9% |
Telecom Italia | Tlc e Media | 0,29 | 32,0% | 6,4 | 0,8% |
Nexi | Industriali | 5,17 | -18,4% | 6,4 | 0,8% |
Pirelli&C | Automotive | 5,83 | 9,1% | 5,8 | 0,8% |
Hera | Utility | 3,81 | 13,7% | 5,7 | 0,7% |
Diasorin | Health Care | 99,24 | 3,8% | 5,6 | 0,7% |
Italgas | Utility | 6,13 | 15,0% | 5,0 | 0,6% |
Bca Pop Sondrio | Banche | 10,95 | 67,4% | 5,0 | 0,6% |
Amplifon | Health Care | 20,17 | -38,8% | 4,6 | 0,6% |
Iveco Group | Automotive | 15,33 | 13,0% | 4,2 | 0,5% |
Saipem | Oil&Gas | 2,06 | -0,2% | 4,1 | 0,5% |
Interpump Group | Industriali | 35,38 | -19,7% | 3,9 | 0,5% |
Azimut | Servizi Finanziari | 25,45 | 3,6% | 3,6 | 0,5% |
Buzzi | Edilizia e Materiali | 17,36 | -27,7% | 2,6 | 0,3% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 14 marzo 2025
La società italiana con la maggiore capitalizzazione di mercato è attualmente Intesa Sanpaolo, con una market cap di 84,3 miliardi di euro, rispetto ai circa 78 miliardi di un mese fa. La banca guidata da Carlo Messina sta diversificando le entrate per far fronte al possibile rallentamento del margine di interesse, in un contesto di tagli dei tassi da parte della Bce.
Al secondo posto sale Unicredit, con una market cap di 79,5 miliardi, in aumento dai 72 miliardi dello scorso 14 febbraio. L’istituto di Piazza Gae Aulenti è molto impegnato sul fronte della crescita esterna, per ampliare il business e le fonti di ricavi. La banca ha ottenuto dalla Bce l’autorizzazione ad acquisire una partecipazione diretta in Commerzbank fino al 29,9%, mentre proseguono senza fretta i lavori sul fronte Banco Bpm.
Terza piazza per Ferrari, che da oltre un anno occupava quasi stabilmente la prima posizione. Il Cavallino ha visto la propria valutazione di mercato scendere da 84,4 a 72,7 miliardi di euro, in un contesto negativo per il settore automobilistico europeo, frenato dal possibile impatto dei dazi. Il Ceo Benedetto Vigna ha affermato che sono pronte delle contromisure, in attesa di valutare i numeri ufficiali.
Enel resta al quarto posto e si mantiene intorno ai 70 miliardi di euro di capitalizzazione, all’indomani dei risultati. Al quinto posto si conferma Generali Assicurazioni, dopo gli utili da record e l’aumento del dividendo.
Per quanto riguarda la struttura settoriale dell’indice Ftse Mib vediamo che il settore finanziario, con ben 13 società, è quello più presente all’interno del Ftse Mib e quindi maggiormente in grado di influenzare l’andamento generale del listino, con una forte presenza di banche (ben 8). Altri settori ben rappresentati nel paniere principale di Piazza Affari sono le utilities con 7 società a larga capitalizzazione, il comparto automotive e l’industria (4 società a testa).
Come funziona il Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici di mercato, è un price index, calcolato sommando le capitalizzazioni delle società che lo compongono. Tuttavia, questa metodologia non considera i dividendi distribuiti, il che significa che la performance dell’indice riflette esclusivamente l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il ritorno complessivo per gli investitori.
Un aspetto da tenere presente è che, nel giorno dello stacco della cedola, i titoli subiscono un deprezzamento teorico pari al dividendo pagato. Considerando che Piazza Affari è tra le Borse più generose a livello globale in termini di dividendi, con un rendimento medio del 3-4% annuo, nel lungo periodo questo effetto incide significativamente sulla performance del Ftse Mib.
Per avere una rappresentazione più accurata della remunerazione complessiva dell’indice, si può fare riferimento alla versione Total Return, che include anche il reinvestimento dei dividendi, restituendo così un quadro più realistico del rendimento per gli investitori.