Unicredit marcia (a rilento) su Commerz, cosa cambia dopo l’ok Bce a salire al 29,9%

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Doppio semaforo verde alle ambizioni espansionistiche di UniCredit. L’istituto di piazza Gae Aulenti ha ricevuto l’autorizzazione della Bce ad acquisire una partecipazione diretta in Commerzbank fino al 29,9%. Inoltre la stessa Bce ha dato il suo ok a Unicredit a modificare il proprio statuto includendo la facoltà per il cda di effettuare un aumento di capitale sociale a servizio dell’Ops lanciata su Banco Bpm e a classificare le nuove azioni da emettersi nell’ambito di tale aumento di capitale nel patrimonio di vigilanza di qualità primaria della banca.
Unicredit: c’è l’ok Bce a salire fino al 29,9% di Commerz
L’autorizzazione della Bce a salire fino al 29,9% del capitale di Commerzbank era nell’aria e va ad aggiungere un tassello importante alle ambizioni di scalata da parte dell’istituto italiano.
L’ok Bce da solo non basta a spianare la strada all’avanzata di Unicredit. Infatti, come precisa la stessa banca milanese, tuttora pendenti alcuni procedimenti autorizzativi avanti le rispettive autorità competenti, ivi inclusa l’Autorità Federale Tedesca della Concorrenza, la cui positiva conclusione “è necessaria prima che la quota di circa il 18,5% detenuta tramite strumenti derivati possa essere convertita in azioni”. Unicredit infatti detiene al momento il 9,5% del capitale di Commerz più un ulteriori 18,5% potenziale attraverso strumenti derivati, che una volta ottenute le necessarie autorizzazioni potrebbe convertire in azioni arrivando al 28% del capitale.
Il nodo politico, Orcel spera in “dialogo costruttivo” con Merz
Inoltre, spiega UniCredit, un nodo cruciale è l’avviare di un “dialogo costruttivo” con il nuovo governo della Repubblica Federale di Germania, una volta formatosi. Il nuovo esecutivo tedesco, che con ogni probabilità sarà formato da Cdu e Spd e guidato da Friedrich Merz. Il leader della Cdu difficilmente si discosterà dalle posizioni espresse dal precedente governo, ossia in difesa dell’indipendenza del secondo istituto di credito tedesco. Addirittura c’è che scommette che Merz, una volta al governo, potrebbe assumere una posizione ancora più dura contro UniCredit. A settembre, il probabile futuro cancelliere ha descritto il tentativo di acquisizione di UniCredit come “davvero devastante” per la Germania e ha avvertito di “un impatto significativo” sulle medie imprese e sul finanziamento delle esportazioni che dipendono fortemente dai prestiti bancari.
Cosa può fare Berlino per ostacolare Unicredit
Va ricordato che il governo tedesco dovrà decidere anche se procedere alla cessione della quota rimanente del 12% che detiene in Commerzbank o tenerla nell’intento di ostacolare Unicredit.
Tra i possibili strumenti che Berlino potrebbe mettere in campo per bloccare le aspirazioni della banca italiana non c’è previsto l’equivalente del golden power italiano. Il governo federale potrebbe però valutare di applicare uno strumento tradizionalmente utilizzato per proteggere l’industria militare sfruttando il fatto che Commerz garantisce finanziamenti essenziali alla difesa. Se Unicredit facesse un’offerta pubblica di acquisto, Berlino potrebbe paventare il rischio di una «minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico». Altra opzione, è un procedimento intersettoriale, passando al setaccio l’azionariato di Unicredit che vede molti investitori extra-Ue. I diritti di voto sarebbero per la maggioranza fuori dai confini comunitari, in particolar modo Stati Uniti e UK.
Orcel in passato ha segnalato la necessità del sostegno del governo tedesco per procedere a un’acquisizione completa.
Tutto rimandato al 2026
“Come azionisti – aggiunge la nota odierna di Unicredit – siamo lieti di riscontrare che il nostro investimento ha determinato un cambiamento positivo in Commerzbank che, insieme alle recenti prospettive più ottimistiche dell’economia tedesca, ha determinato un sostanziale apprezzamento del titolo. Tuttavia, solo un significativo lasso di tempo potrà dimostrare l’effettiva esecuzione del piano e stabilire se tale apprezzamento del titolo sia giustificato e sostenibile”.
Alla luce di questo, prosegue la banca di piazza Gae Aulenti, la tempistica originale per decidere se procedere o meno con una potenziale aggregazione si estenderà probabilmente ben oltre la fine del 2025.
“L’attenzione di UniCredit rimane concentrata sull’esecuzione della seconda fase del piano strategico “UniCredit Unlocked”, che, in un contesto esterno sempre più volatile come quello odierno, consentirà di distanziare ulteriormente la nostra performance e le nostre distribuzioni da quelle del settore. UniCredit si è assicurata l’opzionalità di azioni di crescita esterna che verranno eseguite solo se rispetteranno le nostre metriche finanziarie e miglioreranno il nostro stimolante piano di base”.