Capitalizzazione Piazza Affari: Ferrari allunga le distanze, Unicredit supera Enel al 3° posto

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La capitalizzazione di Ferrari supera gli 84 miliardi di euro, ampliando il divario rispetto alle altre società di Piazza Affari. Al secondo posto si conferma Intesa Sanpaolo, al terzo Unicredit sorpassa Enel. Completa la top five Generali Assicurazioni, che sopravanza Eni. Ecco la graduatoria delle aziende quotate sul Ftse Mib ordinate per market cap.
La capitalizzazione di Piazza Affari continua a crescere
Il Ftse Mib è l’indice di riferimento della Borsa Italiana, composto dalle 40 società a maggiore capitalizzazione e liquidità. Essendo ponderato in base alla capitalizzazione di mercato, offre una panoramica dell’andamento delle principali blue chip, aziende che giocano un ruolo chiave nell’economia nazionale e influenzano in modo significativo gli equilibri di Piazza Affari.
Per comprendere il peso di questo indice, basta considerare che la capitalizzazione complessiva di Borsa Italiana, rappresentata dal Ftse Italia All Share, si avvicina agli 890 miliardi di euro e che oltre 770 miliardi sono attribuibili al solo Ftse Mib, il quale copre quindi più dell’85% del valore totale delle società quotate su Borsa Italiana. Basti pensare che le prime tre aziende dell’indice, sommate, raggiungono già una capitalizzazione superiore ai 235 miliardi.
Vediamo quali sono attualmente i titoli che compongono il Ftse Mib e quali vantano la maggiore capitalizzazione di mercato.
Titoli del Ftse Mib ordinati in base alla capitalizzazione
Nella tabella sottostante i titoli appartenenti al Ftse Mib vengono ordinati per capitalizzazione (ottenuta dalla moltiplicazione tra prezzo e numero di azioni in circolazione) di mercato decrescente.
Titolo | Settore | Ultimo prezzo (€) | Variazione 1 anno | Market Cap (mld €) | Peso % sul Ftse Mib |
Ferrari | Automotive | 474,20 | 33,3% | 84,4 | 10,9% |
Intesa Sanpaolo | Banche | 4,39 | 56,1% | 78,2 | 10,1% |
UniCredit | Banche | 46,70 | 56,9% | 72,4 | 9,4% |
Enel | Utility | 6,87 | 16,1% | 69,8 | 9,0% |
Generali Assicurazioni | Assicurazioni | 32,21 | 56,8% | 50,6 | 6,5% |
Eni | Oil&Gas | 14,02 | -3,3% | 46,0 | 6,0% |
Stellantis | Automotive | 13,30 | -41,1% | 38,5 | 5,0% |
Tenaris | Oil&Gas | 18,60 | 26,2% | 21,6 | 2,8% |
STMicroelectronics | Tecnologia | 23,05 | -44,7% | 20,8 | 2,7% |
Prysmian | Industriali | 67,28 | 64,1% | 19,9 | 2,6% |
Poste italiane | Assicurazioni | 14,74 | 48,1% | 19,2 | 2,5% |
Moncler | Moda e Lusso | 67,82 | 13,6% | 18,6 | 2,4% |
Leonardo | Industriali | 30,88 | 68,8% | 17,9 | 2,3% |
Terna | Utility | 7,82 | 6,0% | 15,7 | 2,0% |
Snam | Utility | 4,48 | 2,9% | 15,0 | 1,9% |
Mediobanca | Banche | 16,68 | 45,2% | 13,9 | 1,8% |
Banco BPM | Banche | 8,71 | 70,6% | 13,2 | 1,7% |
Recordati | Health Care | 59,50 | 17,9% | 12,4 | 1,6% |
FinecoBank | Banche | 18,04 | 39,5% | 11,0 | 1,4% |
Banca Mediolanum | Servizi Finanziari | 13,67 | 39,1% | 10,2 | 1,3% |
Unipol Gruppo | Assicurazioni | 13,78 | 139,9% | 9,9 | 1,3% |
Inwit | Tlc e Media | 9,60 | -10,4% | 9,2 | 1,2% |
BPER Banca | Banche | 6,38 | 80,7% | 9,1 | 1,2% |
Brunello Cucinelli | Moda e Lusso | 129,70 | 23,9% | 8,8 | 1,1% |
Banca MPS | Banche | 6,14 | 68,3% | 7,7 | 1,0% |
A2A | Utility | 2,20 | 34,8% | 6,9 | 0,9% |
Campari | Food&Beverage | 5,32 | -45,4% | 6,6 | 0,8% |
Telecom Italia | Tlc e Media | 0,28 | 3,5% | 6,2 | 0,8% |
Amplifon | Health Care | 26,84 | -13,8% | 6,1 | 0,8% |
Nexi | Industriali | 4,73 | -35,8% | 5,8 | 0,8% |
Pirelli&C | Automotive | 5,71 | 5,7% | 5,7 | 0,7% |
Diasorin | Health Care | 100,20 | 15,5% | 5,6 | 0,7% |
Hera | Utility | 3,55 | 13,0% | 5,3 | 0,7% |
Interpump Group | Industriali | 46,76 | 2,8% | 5,1 | 0,7% |
Italgas | Utility | 6,00 | 17,3% | 4,9 | 0,6% |
Saipem | Oil&Gas | 2,35 | 74,2% | 4,7 | 0,6% |
Bca Pop Sondrio | Banche | 9,56 | 39,1% | 4,3 | 0,6% |
Iveco Group | Automotive | 15,23 | 38,2% | 4,1 | 0,5% |
Azimut | Servizi Finanziari | 26,67 | 2,8% | 3,9 | 0,5% |
Buzzi | Edilizia e Materiali | 18,93 | -26,3% | 2,8 | 0,4% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 14 febbraio 2025
La società italiana con la maggiore capitalizzazione di mercato è attualmente Ferrari, con una market cap di 84,4 miliardi di euro, in crescita di oltre 10 miliardi nell’ultimo mese, e un peso del 10,9% sul totale delle 40 società che compongono l’indice Ftse Mib. I conti migliori delle attese hanno permesso al Cavallino di accelerare in borsa, nonostante una guidance prudente, che lascia spazio a future revisioni al rialzo.
Al secondo posto si conferma Intesa Sanpaolo con una capitalizzazione di 78,2 miliardi, circa 6 miliardi in più rispetto a un mese fa e un’incidenza del 10,1% sulla market cap complessiva dell’indice. A sostenere la banca guidata da Messina hanno contribuito i risultati da record e i giudizi favorevoli degli analisti, che vedono l’istituto ben posizionato anche in un contesto di tassi decrescenti.
Cambio della guarda al terzo posto, dove Unicredit supera Enel. La banca mostra un valore di mercato di 72,4 miliardi, in aumento dai 64 miliardi di metà gennaio dopo i conti oltre le attese e il maxi dividendo, mentre Enel è scesa sotto i 70 miliardi. Al quinto posto Generali Assicurazioni, coinvolta nel risiko bancario, scalza Eni.
Per quanto riguarda la struttura settoriale dell’indice Ftse Mib vediamo che il settore finanziario, con ben 13 società, è quello più presente all’interno del Ftse Mib e quindi maggiormente in grado di influenzare l’andamento generale del listino, con una forte presenza di banche (ben 8). Altri settori ben rappresentati nel paniere principale di Piazza Affari sono le utilities con 7 società a larga capitalizzazione, il comparto automotive e l’industria (4 società a testa).
Come funziona il Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici di mercato, è un price index, calcolato sommando le capitalizzazioni delle società che lo compongono. Tuttavia, questa metodologia non considera i dividendi distribuiti, il che significa che la performance dell’indice riflette esclusivamente l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il ritorno complessivo per gli investitori.
Un aspetto da tenere presente è che, nel giorno dello stacco della cedola, i titoli subiscono un deprezzamento teorico pari al dividendo pagato. Considerando che Piazza Affari è tra le Borse più generose a livello globale in termini di dividendi, con un rendimento medio del 3-4% annuo, nel lungo periodo questo effetto incide significativamente sulla performance del Ftse Mib.
Per avere una rappresentazione più accurata della remunerazione complessiva dell’indice, si può fare riferimento alla versione Total Return, che include anche il reinvestimento dei dividendi, restituendo così un quadro più realistico del rendimento per gli investitori.