Unicredit-Bpm: Orcel detta i nuovi tempi. Su scalata Mps a Mediobanca spunta ipotesi concerto Delfin-Caltagirone

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Avanti adagio. Dalla missione a Roma di Andrea Orcel è emerso che Unicredit agirà senza fretta sul fronte Banco Bpm. Rispetto a quanto il mercato si attendeva a seguito dell’anticipo di due settimane dell’assemblea (il 27 marzo) per approvare l’aumento di capitale al servizio dell’offerta Bpm, adesso il banchiere romano avrebbe fatto intendere ai vari interlocutori istituzionali che i tempi per il via effettivo dell’Ops saranno più lunghi e non di poco.
Unicredit-Bpm, nulla prima di giugno
Le mosse di Unicredit si intrecciano inevitabilmente con le altre operazioni in rampa di lancio, in particolare l’Opa su Anima e l’Ops di Mps su Mediobanca. Se la preda Banco Bpm intende andare avanti con l’Opa Anima (ieri Banco ha ottenuto il nulla osta da parte della Banca d’Italia in relazione all’acquisizione delle partecipazioni indirette di controllo nelle società di gestione del risparmio controllate da Anima) anche prima di sapere se la Bce darà il suo benestare all’applicazione del cosiddetto Danish Compromise, Unicredit si mostra più prudente e vuole avere un quadro più chiaro della situazione prima di andare avanti, tenendosi aperta la possibilità di rinunciare all’operazione visto che le condizioni sono cambiate dopo l’assemblea di Piazza Meda che ha rivisto il prezzo dell’Opa Anima da 6,2 a 7 euro e ha svincolato di fatto l’operazione dalla presenza o meno dello ‘sconto danese’.
Nei due giorni passati a Roma il numero uno di Unicredit è andato in primis a palazzo Chigi incontrando Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni; poii ha incontrato il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, così come i vertici Consob. Stando a quanto riferisce oggi Il Messaggero, il messaggio è stato che sull’Ops Bpm la decisione finale arriverà tra metà e fine giugno, ossia quando si saranno potuti analizzare una serie di tasselli, interni all’operazione e anche esterni.
Le tante variabili in gioco che fanno temporeggiare Orcel
Orcel non dà per scontato che la sua banca andrà avanti con l’Ops. Cosa farà propendere per un verso o l’altro Unicredit? Il quotidiano romano mette in campo tre variabili connesse direttamente alla banca target: l’esito dell’Opa su Anima, al via a fine marzo e in particolare che percentuale di adesioni avrà (da cui dipende l’esborso finale con riflessi sugli indici patrimoniali); in secondo luogo il via libera o meno della Bce a Bpm all’applicazione del Danish Compromise, ossia i benefici nell’assorbimento di capitale sul quale era scoppiata una divergenza mediatica fra le parti; infine i risultati del primo trimestre di Bpm, in arrivo il 7 maggio, con forte focus sull’accantonamento addizionale derivante dall’inclusione dello scenario geopolitico.
In occasione dell’approvazione dei conti 2024 Orcel aveva fatto capire che la decisione sul rilancio dell’offerta su Bpm dipenderà in parte anche dai risultati che arriveranno nel primo trimestre. Ad oggi il mercato dà a Bpm un vantaggio di circa 1 miliardo rispetto al concambio di 0,175 euro previsto dall’offerta iniziale di Unicredit.
Nel frattempo Orcel potrà anche avere le idee più chiare su altri fronti. A Roma ha fatto il primo giro di interlocuzioni legate alla procedura del golden power con gli uomini di Unicredit che hanno fornito le prime rassicurazioni su filiali, dipendenti, impieghi, compatibilmente con l’Antitrust. Va ricordato che l’iter dura 45 giorni più eventuali 15 di tempo aggiuntivo, quindi si potrebbe arrivare fino al 10 maggio circa.
Generali verso l’anticipo dell’assemblea
Altri fattori non direttamente collegati a Bpm sono invece gli sviluppi in terra tedesca per le ambizioni di scalata a Commerzbank, così come la partita di Mps su Mediobanca, che a sua volta si intrecci con Generali. Trieste ha infatti come azionista di riferimento Mediobanca e altri due soci forti della compagnia, Delfin e Caltagirone, sono anche soci di Mps.
Sulle Generali si è mossa anche Unicredit con un ‘investimento finanziario’ del 5,23% che secondo diverse fonti potrebbe lievitare a breve portandosi a ridosso del 10% in vista dell’assemblea dell’8 maggio (che potrebbe essere anticipata al 24 aprile) che decreterà i destini del Leone in termini di governance.
Spunta l’ipotesi concerto Delfin-Caltagirone
Intanto si apre un nuovo possibile fronte di contrasto nel triangolo Siena-Milano-Trieste. Piazzetta Cuccia e Generali potrebbero valutare di presentare degli esposti a Consob e Bankitalia, arrivando anche alla Bce, per dimostrare che Delfin e Caltagirone operano di concerto e in tal modo fermare la scalata di Mps a Mediobanca. A riportato è oggi La Stampa che spiega come negli ambienti finanziari milanesi si ritenga che questa sia più di un’ipotesi. Se il ricorso fosse depositato e accolto, i due soci potrebbero dover lanciare un’Opa obbligatoria che avrebbe un costo più elevato o congelare le quote in eccesso.