Usa, elezioni 2024 e altri temi politici: la view Goldman Sachs
Goldman Sachs ha fatto il punto sull’outlook politico negli Stati Uniti per quest’anno, alla luce dell’importante appuntamento con le urne del 5 novembre, ma non solo. Oltre alle elezioni presidenziali Usa del 2024, la banca d’affari ha individuato altri temi chiave, concentrati prevalentemente nella prima parte dell’anno, che potrebbero avere ripercussioni sui mercati finanziari. Ecco quali.
Al via le primarie dei Repubblicani in vista delle elezioni Usa del 5 novembre
Le prossime settimane, sottolinea Goldman, saranno le più critiche per la nomina del prossimo presidente degli Stati Uniti d’America. Riflettori puntati sulle primarie dei Repubblicani, che inizieranno il 15 gennaio in Iowa e proseguiranno il 23 gennaio nel New Hampshire.
Questi appuntamenti serviranno a chiarire le posizioni di forza all’interno del Grand Old Party (GOP): Donald Trump si trova già in una posizione dominante, ma eventuali ottime performance in queste tornate elettorali, con consensi oltre il 50% per l’ex presidente, potrebbero chiarire ulteriormente la questione agli occhi dei mercati. Al contrario, l’incertezza sarebbe destinata a persistere fino alle votazioni della Carolina del Sud (24 febbraio) o al Super Tuesday del 5 marzo, una giornata cruciale con lo svolgimento delle primarie in circa quindici stati.
Sullo sfondo, le vicende giudiziali dello stesso Donald Trump, in attesa del processo che prenderà il via il 4 marzo per le accuse di intralcio al processo elettorale del 2020 e per il suo presunto coinvolgimento nell’assalto al Campidoglio.
Possibile shutdown governativo negli Stati Uniti a partire dal 20 gennaio
Fra le altre questioni da monitorare nel breve periodo spicca la possibilità di uno shutdown governativo. Un rischio che, sottolinea Goldman, potrebbe materializzarsi a partire dal 20 gennaio, anche se la maggior parte dei finanziamenti, compresi quelli per la rilevazione dei dati economici, si estenderà fino al 2 febbraio.
Un eventuale chiusura delle attività governative dal 20 gennaio alimenterebbe dunque le pressioni per risolvere la questione entro la scadenza decisiva del 2 febbraio. Secondo le stime della banca americana, uno shutdown nelle due settimane che intercorrono fra le due date frenerebbe la crescita del primo trimestre di soli 8 punti base.
A novembre 2023 gli Usa hanno evitato in extremis la chiusura delle attività, ma il prolungato disaccordo politico ha creato qualche preoccupazione. Questo ha contribuito in parte anche alla riduzione dell’outlook (da stabile a negativo) sul debito americano da parte di Moody’s, ultima delle tre principali agenzie di rating a mantenere la tripla A.
Il tema degli aiuti all’Ucraina
Un altro fattore chiave per l’outlook politico negli Usa è legato al destino dei finanziamenti all’Ucraina, su cui verrà fatta chiarezza nelle prossime settimane. Il costante calo del sostegno pubblico agli aiuti ha ridotto le probabilità di attuazione, così come l’insistenza repubblicana affinché i finanziamenti a Kiev siano abbinati a nuove politiche sui confini, una questione che sembra difficile da risolvere nell’attuale contesto geopolitico.
Per Goldman, le probabilità che il Congresso americano non riesca a promulgare ulteriori aiuti all’Ucraina quest’anno superano leggermente l’ipotesi contraria, anche se permangono concrete possibilità che un simile accordo possa invece essere raggiunto.
Improbabili tagli alle tasse prima del voto
Sul tavolo, nel 2024, ci sono anche potenziali sgravi fiscali, ma per la banca d’affari americana le probabilità che vengano attuati prima delle elezioni sono piuttosto basse.
Un eventuale accordo per un credito d’imposta ampliato destinato alle famiglie con figli e un ripristino dei tagli alle tasse sulle imprese potrebbe ridurre le entrate fiscali di circa 100 miliardi di dollari in 10 anni. Tuttavia, è più probabile che queste misure vengano approvate dopo le elezioni.
Rapporti Usa-Cina destinati a rimanere tesi almeno fino alle elezioni
Infine, restano sullo sfondo le tensioni tra Washington e Pechino, in merito alle quali Goldman vede poche possibilità di miglioramento prima dell’appuntamento elettorale del 5 novembre.
Sembra anzi più probabile che il Congresso possa prendere in considerazione nuove restrizioni sulle importazioni e sugli investimenti in Cina. Inoltre, l’amministrazione Biden adotterà verosimilmente ulteriori misure per limitare anche investimenti e le esportazioni di tecnologia, con particolare riferimento alle aziende del comparto dei semiconduttori come Nvidia o Asml.