Nvidia batte ancora le stime: i risultati del 3Q, le attese per il futuro e l’analisi tecnica sul titolo

Nvidia ha riportato risultati sopra le attese nel terzo trimestre fiscale e ha fornito una guidance migliore delle aspettative. Il titolo, tuttavia, ha registrato una reazione fredda nel mercato after hours di Wall Street (con un calo superiore all’1%) e si muove incerta nel pre-market, dopo aver realizzato un guadagno del 242% da inizio anno.
Oltre alle comprensibili prese di beneficio, in vista delle festività del Thanksgiving, contribuiscono a frenare il titolo le previsioni sulle vendite in Cina, che potrebbero subire l’effetto delle restrizioni statunitensi, e i timori legati alle attività israeliane. Ecco tutti i dettagli sui conti e sulle prospettive del colosso dei chip, divenuto un punto di riferimento per il megatrend dell’intelligenza artificiale.
Risultati sopra le attese nel 3Q
Nel terzo trimestre i ricavi di Nvidia sono triplicati (+206%) a 18,12 miliardi di dollari, battendo la stima di $16,1 miliardi del consensus di Bloomberg e riportando una crescita del 34% rispetto al secondo trimestre (vs 19% stimato). Sopra le attese sia le entrate da data center (+41% a $14,51 miliardi, contro $12,82 miliardi previsti) sia quelle dal gaming (+15% a $2,86 miliardi, rispetto a $2,7 miliardi mediamente stimati dagli analisti).
Il margine lordo è passato dal 71,2% del 2Q al 75%, a fronte del 72,45% previsto dagli esperti. L’Ebit comparabile è cresciuto da $7,78 a $11,56 miliardi, superando i $9,67 miliardi attesi. Infine, l’EPS si attesta a 4,02 dollari per azione, contro $2,7 del trimestre precedente e 3,36 del consensus.
Anche la previsione sul fatturato del trimestre corrente ha stracciato le aspettative: Nvidia prevede un giro d’affari medio di 20 miliardi di dollari (più o meno il 2%), a fronte di $16,38 miliardi del consensus.
Le attese degli analisti su Nvidia rimangono elevatissime
Nvidia ha indubbiamente fornito un set di risultati impressionanti, battendo le stime sotto tutti i punti di vista. Tuttavia, alcuni investitori si aspettavano numeri ancora più strabilianti, per giustificare la quantità enorme di afflussi registrata quest’anno dal titolo.
Ad oggi Nvidia è l’azienda di chip più grande del mondo, grazie ad un rally di mercato (+242% nel 2023) che ha portato la sua capitalizzazione a superare gli 1,2 miliardi di dollari, consentendole di entrare nell’olimpo delle società più grandi di Wall Street, dietro solo a colossi come Apple, Microsoft Alphabet e Amazon, ma davanti a Meta Platforms e Tesla.
A sostenere questo straordinario rialzo sono state principalmente le speranze legate al megatrend dell’intelligenza artificiale, che Nvidia è riuscita più di tutti a monetizzare fin da subito, grazie soprattutto alla forte domanda di processori di elaborazione grafica (GPU) per l’AI generativa, che richiede grandi capacità di calcolo. Secondo la società di ricerca TrendForce, le consegne di server AI aumenteranno di circa il 40% quest’anno, grazie al loro utilizzo nell’alimentazione di prodotti come ChatGPT di OpenAI.
Motivi per cui gli analisti rimangono fiduciosi su ulteriori cospicui guadagni del titolo Nvidia. La panoramica dei giudizi degli analisti, raccolti da Bloomberg, segnala una prevalenza di raccomandazioni positive con 60 Buy, 3 Hold e nessun Sell. I broker indicano un target price medio di 658,97 dollari, rispetto al prezzo attuale di 499,44 dollari, per un rialzo potenziale del 31,9%.
Possibili impatti negativi dalle restrizioni Usa contro la Cina
Ad offuscare leggermente un quadro ai limiti della perfezione hanno contribuito le indicazioni prudenti sul fatturato in Cina, un’importante fonte di entrate per Nvidia, a causa delle restrizioni imposte dagli Stati Uniti contro Pechino. Le ultime misure dell’amministrazione Biden, infatti, vanno a colpire alcuni dei migliori prodotti di Nvidia destinati al mercato cinese, che rappresentano circa un quarto delle vendite del segmento data center negli ultimi trimestri.
Nvidia ha affermato che nel quarto trimestre il calo verrà più che compensato dalla forte crescita in altre regioni, ma i cambiamenti potrebbero avere un impatto in futuro.
Il direttore finanziario, Colette Kress, ha ricordato che Nvidia sta lavorando su alcuni nuovi chip conformi alle nuove regole, ma probabilmente non avranno un significativo effetto positivo nel breve ed è troppo presto per stabilirne l’influenza sulle entrate future. In particolare, Nvidia ha già presentato tre nuovi prodotti per il mercato cinese, anche se non è da escludere che possano essere a loro volta banditi in futuro.
Il Cfo ha precisato che le previsioni per il quarto trimestre sarebbero state più elevate in assenza delle nuove restrizioni. I problemi in Cina, inoltre, potrebbero condizionare anche la marginalità dell’azienda, inficiando il raggiungimento dell’obiettivo previsto di un margine lordo rettificato del 75,5% nel trimestre.
I timori per le attività di Nvidia in Israele
Un’altra minaccia per Nvidia arriva dal Medioriente e in particolare dal conflitto che coinvolge Israele, dove l’azienda americana sta sviluppando un supercomputer per l’intelligenza artificiale.
Una parte significativa dei 3.400 dipendenti di Nvidia con sede nel Paese è stata chiamata al servizio militare attivo e, in caso di prosecuzione della guerra, la loro assenza potrebbe danneggiare le operazioni future della società.
Questi lavoratori supportano principalmente la ricerca e lo sviluppo, le operazioni, la vendita e il marketing dei prodotti di rete. Attività strategiche molto importanti, dato che il business del networking di Nvidia supera complessivamente i $10 miliardi di fatturato annualizzato e ha registrato una crescita del 155% su base annua.
Il punto tecnico su Nvidia
(a cura di Simone Borghi, Ufficio Studi FOL)
Nvidia presenta un quadro grafico improntato al rialzo nel breve e medio periodo. Poderoso il rimbalzo avviato dal minimo relativo a 108 dollari, toccato a metà di ottobre dello scorso anno, che ha accelerato ulteriormente con l’ampio gap up tra le sedute del 24 e 25 maggio scorso. Da qui il titolo ha proseguito la scalata arrivando il 24 agosto a toccare nuovi record storici a 502 dollari.
Le prese di profitto hanno poi innescato una leggera fase di correzione come si può vedere dalla ex trendline ribassista di breve periodo (linea tratteggiata), costruita sui massimi di agosto e ottobre, che è stata infranta l’11 novembre scorso grazie al rimbalzo avviato a inizio di questo mese dal supporto a 403 dollari. Superati di slancio anche i 480 dollari, il titolo ha toccato due giorni fa (20 novembre) un nuovo massimo storico a 505 dollari.
La candela doji di ieri, invece, mostra grande indecisione con un corpo (body) molto piccolo e ombre (shadow) molto lunghe. Dal punto di vista algoritmico, l’oscillatore RSI (a 14 periodi) è molto vicino all’ipercomprato (70) e potrebbe significare che c’è ancora spazio per la salita dei prezzi verso nuovi record.
Non si possono però escludere prese di beneficio verso il primo supporto collocato a 480 dollari che, se infranto, potrebbe innescare discese verso 440 e 403 dollari. Quest’ultimo rappresenta il supporto statico più importante che ha bloccato per tre volte le discese dei prezzi negli ultimi sei mesi.