UniCredit promossa da WSJ. Bond AT1: l’annuncio
UniCredit: il WSJ elogia la banca e Orcel. Arriva l’annuncio sui bond AT1
UniCredit torna a brillare in Borsa, forte della notizia relativa ai bond AT1 e dopo l’articolo del WSJ, che l’ha definita “una macchina di profitti”.
La banca italiana guidata da Andrea Orcel ha fatto il grande annuncio sul bond AT1, dopo aver ricevuto l’autorizzazione all’operazione da parte della Bce.
Piazza Gae Aulenti ha rimarcato anche la propria solidità patrimoniale e la generazione di capitale da leader del settore.
Dopo il trend negativo delle ultime sessioni, rinfocolato in particolar modo dal riaccendersi dei timori sul destino della banca regionale Usa First Republic, subito attenzionata dopo il crac di Silicon Valley Bank (SVB) , il titolo UniCredit si conferma oggi tra i titoli migliori del Ftse Mib.
Le quotazioni rimbalzano di oltre il 2% attorno a 18,41 euro.
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UniCredit premiata dal WSJ. Orcel definito “star banker”
UniCredit riceve l’assist del Wall Street Journal, che si complimenta con il lavoro fatto dal ceo Andrea Orcel.
L’articolo del WSJ tesse le lodi della banca, definendo Andrea Orcel “star banker” emettendo in evidenza il rally incassato dal titolo.
“E’ possibile che il mondo finanziario si trovi in una fase di turbolenze, ma c’è un titolo bancario che ha più che raddoppiato il suo valore nel corso dell’anno, sostenuto da un obiettivo audace: trasformare una banca in precedenza problematica in una macchina di profitti“, si legge nell’articolo del WSJ.
Veine ricordato come le quotazioni di UniCredit, a dispetto della crisi che ha investito i mercati nel mese di marzo, abbiano segnato un rally del 42% YTD, fino alla chiusura della sessione di lunedì, a Piazza Affari.
Lo scatto ha decisamente sovraperformato il trend dei titoli bancari, come dimostra il paragone con il “rialzo dell’indice Stoxx Europe 600 Banks Index” che, nello stesso arco temporale, è stato “pari a +9%”.
“Il nuovo numero uno (Andrea Orcel) si è mosso velocemente per rendere la banca più agile e concentrata sulla crescita – si legge nell’articolo del Wall Street Journal – Orcel ha ridotto i tempi di approvazione dei mutui e si è liberato di quelle commissioni interne, che avevano rallentato il processo di decision-making”.
Dividendi più ghiotti, Orcel ha dovuto convincere la Bce
Il ceo di UniCredit, scrive il WSJ, “ha sfoltito drasticamente il management, dando maggior potere ai dipendenti dei livelli più bassi”, allo stesso tempo pianificando di “erogare agli azionisti €5.25 miliardi, attraverso dividendi e buyback legati ai risultati del 2022″ della banca:
un valore che, secondo Andrea Filtri, co-responsabile della divisione di ricerca sull’equity europeo di Mediobanca interpellato dal WSJ, rappresenta il 15% circa della capitalizzazione di mercato di UniCredit, la percentuale più alta nel settore.
“La distribuzione di capitale agli azionisti è il principale pilastro della strategia di Orcel“, ha sottolineato Filtri, facendo riferimento alla pioggia di dividendi e di buyback che continua a caratterizzare la politica di remunerazione a favore degli stakeholders.
Il Wall Street Journal ha fatto riferimento al piano di Orcel “UniCredit Unlocked”, in cui sono incisi target più alti sui profitti così come l’obiettivo di payout più ghiotti agli azionisti.
“Una rarità in Europa, visto i limiti che la Bce fissa su quanto le banche possono premiare gli azionisti, considerata la loro redditività relativamente bassa”.
Non per niente, “Orcel ha dovuto convincere la Bce sul suo piano”.
‘Margine interesse sostenuto da tassi Bce. Ma occhio alle sfide’
Il quotidiano finanziario ricorda anche che UniCredit ha beneficiato della spinta rialzista sui tassi della Bce guidata da Christine Lagarde.
La banca “è molto sensibile ai tassi di interesse, dal momento che fa principalmente soldi con i depositi e i prestiti”.
E i numeri parlano chiaro: “il margine di interesse ha inciso sul fatturato della banca, lo scorso anno, per il 53%, rispetto al 44% della rivale Intesa Sanpaolo, caratterizata da un business incentrato più sulle commissioni, come ha fatto notare Scope Ratings”.
Certo, le sfide non mancano.
Esiste il pericolo, per esempio, di un deterioramento del portafoglio prestiti, e dunque di una crescita dei crediti deteriorati, in un contesto in cui i clienti che hanno ricevuto finanziamenti dalle banche fanno fatica in generale a onorare i loro debiti, sulla scia dell’aumento dei tassi.
E’ pur vero che, stando a quanto ha detto di ritenere Maria Jose Mori, analista presso Moody’s Investors Service, il danno dovrebbe essere moderato.
C’è poi il rallentamento della crescita dell’economia italiana. Inoltre, “UniCredit è sotto pressione per smobilizzare la sua esposizione verso la Russia” dove continua a essere presente nonostante la riduzione effettuata, che continua a portare avanti.
Il WSJ ricorda anche che la banca “è un player importante in Germania” e, in generale, “nell’Europa centrale e orientale”.
WSJ sul valore del titolo post corsa 2023
Non può mancare nell’articolo il riferimento al fatto che il ceo di UniCredit Andrea Orcel continua a essere “prudente in un’area che conosce bene: quella degli accordi” di M&A, dunque di fusioni e acquisizioni.
Il banchiere, ricorda il Wall Street Journal, “ha valutato l’idea di acquistare la banca nazionalizzata
Banca Monte dei Paschi di Siena, che Roma era ansiosa di vendere, per poi tirarsi indietro”.
Orcel ha anche “mostrato poco interesse a perseguire altre fusioni, decidendo per ora di focalizzarsi sul valore di UniCredit”.
In generale Piazza Gae Aulenti ha ancora un bel po’ di lavoro da fare, così come anche spazio per salire ulteriormente a Piazza Affari, anche dopo il rally da inizio anno.
Il quotidiano mette in evidenza che il titolo UniCredit è scambiato a un valore pari a 0,7 il valore contabile, il che significa che le azioni presentano un prezzo considerato dal mercato “ancora decisamente inferiore rispetto agli asset (della banca), escluse le passività”.
Bond AT1: UniCredit annuncia rimborso. I dettagli
Tornando alla notizia di oggi, UniCredit ha annunciato che il rimborso integrale e anticipato dei bond AT1 ha per oggetto le obbligazioni emesse in data 22 maggio 2017.
Grazie all’ok arrivato dalla Banca centrale europea, UniCredit ha reso noto che eserciterà l’opzione di
rimborso integrale dei titoli in via anticipata in data 3 giugno 2023.
“Il rimborso anticipato dei titoli avverrà alla pari insieme agli interessi maturati e non corrisposti”, si legge nella nota di Piazza Gae Aulenti, che precisa che “gli interessi cesseranno di maturare alla stessa data di rimborso anticipato” e che i bond AT1 “saranno dedotti dai fondi propri a partire dalla data di questo avviso di rimborso anticipato, ovvero con effetto nel secondo trimestre del 2023″.
Il titolo UniCredit si porta in cima al listino Ftse Mib di Piazza Affari, dopo le perdite delle ultime sessioni, che sono scattate per diverse ragioni, inclusa l’attesa per l’autorizzazione della Bce alla operazione di richiamo anticipato dei bond.
La scelta di Piazza Gae Aulenti di richiamare in via anticipata le obbligazioni era emersa alla fine di marzo con alcune indiscrezioni stampa, dopo lo shock dei bond AT1 di Credit Suisse, azzerati nell’ambito della decisione delle autorità svizzere di salvare la banca, dandola in sposa a UBS.
Fino a ieri, il dubbio degli operatori, come faceva notare un commento di Equita SIM, era sull’eventuale sostituzione del bond AT1 con uno “strumento di nuova emissione”: opzione che UniCredit ha però smentito, sottolineando che non c’è alcuna necessità di emettere strumenti AT1 nel prossimo futuro. Motivo: la solidità patrimoniale.
L’istituto ha di fatto sottolineato che “UniCredit ha elevati livelli patrimoniali e una generazione organica di capitale da leader nel settore, con un fully loaded CET1 MDA buffer, a fine 2022, di 554 punti base, pro-forma sia per il piano 2022, già approvato, di riacquisto di azioni proprie per 3,34 miliardi di euro, sia per l’impatto del rimborso anticipato dei titoli”, si legge nel comunicato.
“Pertanto – ha riferito l’istituto – UniCredit ha un bisogno limitato di funding TLAC/MREL per la parte rimanente dell’anno e nessuna necessità di emettere strumenti AT1 nel prossimo futuro“.
Ancora, “il funding di UniCredit è ben diversificato sia per fonti di finanziamento che per aree geografiche”.