Notizie Notizie Italia UniCredit: mossa bond AT1 post shock Svizzera

UniCredit: mossa bond AT1 post shock Svizzera

27 Marzo 2023 16:15

UniCredit: ecco cosa ha deciso di fare con i bond AT1 dopo shock Credit Suisse

UniCredit pronta a rimborsare i suoi bond AT1, già agli inizi di giugno, con una mossa pronta a dimostrare la solidità del proprio capitale. E’ quanto ha reso noto all’agenzia di stampa Reuters una fonte vicina all’istituto di credito capitanato dal ceo Andrea Orcel, nel bel mezzo di una crisi di fiducia che, almeno fino allo scorso venerdì, si è tradotta in un vero e proprio attacco contro le banche: a essere prese d’assalto sono state non solo le azioni degli istituti ma anche i loro bond, in particolare i loro debiti subordinati, dopo lo shock targato Credit Suisse.

UniCredit
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Il dramma Credit Suisse ha fatto parlare di sé non solo per la decisione delle autorità svizzere di far convolare l’istituto elvetico –  alle prese da anni con diversi problemi scaturiti dalle sue scommesse nella finanza d’azzardo e da scandali vari – a nozze con la rivale UBS.

Oltre alle polemiche scattate per quello che diversi strategist hanno definito un bailout – con la Swiss National Bank e il governo svizzero registi del matrimonio che hanno coperto UBS di miliardi di franchi di garanzie – il salvataggio di Credit Suisse ha fatto gridare allo scandalo, in quanto ha comportato l’azzeramento di 16 miliardi di franchi di bond AT1 emessi dalla banca. Una decisione presa dalla Svizzera che è andata contro la prassi europea, blindando gli azionisti, a danno degli obbligazionisti.

In Europa le norme stabiliscono il contriario ovvero che, se l’azzeramento è inevitabile, a pagare devono essere prima gli stockholders, ovvero gli azionisti.

Shock Credit Suisse su bond At1: il caso degli obbligazionisti ‘azzerati’

L’annuncio shock arrivato dall’autorità finanziaria svizzera FINMA ha gelato  l’intero mercato dei bond AT1.

Dopo la notizia di quegli obbligazionisti di Credit Suisse che, da un giorno all’altro, si sono trovati nel portafoglio bond con un valore pari a zero, la paura che anche altri detentori di bond At1 finissero per essere “azzerati” ha travolto il mercato.

L’ansia è poi esplosa quando, nella giornata di giovedì, oltre al balzo dei cds relativi ai bond di Deutsche Bank, alcune indiscrezioni hanno segnalato la decisione di due banche tedesche di ignorare quella che viene considerata una tradizione in essere nel mercato dei bond, ovvero il buyback dei bond AT1 (Additional Tear 1).

Per la precisione, la tedesca Deutsche Pfandbriefbank AG è diventata ufficialmente la prima banca europea a decidere di non esercitare la call option con cui avrebbe provveduto a riacquistare le sue obbligazioni.

E’ vero che, se avesse dovuto rimborsare quelle obbligazioni, la banca teutonica avrebbe dovuto emettere nuovi titoli a rendimenti più elevati. L’istituto ha dunque scelto la strada più conveniente.

Peccato però che, in questo periodo di forti turbolenze sui mercati, l’annuncio sia stato interpretato come una difficoltà da parte della banca a rimborsare i suoi prestiti.

Ansia Deutsche Bank unita a paura bond di due altre banche tedesche

L’annuncio ha inferto così il colpo di grazia a mercati già messi pesantemente sotto stress dall’ossessione di un nuovo evento Lehman Brothers e dalla crisi delle banche iniziata con il crac del 10 marzo scorso di Silicon Valley Bank (SVB) la banca americana più grande a chiudere in battenti dal fallimento di Washington Mutual del 2008, che ha riportato nelle menti degli operatori di mercato il trauma della crisi finanziaria globale del 2008.

Se i problemi si fossero fermati lì, sarebbe stato un conto.

Ma il fallimento di SVB, unito alla chiusura da parte delle autorità federali anche della crypto bank Signature Bank, pochi giorni dopo la liquidazione di Silvergate , ha mandato a picco tutto l’azionario mondiale.

Il caso Credit Suisse e in particolare dei bond azzerati ha poi sfiancato ulteriormente di sell i mercati.

Si è arrivati così a giovedì e a venerdì scorso, con i timori per il destino di Deutsche Bank e gli annunci a sorpresa di queste altre due banche tedesche: una è stata appunto Deutsche Pfandbriefbank, banca attiva nel mercato immobiliare, che ha rinunciato all’opzione di riacquistare i bond AT1 nel mese di aprile; l’altra è stata la banca regionale tedesca Aareal Bank AG che ha comunicato anch’essa l’intenzione di non richiamare le proprie obbligazioni, pur precisando che la decisione non è definitiva.

UniCredit: richiamo bond At1 conferma solidità capitale

La mossa di UniCredit riportata in esclusiva da Reuters, dunque, non stupisce. La banca italiana guidata dall’AD Orcel vuole confermare la solidità dei propri fondamentali.

UniCredit avrebbe per la precisione contattato i supervisori della vigilanza della Bce, informandoli del piano volto a rimborsare in anticipo bond perpetui per un valore di 1,25 miliardi di euro, il prossimo 3 giugno, che corrisponde alla prima data disponibile per rendere esecutivo il richiamo di queste obbligazioni At1.

I bond AT1 di UniCredit pagano una cedola a tasso fisso per i primi 6 anni pari a 6,625% su base semestrale.

L’agenzia Reuters ha precisato che UniCredit ha tempo fino all’inizio di maggio per prendere una decisione finale.

Un’altra fonte vicina alla vigilanza sulle banche europee ha commentato la mossa di UniCredit, spiegando come il rimborso dei bond At1 sia una buona mossa che gli istituti di credito possono adottare per dimostrare la solidità del proprio livello capitale, che – ha precisato la fonte – è tale nel caso di Piazza Gae Aulenti.

E sicuramente è una mossa positiva, se si considera che proprio la notizia dei bond At1 azzerati di Credit Suisse ha scatenato nelle ultime sessioni il panico sul mercato di queste obbligazioni perpetue, che in Europa ha un valore che si aggira attorno ai 275 miliardi di dollari.

La normativa europea richiede che le banche che abbiano intenzione di esercitare l’opzione per richiamare i loro bond At1 presentino una richiesta alle autorità di vigilanza almeno tre mesi prima della data in cui possono ricorrere all’esercizio della call.

Nel caso di UniCredit, la prima finestra utile per esercitare la call corrisponde al prossimo 3 giugno.

La tensione sul mercato dei bond At1 rimane in ogni caso palpabile tanto che, dai dati di Bloomberg, emerge che i rendimenti dei bond At1 emessi dalle banche sono in rialzo di tre punti percentuali rispetto al periodo precedente la crisi che ha travolto il mondo delle banche, poco più di due settimane fa.

Bankitalia spiega cosa sono gli AT1 bond

Gli AT1 bond sono così descritti nel sito della Banca d’Italia:

Identificati come “obbligazioni subordinate additional tier 1 (AT1, conosciute anche come contingent convertibles, CoCos)”, le obbligazioni sono così definite:

“Titoli di debito subordinati computabili nel capitale aggiuntivo di classe 1, così come definiti nel regolamento UE/2013/575, modificato dal regolamento UE/2019/876. Sono strumenti finanziari ibridi che, al ricorrere di determinate condizioni (trigger events) consentono di assorbire le perdite in una situazione di normale operatività della banca mediante conversione in capitale, riduzione in tutto o in parte del valore nominale (write-down) oppure cancellazione di una o più cedole”.