Notizie ETF Tesla non vende la propria quota in Bitcoin

Tesla non vende la propria quota in Bitcoin

24 Luglio 2023 12:20

Superato il periodo di turbolenza, i discorsi di interesse sulle criptovalute tornano ad essere al centro del dibattito e i comportamenti dei grandi investitori diventano una guida seguita da molti risparmiatori. È il caso di Tesla, che settimana scorsa in occasione della pubblicazione dei numeri relativi al secondo trimestre, ha dichiarato di non aver modificato la sua consistente posizione in Bitcoin nei primi sei mesi dell’anno.

Tesla mantiene i Bitcoin

Il produttore di auto elettriche Tesla non ha acquistato o venduto alcun bitcoin per il quarto trimestre consecutivo nel secondo trimestre del 2023.

Il valore netto delle risorse digitali alla fine del trimestre era di $184 milioni, lo stesso degli ultimi tre trimestri. Alla fine del secondo trimestre, il prezzo del bitcoin ha sforato i $30.000, rispetto ai circa $ 28.500 alla fine del primo trimestre.

Tuttavia, le attuali regole contabili non consentono di aumentare la valutazione degli asset digitali quando i prezzi salgono a meno che gli asset non vengano venduti, ma possono essere ridotti quando i prezzi scendono, anche prima di una vendita.

L’anno scorso la società guidata da Elon Musk ha venduto più di 30.000 bitcoin, ovvero circa il 75% della quota totale, pari (nei tempi) a 936 milioni di dollari.

L’evoluzione del Bitcoin come investimento

Se fino alla metà del decennio 2010 non esisteva ancora una modalità di accesso istituzionale al Bitcoin, oggi lo scenario è ben diverso ed un numero sempre maggiore di posizioni in Bitcoin vengono detenute, sia per diversificare il portafoglio, ma anche per accantonare un asset considerato un bene rifugio alla stregua dell’oro fisico. Scrive in una nota Tom Rodgers, Head of Research di ETC Group.

“Da inizio anno, 160.000 BTC sono stati aggiunti all’offerta preesistente. Ciò significa che siamo al 92,38% dell’offerta massima raggiungibile, dato che le regole della rete prevedono un tetto massimo di 21 milioni di monete. È importante notare che il Bitcoin è un bene limitato e che lo stock disponibile di nuovi BTC cresce a un ritmo esponenzialmente più lento nel tempo. Spiega Rodgers. Ciò è evidente soprattutto attraverso la riduzione costante dell’inflazione dell’offerta, che oggi si attesta all’1,78% annualizzato. Questa relativa scarsità, unita a una maggiore adozione e a una domanda più elevata, ne sostiene l’attrattivitá di investimento a lungo termine. La ricompensa in Bitcoin che i minatori ricevono per la conferma delle transazioni sull’omonima blockchain, infatti, viene dimezzata ogni quattro anni in un processo noto come dimezzamento (halving) dei Bitcoin. Il prossimo dimezzamento è previsto per aprile 2024.

L’affinità tra l’offerta di metallo giallo e Bitcoin è quella di essere anelastica, in quanto non può essere aumentata per soddisfare una domanda crescente. Ma mentre i mercati dell’oro possono solo stimare la quantità di metallo estratto negli anni, con il Bitcoin possiamo avere una certezza: 19,4 milioni di BTC, per un valore di 500 miliardi di dollari, sono stati minati dall’ottobre 2008, ovvero da quando la rete è stata messa online.

Bitcoin, la quota dei piccoli investitori in forte aumento

Per quanto riguarda la distribuzione di quei 19,4 milioni di BTC ad oggi estratti, spiega Rodgers, sappiamo che la quota maggiore di Bitcoin è detenuta dalla piattaforma di trading Coinbase, seguita da strumenti come fondi ed ETP e che i minatori di Bitcoin quotati in borsa detengono più di 32.000 BTC (dato aggiornato a giugno 2023). Interessante notare che, secondo gli ultimi dati, circa 3,79 milioni dei 21 milioni di BTC totali risultano ormai persi o permanentemente inaccessibili. Scrive Rodgers.

“Un’importante tendenza costante nell’ultimo decennio è la continua distribuzione di BTC dai possessori più grandi a quelli più piccoli, un segnale della più ampia adozione del Bitcoin. Commenta Rodgers. Dopo aver raggiunto un picco nel febbraio 2021, le entità con saldi superiori a 1.000 BTC sono gradualmente diminuite. Queste entità detengono ora una percentuale molto più piccola dell’offerta totale rispetto ai titolari con saldi pari o inferiori a 1 BTC.  Inoltre, il numero di possessori di Bitcoin puramente retail, caratterizzati da piccole disponibilità (inferiori al 0,01 BTC, ossia 260 dollari circa o meno) è passato da 830.000 nel 2013 a 12 milioni nel 2023.”