Notizie Criptovalute Crypto: Ripple, il tribunale di New York boccia le accuse della SEC

Crypto: Ripple, il tribunale di New York boccia le accuse della SEC

17 Luglio 2023 16:57

Grande sorpresa nel mondo dei crypto asset. Il giudice del distretto di New York, Analisa Torres ha emesso una sentenza, stabilendo che la criptovaluta di Ripple, (XRP), di per sé “non era necessariamente uno strumento di investimento (security)”, contestando, le accuse della Securities and Exchange statunitense Commissione (SEC) nei confronti della società.

La società, che opera su blockchain è fiduciosa che le banche statunitensi e altre istituzioni finanziarie nel paese inizieranno a mostrare interesse nell’adozione del XRP nei pagamenti transfrontalieri in seguito alla sentenza del tribunale di New York. Ed è senza dubbio una nota di ottimismo per Coinbase, attualmente nel mirino della SEC per condotta illegale secondo la legge federale degli Stati Uniti. La reazione del token alla decisione è stata inequivocabile, balzando del 93% in una sola seduta, quella di venerdì scorso. Oggi in lieve calo dello 0,8% a 0,85 dollari. Anche Coinbase ha guadagnato il 30% nel corso della seduta del venerdì scorso.

La battaglia con la SEC

Ripple ha combattuto la SEC (l’equivalente americana della Consob) dal 2020 per le accuse dell’agenzia secondo cui Ripple e due dei suoi dirigenti avrebbero condotto un’offerta illegale del valore di 1,3 miliardi di dollari tramite la vendita della criptovaluta XRP. Ripple ha contestato le affermazioni, insistendo che l’XRP non può essere considerato un titolo (security) ma è più simile a una commodity.

Di conseguenza, negli ultimi tre anni la società ha sofferto delle ripercussioni pesanti, perdendo almeno un cliente e un investitore di alto profilo. Per esempio il gigante statunitense del trasferimento di denaro, MoneyGram, che ha interrotto la partnership con Ripple nel 2021.

Nel frattempo, Tetragon, un investitore con sede nel Regno Unito che in precedenza aveva sostenuto Ripple, ha venduto la sua quota a Ripple dopo aver tentato, senza successo di citare in giudizio la società per riscattare i suoi soldi.

Alla domanda se la sentenza significasse che le banche americane sarebbero tornate a Ripple per utilizzare il suo prodotto ODL (On demand liquidity), Stu Alderoty, Consigliere Legale della società ha risposto: “Penso che la risposta sia sì”. Si tratta di un’attività che facilita i pagamenti interbancari, una specie di alternativa del circuito Swift, basata su blockchain.

Chi è Ripple?

Ripple, società che opera sulla blockchain e ha come obiettivo di facilitare i pagamenti interbancari, ha oltre 900 dipendenti in tutto il mondo, di cui circa la metà negli Stati Uniti. Mentre la XRP è la criptovaluta che la società utilizza per spostare denaro oltre confine. Attualmente è la quinta più grande criptovaluta nel mondo, con una capitalizzazione di mercato di 37,8 miliardi di dollari.

La società utilizza il token come valuta “ponte” per i trasferimenti da una valuta fiat a un’altra, ad esempio da dollari USA a pesos messicani, per risolvere il problema della necessità di conti pre-finanziati all’altro capo di un trasferimento per attendere il denaro da elaborare. Secondo la società XRP può consentire movimenti di denaro in una frazione di secondo.

La sentenza non è una vittoria

Tuttavia, la sentenza non è una vittoria definitiva per Ripple. Mentre il giudice ha dichiarato che la criptovaluta XRP non è una security, ha anche affermato che alcune vendite del token si qualificavano come transazioni in titoli.

Attualmente la società tecnologica, Ripple gestisce la maggior parte delle proprie attività al di fuori degli Stati Uniti. In un intervista a CNBC, Alderoty ha dichiarato che “Ripple, i suoi clienti e le sue entrate sono tutti guidati fuori degli Stati Uniti, anche se abbiamo ancora molti dipendenti all’interno del Stati Uniti”.

Ad esempio, circa 728,9 milioni di dollari di vendite di XRP alle istituzioni con cui la società ha lavorato si sono qualificate come titoli, ha affermato il giudice, affermando che esisteva un’impresa comune, un’aspettativa di profitto.

Alderoty ha ammesso che non non si tratta di una vittoria totale per per la società e che la società studierà la decisione a tempo debito per vedere come influisce sulla sua attività.

“Il giudice Analisa Torres ha scoperto – sebbene non fossimo d’accordo con lei – che le nostre precedenti vendite direttamente ad acquirenti istituzionali avevano gli attributi di una security e di conseguenza avrebbero dovuto essere registrate presso le agenzie”, ha detto Alderoty .