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Tassa extraprofitti banche: il caso Giorgetti e l’attenti dell’FT

9 Agosto 2023 13:00

Tassa extraprofitti banche, l’annuncio arrivato da Salvini invece che dal ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti. L’FT spiega di cosa dovrebbero essere più allarmati gli investitori.

La decisione del governo Meloni di fare dietrofront sulla tassa sugli extraprofitti delle banche riuscirà davvero a calmare i nervi degli investitori che guardano al settore bancario del made in Italy in un’ottica di medio-lungo termine?

Nel riportare la notizia dello shock piombato improvvisamente sulle banche italiane, un articolo del Financial Times ha fatto riferimento all’annuncio della tassa che ha scosso l’Italia due giorni fa, al termine della riunione del Consiglio dei ministri, e che è stato presentato dal leader della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e non dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Giorgetti, di fatto, non si è neanche presentato alla conferenza stampa indetta per presentare i decreti sfornati dall’esecutivo con la cosiddetta manovra d’estate.

 

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Il commento dell’economista Francesco Giavazzi

Un’assenza, quella di Giorgetti, che l’FT (e non solo) ha rimarcato riportando il commento di Francesco Giavazzi, professore di economia alla Bocconi, braccio destro dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi.

“Non si agisce in questo modo – ha commentato Giavazzi – non si tassano le banche senza prima informarle e senza che il ministro delle finanze vada in televisione a spiegare” la mossa.

Vero è che il Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti, ha diramato nella serata di ieri una nota, sottolineando che “la misura (ovvero la tassa sugli extraprofitti delle banche), ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1 % del totale dell’attivo”.

Ma, a prescindere dalla reazione dei titoli delle banche italiane in Borsa, che oggi puntano verso l’alto dopo essere stati massacrati dalle vendite della vigilia, davvero le precisazioni del Mef, così come le modifiche apportate alle soglie della crescita dei margini di interesse superate le quali scatterebbe il prelievo, sono motivo di consolazione per il settore del credito?

L’articolo del Guardian “Italy sets 0.1% cap on windfall tax for banks after market rout” indica che, con la tassa sugli extraprofitti delle banche, lo stato italiano dovrebbe raccogliere introiti per un valore inferiore a 3 miliardi di euro.

La tassa sugli extraprofitti delle banche rimane tuttavia ancora poco chiara nei contenuti e nei danni che potrebbe arrecare: il fatto che il governo Meloni abbia apportato delle modifiche al prelievo non riesce a dissipare i dubbi degli esperti di mercato.

Il Mef ha cercato di rassicurare i mercati, parlando di un impatto non significativo per gli istituti di credito e gli ultimi annunci del governo Meloni sono riusciti a evitare il bis del disastroso sell off che ha fatto della seduta della vigilia un vero e proprio Black Tuesday per le banche, con Mps e Bper che sono affondate di quasi l’11%.

Stamattina, sulle banche italiane sono tornati infatti i buy, tanto che UniCredit è salita fino al 4% nei massimi intraday, posizionandosi in cima al listino con Intesa SanPaolo, Fineco, Banco BPM, Mps.

Il sottoindice di settore FTSE Italia All-Share Banks Index è scattato fino a +3,6%, anche se i tonfi di ieri lo hanno portato a scendere di quasi il 3,3% su base settimanale.

Nel complesso, con il ritorno degli acquisti, i titoli delle banche italiane hanno recuperato stamattina, ha riportato un articolo di Bloomberg , qualcosa come 3,8 miliardi di euro.

Detto questo Karim Cellier, gestore di portafoglio di LMR Partners LLP ha detto ai microfoni di Bloomberg che “sembra esserci ancora un po’ di confusione, riguardo al tetto massimo (dello 0,1% annunciato ieri dal Mef)”.

“Sarà applicato agli asset totali delle banche, agli asset totali delle banche in Italia, o anche agli attivi ponderati per il rischio?”, si è chiesta e ha chiesto Cellier.

Abbiamo bisogno di chiarezza, visto che questi sono elementi chiave per capire l’impatto sulle banche come nel caso di UniCredit, che hanno una forte presenza all’estero”.

Regalo Bce alle banche? Ma occhio a stangata Lagarde su riserve

Certo è che, tra gli investitori e analisti, l’impressione è che la tassa sugli extraprofitti sia una vera e propria punizione, per la redditività che le banche italiane hanno incassato con il sostegno ai loro livelli di NII (margine di interesse) arrivato dalla Bce di Christine Lagarde.

Lagarde

La Bce ha varato di fatto un rialzo complessivo dei tassi che, dalla scorsa estate, è stato pari a 4,25 punti percentuali, e che ha portato il tasso sui depositi dell’area euro – con l’ultima stretta del 27 luglio scorso – a balzare dal -0,5% al 3,75%. Tutto questo, per cercare di sconfiggere la piaga dell’inflazione.

Il punto è che, come è stato ricordato più volte dal governo Meloni e non solo, le banche italiane hanno adeguato ai nuovi livelli dei tassi di interesse soprattutto i tassi sui prestiti, e sicuramente non allo stesso modo i tassi sui depositi, fattore che ha arricchito di conseguenza gli istituti gonfiando i loro spread commerciali, a discapito dei cittadini, alle prese con costi di finanziamento più alti.

Vero è che, chi parla di regali continui della Bce alle banche dell’Eurozona, dovrebbe ricordare che la stessa Christine Lagarde, in concomitanza con l’ennesimo annuncio del rialzo dei tassi, ha fatto anche una brutta sorpresa agli istituti di credito, annunciando il taglio a zero della  remunerazione delle riserve obbligatorie; tanto che Antonio Patuelli, numero uno dell’Abi, non ha fatto niente per nascondere la propria stizza:

“Questa decisione odierna della Bce da ora costerà alle banche, così come è stata ed è onerosa la decisione della Bce dell’autunno scorso di rendere significativamente costosa la residua liquidità concessa dalla Bce alle banche attraverso i piani di finanziamento a lungo termine TLTRO”.

FT: tasse extraprofitti, un colpo alla fiducia degli investitori

In queste ultime ore, un monito all’Italia è arrivato da un articolo del Financial Times che, nel commentare il prelievo sugli extraprofitti delle banche, ha confermato di non essere rimasto neanche troppo convinto dal dietrofront del governo Meloni, scrivendo che “gli investitori di tutto il mondo dovrebbero essere più allarmati dal modo con cui è stata varata la riforma piuttosto che dai dettagli”.

E questo, tra i vari motivi, anche perchè “l’annuncio inatteso è stato fatto in assenza del ministro delle Finanze”.

Non solo. “Il governo ha rivisto le cifre diramando un comunicato stampa, elemento che indica che il ragionamento sulle conseguenze della tassa (sugli extraprofitti) è stato sbagliato o non esistente”.

L’FT ha avvertito tra l’altro che “le tasse sugli extraprofitti sono uno strumento spuntato. Possono riempire le casse dello stato nel breve termine. Ma colpiscono anche la fiducia degli investitori e le prospettive future delle aziende. E questo è doppiamente vero quando le tasse sono grandi e fatte a casaccio”.