Notizie Notizie Italia Intesa SanPaolo: boom utili con spinta tassi Bce. Outlook dividendi

Intesa SanPaolo: boom utili con spinta tassi Bce. Outlook dividendi

28 Luglio 2023 13:13

Intesa SanPaolo: la banca italiana guidata da Carlo Messina ha pubblicato i conti del secondo trimestre e primo semestre del 2023. Boom utili, nei primi sei mesi dell’anno +80%. C’è effetto tassi Bce. E ora si punta a oltre 7 miliardi di utili per l’anno intero.

Intesa SanPaolo, la banca italiana guidata dal ceo Carlo Messina, ha annunciato di aver assistito, nel primo semestre 2023, a un utile netto in crescita dell’80% a 4,222 miliardi di euro, rispetto ai 2.346 miliardi del primo semestre del 2022, e un risultato corrente lordo in crescita del 61% a 6,744 miliardi di euro, dai 4,188 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.

Sempre nel primo semestre del 2023, i proventi operativi netti di Intesa SanPaolo sono saliti del 15,3% su base annua, mentre i costi operativi sono aumentati dello 0,9%.

Intesa SanPaolo ha fatto riferimento a una “elevata efficienza, con un cost/income al 42% nel primo semestre 2023, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee”.

Il costo del rischio (CoR) annualizzato dei primi mesi del 2023 è stato pari a 25 centesimi di punto (da 70 nel 2022, 30 se si escludono gli stanziamenti per l’esposizione a Russia e Ucraina, per overlay e per favorire il de-risking, al netto del rilascio a valere sulle rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di COVID-19), con un overlay pari a 0,9 miliardi di euro”.

Per quanto riguarda la qualità del credito, Intesa ha annunciato che lo stock di crediti deteriorati relativo al primo semestre e dunque a fine giugno 2023, rispetto alla fine di dicembre del 2022, è sceso del 3,6% al netto delle rettifiche di valore e del 2,5% al lordo.

L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è stata pari all’1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo.

Considerando la metodologia adottata dall’EBA – ha comunicato ancora la banca –l’incidenza dei crediti deteriorati è stata pari all’ 1% al netto delle rettifiche di valore e all’1,9% al lordo.

L’istituto ha fatto riferimento agli “elevati livelli” di copertura dei crediti deteriorati, con il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati pari al 49% a fine giugno 2023, e una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 68,2%.

Messo in evidenza anche il robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari allo 0,6% a fine giugno 2023.

La patrimonializzazione è stata definita “molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori
ai requisiti normativi”.

Di fatto, al 30 giugno 2023, deducendo dal capitale circa 3 miliardi di dividendi maturati nel primo semestre, il Common Equity Tier 1 ratio a regime di Intesa SanPaolo è risultato pari al 13,7%, senza considerare circa 120 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive (DTA), di cui circa 30 nell’orizzonte compreso tra il terzo trimestre 2023 e il 2025, rispetto a un requisito SREP – comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer (*) da rispettare nel 2023 pari all’ 8,95%”.

Intesa SanPaolo: utile netto +80% in I semestre. I numeri del II trimestre

Guardando nello specifico al secondo trimestre del 2023, l’utile netto di Intesa SanPaolo si è attestato a 2,266 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,956 miliardi del primo trimestre del 2023 e a 1,303 miliardi del secondo trimestre del 2022. Si tratta di una cifra superiore agli 1,9 miliardi di euro attesi dal consensus degli analisti.

Vale la pena di ribadire come la corsa dell’utile netto sia stata in generale inpressionante in tutto il primo semestre del 2023, visto il boom pari a + 80%, a € 4,222 miliardi, rispetto ai € 2,346 miliardi del primo semestre del 2022.

Tornando al secondo trimestre dell’anno, gli interessi netti di Intesa SanPaolo sono ammontati a 3,584 miliardi, in rialzo del 10,1% rispetto ai 3,254 miliardi del primo trimestre 2023 e del 71,3% rispetto ai 2,092 miliardi del secondo trimestre 2022.

Le commissioni nette sono salite nel secondo trimestre a 2,216 miliardi di euro, in crescita del 3,7% rispetto ai 2,137
miliardi del primo trimestre 2023.

In dettaglio, Intesa SanPaolo ha assistito a un rialzo del 5% delle commissioni da attività bancaria commerciale e dello 0,7% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,…), nel cui ambito ha assistito una crescita del 4,4% per la componente relativa al risparmio gestito (commissioni di performance assenti sia nel secondo sia nel primo trimestre 2023) e dell’1,8% per quella relativa ai prodotti assicurativi e una diminuzione del 16,1% per quella relativa a intermediazione e collocamento di titoli.

Le commissioni nette del secondo trimestre 2023 sono scese invece dell’1,7% rispetto ai 2,255 miliardi del secondo trimestre 2022.

Per la precisione, è stato rilevato un calo del 2,7% le commissioni da attività bancaria commerciale e dello 0,1% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza, “nel cui ambito Intesa SanPaolo ha assistito a una diminuzione del 5,2% per la componente relativa al risparmio gestito (con commissioni di performance pari a 4 milioni di euro nel secondo trimestre 2022) e del 4,3% per quella relativa ai prodotti assicurativi e una crescita del 26,1% per la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli”.

I proventi operativi netti di Intesa SanPaolo sono saliti nel secondo trimestre del 2023 a 6,341 miliardi di euro, in aumento del 4,7% rispetto ai 6,057 miliardi del primo trimestre 2023 e del 18,7% rispetto ai 5,344 miliardi del secondo trimestre 2022.

I costi operativi sono stati pari a 2,675 miliardi di euro, in aumento del 5,5% rispetto ai 2,536 miliardi del primo trimestre 2023, dopo un rialzo del 4,2% per le spese del personale e del 13,5% per le spese amministrative e di una diminuzione del 3,9% per gli ammortamenti.

Rispetto allo stesso periodo del 2022, i costi operativi sono saliti dell’1,3% dai 2,640 miliardi del corrispondente trimestre dello scorso anno, dopo l’aumento dello 0,7% per le spese del personale, dell’1,8% per le spese amministrative e del 3,2% per gli ammortamenti.

Utile netto atteso a ben oltre 7 miliardi nel 2023 con assist Bce

Per quanto riguarda la guidance, Intesa SanPaolo ha annunciato che “per il 2023 si prevede un significativo aumento del risultato della gestione operativa, derivante da una solida crescita dei ricavi trainati dagli interessi netti (interessi netti attesi pari a oltre 13,5 miliardi di euro nel 2023 e in ulteriore crescita nel 2024 e nel 2025) e da un continuo focus sul cost management, e un forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti, con una conseguente crescita dell’utile netto a ben oltre 7 miliardi di euro”.

Anche Intesa SanPaolo, così come UniCredit, ha beneficiato e continua a beneficiare del continuo rialzo dei tassi di interesse varato dalla Bce di Christine Lagarde e, in particolare, dall’effetto delle strette monetarie sugli interessi netti, ovvero sull’NII.

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Proprio ieri la Bce di Christine Lagarde è tornata ad alzare i tassi principali di riferimento dell’Eurozona:

Riguardo alla prossima riunione di settembre, l’Eurotower non ha escluso né la possibilità di un altro rialzo né la prospettiva di una pausa.

Oltre ad alzare i tassi, la banca centrale europea ha annunciato tuttavia una sorpresa negativa proprio per le banche, che ha gettato ombre sull’outlook della loro redditività.

Outlook dividendi

Sul fronte dividendi, la banca gestita dal  ceo Carlo Messina, ha comunicato di prevedere una forte distribuzione di valore, con un payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa 2022-2025.

Intesa ha annunciato tra l’altro che il cda ha previsto come acconto dividendi cash da distribuire a valere sui risultati del 2023 di un ammontare non inferiore a 2,45 miliardi di euro,  aggiungendo che “la delibera consiliare in merito all’acconto dividendi sarà definita il 3 novembre prossimo, in occasione dell’approvazione dei risultati consolidati al 30 settembre 2023, in relazione ai risultati del terzo trimestre 2023 e di quelli prevedibili per il quarto trimestre 2023”.

“Una eventuale ulteriore distribuzione (dei dividendi) – ha precisato la banca – sarà valutata anno per anno”.