Notizie Notizie Italia UniCredit: utili record con Bce-Orcel. Il ceo su M&A, buyback e Russia

UniCredit: utili record con Bce-Orcel. Il ceo su M&A, buyback e Russia

Pubblicato 26 Luglio 2023 Aggiornato 8 Agosto 2023 12:42

Il ceo di UniCredit Andrea Orcel commenta i conti della banca relativi al secondo trimestre e al primo semestre del 2023, ma il titolo UCG stavolta non si infiamma.

Anzi, riduce notevolmente i guadagni, passando da un rally del 3% circa incassato all’inizio della giornata di contrattazioni di Piazza Affari, a un guadagno decisamente più risicato.

Nel presentare gli utili da sogno che hanno caratterizzato questi primi sei mesi dell’anno, Orcel si è mostrato ottimista nel futuro, rimarcando anche alcuni punti fermi della sua strategia:

l’M&A, ovvero il risiko delle banche, rimane un acceleratore, dunque certo non la priorità di UniCredit, che invece è determinata ad andare avanti con il piano di buyback, ovvero di riacquisto delle azioni proprie.

Orcel: buyback investimento migliore dell’M&A

L’M&A è un acceleratore che va considerato alle giuste condizioni e termini, che ora non ci sono – è tornato a dire il Ronaldo dei banchieri.

Tra l’altro “la nostra valutazione è inferiore rispetto a quanto questi risultati dimostrano“.

Dunque, l’obiettivo di Piazza Gae Aulenti è di continuare a “fare in modo aggressivo buyback, che è un investimento migliore dell’M&A che potremmo fare oggi sul mercato”.

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UniCredit, Orcel: non ci aspettiamo un Armageddon con aumento CoR

Nel presentare alla comunità finanziaria i conti di UniCredit, il ceo Andrea Orcel ha parlato della possibilità che il costo del rischio (CoR) aumenti, e certo non solo per UniCredit, ma per tutto il settore.

“A un certo punto il costo del rischio aumenterà per l’intero settore, con qualche caveat”.

Niente Armageddon, ha rassicurato tuttavia il numero uno della banca:

“Non ci aspettiamo comunque un Armageddon nell’aumento del CoR, ma un qualche aumento”.

Tra l’altro, quando lo scenario si concretizzerà, l’istituto potrà contare su “1,8 miliardi di provisions”, che potranno essere utilizzati per “tenerlo (il CoR) più vicino ai 25 punti base” .

A tal proposito, l’amministratore delegato ha detto che UniCredit è molto ottimista sulla capacità di “poter tenere il CoR inferiore a 25 punti base nel 2024 e oltre”.

Effetto Bce sull’NII, ma il ceo precisa

Vale la pena di riassumere i numeri dei conti di UniCredit, prima banca italiana importante ad annunciare la trimestrale e il bilancio dell’intero primo semestre del 2023.

Nel secondo trimestre del 2023 l’utile netto contabile si è attestato a €2,3 miliardi, meglio degli 1,939 miliardi attesi da Equita SIM e gli 1,869 miliardi del consensus.

Nell’intero primo semestre del 2023 l’utile netto ha raggiunto un livello record di €4,4 miliardi, con un incremento del 91,5% semestre su semestre.

Quello che UniCredit ha presentato ai mercati è stato il miglior primo semestre di sempre e, anche, il decimo trimestre consecutivo di crescita della redditività.

L’effetto dei rialzi della Bce sul margine di interesse (NII) è stato di nuovo lampante:

L’NII di UniCredit è ammontato nel secondo trimestre del 2023 a 3,497 miliardi (+6% su base trimestrale, +41% su base annua), meglio dei 3,424 miliardi attesi (da Equita) e dei 3,375 miliardi attesi dal consensus.

Sempre nel secondo trimestre del 2023, i ricavi totali complessivi della banca sono ammontati a 5,967 miliardi, meglio dei 5,702 miliardi attesi da Equita SIM e dei 5,639 miliardi del consensus.

Gli ottimi risultati hanno portato Piazza Gae Aulenti ad alzare di nuovo le stime sugli utili e a promettere una remunerazione ancora più ghiotta agli azionisti.

Equita SIM nella nota odierna ha fatto notare come gli upgrade abbiano interessato diverse voci di bilancio:

  • L’NII, ovvero il margine di interesse di UniCredit, è atteso ora nel 2023 a quota  13.2 miliardi, dai 12,6 miliardi precedenti e i 12.9 miliardi attesi.
  • L’outlook sui ricavi netti è stato migliorato a un valore superiore ai 21.5 miliardi, da una stima precedente di oltre 20.3 ,miliardi e i 20.5bn attesi.
  • La stima sui costi totali è stata lasciata invariata a un valore inferiore ai 9,6 miliardi, in linea con l’outlook di Equita.
  • Il costo del rischio è atteso a un ammontare inferiore ai 25 punti base, rispetto alla robice precedente compresa tra 30-35 punti base e ai 30 punti base attesi.
  • Sorpresa anche dall’utile netto dell’intero 2023, previsto a una cifra superiore di 7,25 miliardi, rispetto all’outlook precedente di un ammontare di oltre 6,5 miliardi e meglio dei 6,8 miliardi attesi.

UniCredit ha migliorato infine anche l’outlook sulla remunerazione agli azionisti, a un valore superiore ai 6,5 miliardi, ovvero il 15% della capitalizzazione di mercato, come fa notare Equita, rispetto alla precedente indicazione di una distribuzione di oltre 5,75 miliardi.

Così come era accaduto nel corso del primo trimestre del 2023, la solidità dei risultati di UniCredit è stata sostenuta dalla carrellata di rialzi dei tassi lanciata dalla Bce di Christine Lagarde, che ha prodotto conseguenze positive soprattutto a favore del NII, il margine di interesse NII.

Il margine ha beneficiato anche del rialzo dello spread commerciale visto che – e su questo un monito è stato lanciato di recente dallo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – i tassi sui depositi si sono adeguati al valore dei tassi dell’area euro in modo meno veloce e meno significativo rispetto a quanto abbiano fatto i tassi sui prestiti.

La questione è stata affrontata dallo stesso numero uno di UniCredit, Andrea Orcel che, ha motivato l’upgrade dell’outlook sia sull’utile netto che sulla remunerazione più ghiotta con “il miglioramento dell’ambiente macro”, esattamente, parola di Orcel con i “tassi alti più a lungo” e con il “pass- through su depositi che va meglio del previsto (specialmente in Italia)”.

Senza togliere nulla all’effetto della Bce, il banchiere ha precisato però anche che “la parte più importante è il continuo impatto della trasformazione del gruppo: se prendi i costi, senza il nuovo piano sarebbero stati più alti a causa dell’inflazione; inoltre, il calo dei costi è fatto in maniera focalizzata, cosa ci consente di investire nel business e nel digitale, quindi investimenti nelle factories, nella distribuzione e nella tecnologia. Tutto ciò poi spinge i ricavi“.

UniCredit, Orcel su 2024 e Russia

Per quanto riguarda l’anno prossimo, Orcel ha invece sottolineato che “il 2024 sarà meno attraente a livello macro”. Detto questo, “la continua accelerazione della delivery del piano può bilanciare questo aspetto”.

Andrea Orcel ha parlato anche di Russia, confermando la strategia volta a ridurre l’esposizione verso il paese:

La nostra strategia non cambia, continuiamo a ridurre l’esposizione verso il paese e continueremo con determinazione in questa direzione”.

Il ceo ha aggiunto che al momento “opzioni di vendita che riconoscono il nostro valore non ci sono” e che nel worst case scenario, ovvero nel caso in cui, così come è accaduto nel caso di altri colossi, Vladimir Putin decidesse di nazionalizzare la controllata russa di UniCredit, le conseguenze sul capitale sarebbero di circa 40 punti base.