Notizie Notizie Mondo Riunione Fed alle porte: prima c’è la doppia prova inflazione. Le stime sul Cpi

Riunione Fed alle porte: prima c’è la doppia prova inflazione. Le stime sul Cpi

Pubblicato 10 Giugno 2025 Aggiornato 11 Giugno 2025 09:15

I dati sul mercato del lavoro arrivati venerdì scorso, la fotografia sui prezzi che verrà scattata domani. La Federal Reserve (Fed) avrà così il quadro completo sullo stato di salute dell’economia Usa in vista della riunione della settimana prossima. Dopo la due giorni di riunioni del Fomc, il braccio operativo della Fed, arriverà mercoledì 18 giugno alle 20 ora italiana l’annuncio ufficiale di politica monetaria. Seguirà poi come di consueto la conferenza stampa del presidente Jerome Powell chiamato a illustrare le decisioni prese e a commentare le nuove proiezioni economiche previste in questo meeting.

Il comitato guidato da Powell riparte dalle decisioni di inizio maggio, quando i tassi sono rimasti inchiodati nel range tra il 4,25%-4,5% (terza volta consecutiva, l’ultimo taglio risale allo scorso dicembre). Fed ritroverà sul tavolo il nuovo employment di maggio (con le nonfarm payrolls migliori delle attese e il tasso di disoccupazione stabile al 4,2%) e l’inflazione in uscita proprio domani.

Iniziamo con la preview per il CPI di maggio atteso in rialzo e le previsioni per le prossime mosse della Fed.

Inflazione in arrivo domani: le stime di Bloomberg

Secondo il consensus di Bloomberg, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un rialzo mensile dello 0,2% a maggio nella componente headline e dello 0,3% nella versione core (in entrambi i casi +0,2% il mese scorso). Su base annua, l’inflazione è attesa in lieve crescita per entrambe le metriche: al 2,5% per l’indice complessivo (dal precedente 2,3%) e al 2,9% per il Cpi al netto dei prezzi alimentari ed energetici (dato precedente pari al 2,8%).

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In attesa dell’uscita del dato sull’inflazione, gli esperti di Goldman Sachs si attendono un aumento dello 0,25% dell’indice CPI core di maggio (rispetto al consenso del +0,3%), corrispondente a un tasso annuo del 2,89% (rispetto al 2,9% del consenso). Prevedono, inoltre, un incremento dello 0,17% dell’indice CPI headline (rispetto al consenso del +0,2%), riflettendo un aumento dei prezzi alimentari (+0,4%) ma un forte calo dei prezzi dell’energia (-1,2%).

La banca d’affari Usa ha individuato quattro tendenze chiave nella composizione, attese nel rapporto di questo mese. “In primo luogo, prevediamo un calo dei prezzi delle auto usate (-0,5%) e un leggero aumento dei prezzi delle auto nuove (+0,1%) – segnalano -. In secondo luogo, prevediamo un aumento più moderato nella categoria delle assicurazioni auto (+0,4%). Ci attendiamo poi una modesta pressione al rialzo da parte delle tariffe su categorie particolarmente esposte, come quelle di beni per il tempo libero e la comunicazione, ma anche prezzi di hotel e tariffe aeree invariati”.

Occhio alla composizione e ai prossimi dati in arrivo

Attenzione massima sulla composizione, con una domanda: quanto peseranno i nuovi dazi imposti ad aprile? Il Beige Book della Fed ha già evidenziato che molte imprese intendono trasferire i costi sui consumatori entro tre mesi. “Se il dato di maggio dovesse già incorporare parte dell’impatto, la narrativa “transitoria” perderebbe forza”, segnala Gabriel Debach di eToro, ricordando che “le opinioni nel board della Fed si dividono: Waller minimizza, Goolsbee avverte che potremmo essere all’ultima fotografia di inflazione moderata, e Kugler parla apertamente di effetti duraturi”.

A completare il quadro giovedì 12 uscirà anche il dato sull’indice dei prezzi alla produzione sempre per il mese di maggio. Secondo il consensus Bloomberg il dato dovrebbe mostrare una risalita su base annua al 2,6% dal precedente 2,4% della passata lettura.

Il quadro macro verrà completato venerdì con la pubblicazione della fiducia preliminare dei consumatori dell’Università del Michigan, un dato anticipatore, utile per cogliere eventuali crepe nelle aspettative d’inflazione.

Aspettando la Fed: tassi ancora fermi a luglio

Tutto pronto per la nuova riunione della Fed del 2025, in arrivo tra una settimana esatta (17-18 giugno la due giorni di riunioni). Nuova pausa o taglio in arrivo? Secondo le indicazioni che arrivano dal FedWatch Tool di CME, sono pari al 99,9% le probabilità che la riunione del 18 giugno si chiuda con una nuova pausa sul fronte dei tassi. Un’indicazione schiacciante che non lascia spazio a molti dubbi. Osservando sempre questo strumento, le possibilità di un taglio dei tassi a fine luglio (la prossima riunione prima dello stop estivo sarà il 30 luglio) è pari a circa il 14,5%.

“Le condizioni economiche sono diventate più incerte, indipendentemente dall’esito delle attuali trattative commerciali. Ciò pone la Fed in una situazione in cui sarà costretta a scegliere tra un aumento dell’inflazione indotto dalle tariffe doganali e un rallentamento della crescita”, indica Martin Van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco.

Dopo aver allentato la politica monetaria di 100 punti base nel secondo semestre del 2024, il Federal Open Market Committee ha mantenuto invariata la fascia obiettivo per il tasso sui Fed funds al 4,25-4,50%. La decisione di mantenere invariati i tassi a maggio è stata segnalata e motivata dalla persistente combinazione di un’inflazione “leggermente elevata” e condizioni “solide” del mercato del lavoro, in un contesto di “accresciuta” incertezza circa l’entità dell’aumento dei prezzi al consumo e del rallentamento della crescita causati dai dazi sulle importazioni. Tuttavia,  spiegano da Robeco, la dichiarazione ha riconosciuto che sono aumentati i rischi di un inasprimento della disoccupazione e di un’accelerazione dell’inflazione. In altre parole: uno scenario in cui gli obiettivi del doppio mandato della Fed sono in tensione.

Il presidente Powell ha ribadito in più situazioni che la Fed non ha fretta di adeguare la propria politica monetaria e sta aspettando maggiore chiarezza. “Poiché la sospensione dei dazi reciproci per 90 giorni non scadrà prima di luglio, sembra probabile un’altra pausa della Fed a giugno. Tuttavia, dato il rischio di un aumento della disoccupazione a seguito del calo delle aspettative di assunzioni da parte delle imprese e la probabile volontà della Fed di evitarlo, la nostra ipotesi principale prevede una ripresa del ciclo di allentamento monetario entro settembre, con un taglio dei tassi complessivi di 100 punti base entro la primavera del 2026”, avvertono da Robeco che assegnano una probabilità del 30% a uno scenario di recessione, in cui potrebbero concretizzarsi tagli dei tassi più consistenti. Al contrario, ritengono che vi sia una probabilità del 25% che la Fed mantenga i tassi di interesse invariati fino al prossimo anno, potenzialmente in risposta a un nuovo aumento delle aspettative di inflazione. In particolare, i mercati dell’inflazione stanno attualmente scontando un aumento dell’inflazione dei prezzi al consumo (CPI) negli Stati Uniti al 3,6% entro settembre, in aumento rispetto al 2,4% del mese scorso.

Considerando questi scenari, concludono gli esperti, la nostra proiezione ponderata sulla probabilità per il tasso dei FedFunds è leggermente superiore a quanto il mercato sta attualmente prezzando per la seconda metà del 2025, ma inferiore alle aspettative di mercato per il 2026.