Powell continua con il “wait and see”: tassi restano invariati ma mette in guardia da rischi per inflazione e disoccupazione

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La Federal Reserve guidata da Jerome Powell prosegue nella sua strategia “wait and see” mantenendo come previsto i tassi sui fed funds ad un range tra il 4,25% e il 4,5%, suggerendo però tra le righe come la politica dei dazi di Donald Trump stia determinando una situazione in cui “i rischi di una maggiore disoccupazione e di una più alta inflazione sono aumentati”.
Nella conferenza stampa al margine dell’annuncio del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, Powell non ha escluso che un impatto negativo dovuto alla strategia di dazi di Donald Trump possa creare tensioni nel doppio mandato della Fed, ma questo deve ancora riflettersi nei dati su cui l’istituto basa le sue decisioni di politica monetaria, quindi la cosa migliore da fare per ora è aspettare.
- Riferimento a rischi per occupazione e inflazione è una novità nel linguaggio del comunicato
- I dazi di Trump e l’impatto sul doppio mandato: la Fed è “ben posizionata” per far fronte agli sviluppi
- Powell rifiuta l’idea di tagli di tassi preventivi: per ora “non dobbiamo avere fretta”
- Il rapporto teso con Trump: “le sue parole non hanno effetto sulla Fed”
Riferimento a rischi per occupazione e inflazione è una novità nel linguaggio del comunicato
L’istituto guidato da Powell persiste così nella sua strategia attendista, anche perché il piano di dazi introdotto da Trump lo scorso 2 aprile – il “Liberation Day” – ha contorni ancora tutti da definire, e le negoziazioni bilaterali con gli altri paesi, in particolare la Cina, devono ancora di fatto cominciare.
“Sebbene alcune fluttuazioni nelle esportazioni nette abbiano influenzato i dati”, si legge nel comunicato, “gli indicatori suggeriscono che l’attività economica abbia continuato ad espandersi ad un ritmo solido. Riconoscendo che “i rischi di una maggiore disoccupazione e di una più alta inflazione sono aumentati”, il Fomc ha introdotto una novità rispetto all’ultimo comunicato.
Tuttavia, questo riguarda il futuro, per cui “l’incertezza sulle prospettive economiche è aumentata ulteriormente.” I dati odierni rilevano come “il tasso di disoccupazione si sia stabilizzato ad un basso livello nei mesi scorsi e le condizioni del mercato del lavoro rimangano solide”, mentre “l’inflazione rimane abbastanza elevata”.
I dazi di Trump e l’impatto sul doppio mandato: la Fed è “ben posizionata” per far fronte agli sviluppi
La Fed, ha detto Powell, è “ben posizionata” per rispondere in maniera adeguata ad ogni potenziale sviluppo economico. Tuttavia ha lasciato intendere che la situazione, a seconda di come si evolverà la strategia dei dazi della Casa Bianca, potrebbe anche creare stress sul duplice mandato della banca centrale di raggiungere la massima occupazione ed un tasso di inflazione del 2% nel lungo periodo. In uno scenario di quel tipo, che potrebbe anche non concretizzarsi mai, la Fed potrebbe essere costretta ad un “trade off”, a scegliere cioè se privilegiare temporaneamente l’uno o l’altro dei suoi due mandati, come già fatto per esempio nel 2022 per far fronte ad un’impennata di inflazione.
In ogni caso Powell ha detto con chiarezza che “se la vasta scala di dazi che è stata annunciata verrà mantenuta, questo porterà un aumento di inflazione, un rallentamento della crescita economica ed un aumento di disoccupazione.”
Per quanto riguarda l’inflazione, è possibile “che gli effetti siano di breve termine e riflettano un aumento una tantum di livello dei prezzi. Ma è anche possibile che effetti inflazionari siano più persistenti”.
Powell rifiuta l’idea di tagli di tassi preventivi: per ora “non dobbiamo avere fretta”
L’atteggiamento di Powell è stato quello di riaffermare più volte la razionalità della posizione “wait and see” dalla Fed. Anche per quanto riguarda possibili tagli dei tassi nei prossimi incontri del Fomc, bisognerà aspettare a guardare i dati. Ha però rifiutato l’idea di operare tagli preventivi, visto che l’inflazione è ancora sopra il livello desiderato ed è possibile che aumenti ancora nel breve periodo. “Non è una situazione in cui possiamo agire preventivamente”, ha detto, reiterando che la risposta sarà chiara solo “quando avremo più dati”.
In ogni caso “non dobbiamo avere fretta”, ha detto Powell. “L’economia è stata resiliente. Sta andando abbastanza bene. La nostra politica è ben posizionata. Il costo di aspettare e vederci più chiaro è abbastanza basso”.
Il rapporto teso con Trump: “le sue parole non hanno effetto sulla Fed”
Le ripetute esortazioni da parte del presidente degli Stati Uniti a tagliare i tassi di interesse per stimolare l’economia “non hanno alcun effetto” sulle decisioni del Fomc, ha detto Powell. “Prenderemo in considerazione sempre e solo i dati economici, le previsioni, il bilanciamento dei rischi e basta. Sono le uniche cose che prendiamo in considerazione.”
Per quanto riguarda la possibilità di un incontro con Trump, Powell ha detto di non aver mai chiesto di incontrarlo, cosa che non ha mai fatto nemmeno con il precedente presidente. “Non c’è mai una ragione perché io chieda un incontro. È sempre stato il contrario.”