Notizie Valute e materie prime Petrolio: standby aspettando il meeting Opec+ di giugno

Petrolio: standby aspettando il meeting Opec+ di giugno

17 Maggio 2024 15:40

Le quotazioni del petrolio si avviano a chiudere la settimana poco mosse. Nell’ultimo periodo, i future su Brent e Wti si sono mantenuti in un range di prezzi piuttosto ristretto, con focus sui dati macro, le scorte statunitensi e le tensioni geopolitiche, in attesa del meeting chiave dell’Opec+ in programma a inizio giugno.

I fattori a sostegno del petrolio

Il Brent viaggia poco sopra gli 83 dollari al barile e il Wti si attesta a 79 dollari, in rialzo rispettivamente dell’8% e di oltre il 10% da inizio anno.

Da un lato, i prezzi sono sostenuti dagli ultimi dati sull’inflazione americana e sulle scorte petrolifere statunitensi. I prezzi al consumo hanno evidenziato segnali di moderazione, con l’indice core in crescita dello 0,3% mensile e del 3,4% annuo, ritmo più basso da tre anni. Il report ha risollevato l’ottimismo degli investitori sulla possibilità che la Fed tagli i tassi due volte quest’anno, con la prima mossa attesa molto probabilmente a settembre. Un contesto di tassi più bassi può favorire la crescita economica e la domanda di petrolio.

I dati dell’Energy Information Administration sulle scorte statunitensi hanno evidenziato una riduzione delle riserve di greggio superiore alle attese (-2,5 milioni di barili). In lieve calo anche gli stock di benzina e prodotti distillati, a fronte di un incremento previsto per entrambi.

L’Aie taglia le stime sulla domanda di petrolio

Dall’altro lato, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) ha tagliato le stime sulla domanda di quest’anno di 140.000 barili al giorno, a circa 1,1 milioni di bpd. La riduzione è legata principalmente a una minore richiesta da parte dei Paesi dell’area Ocse, per via di un’attività industriale contenuta e di un inverno mite che ha limitato i consumi di gasolio.

Le previsioni dell’Aie sono in netto contrasto con quelle dell’Opec, che indica un aumento della domanda a 2,25 milioni di barili al giorno nel 2024. Per il 2025, l’Aie prevede una crescita di 1,2 milioni di bpd (rivista da 1,1 milioni di bpd) e l’Opec di 1,85 milioni di bpd. Le divergenze sono legate in parte alle diverse vedute sul ritmo della decarbonizzazione.

Le tensioni geopolitiche

Sullo sfondo restano i continui rischi geopolitici con cui deve fare i conti il mercato petrolifero, con due conflitti in corso tra Russia e Ucraina e a Gaza. Nelle ultime ore, la raffineria russa di Tuapse è stata incendiata dai droni ucraini, dopo essere già stata fuori uso per tre mesi quest’anno a seguito di un altro attacco.

Riflettori puntati su Opec+ e tagli alla produzione

Nel complesso, i vari fattori si sono più o meno compensati, traducendosi in movimenti limitati da parte dei benchmark del greggio, con la volatilità del Brent sui minimi da marzo. Secondo gli analisti, la fase laterale potrebbe proseguire fino alla prossima riunione dell’Opec+ in programma il 1° giugno. In tale occasione, i membri del cartello e gli alleati dovranno decidere se prolungare ulteriormente i tagli alla produzione, attualmente in vigore fino a fine giugno.

Secondo il team di esperti in commodities di ING “la politica di produzione dell’OPEC+ diventerà sempre più importante man mano che ci avviciniamo alla riunione del prossimo mese. Continuiamo a credere che sia sufficiente un rollover parziale per garantire l’equilibrio del mercato nella seconda metà del 2024. Tuttavia, l’OPEC+ deve anche gestire in qualche modo le aspettative del mercato. Se il consenso inizia a spostarsi verso una conferma totale dei tagli all’offerta, diventerà più difficile per l’OPEC+ fare qualcosa di diverso”.