Petrolio: Brent punta ai 90 dollari dopo il meeting OPEC+
Il petrolio aggiorna i massimi da inizio anno, con il Brent poco distante dai 90 dollari al barile. Nella riunione odierna, l’Opec+ ha confermato i tagli alla produzione fino a metà 2024, mantenendo potenzialmente i mercati in lieve deficit. I riflettori sono già puntati sul meeting di giugno, quando il cartello e i suoi alleati decideranno se prolungare i tagli alle forniture nella seconda metà dell’anno, mentre il greggio continua ad essere sostenuto anche dalle persistenti tensioni geopolitiche.
Opec+ conferma tagli fino a metà 2024
L’Opec+ ha stabilito che i tagli alle forniture di petrolio verranno mantenuti inalterati fino alla fine del mese di giugno. Pertanto, le riduzioni dell’offerta, che sulla carta ammontano a circa 2 milioni di barili al giorno, rimarranno in vigore per tutta la prima metà del 2024.
Il comitato ministeriale congiunto di monitoraggio “continuerà a valutare attentamente le condizioni del mercato” e i membri dell’OPEC+ hanno confermato “la loro disponibilità ad adottare ulteriori misure in qualsiasi momento”, secondo quanto si legge nella dichiarazione post meeting.
Petrolio in rialzo, Brent verso i 90$/b
Il future sul Brent ha toccato un picco di 89,8 dollari al barile, il massimo da ottobre (e dunque anche da inizio anno), con un rialzo di poco inferiore all’1% rispetto alla seduta precedente e un progresso che supera il 16% nel 2024.
Negli ultimi mesi, le quotazioni del greggio sono state sostenute da una serie di fattori, tra cui i tagli dell’Opec+, gli attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche russe e le tensioni in Medio Oriente. Anche la domanda sorprendentemente resiliente di carburante e la prossima riduzione della produzione da parte del Messico hanno contribuito al rialzo delle ultime sedute.
Nel frattempo, i mercati delle opzioni sulla materia prima mantengono un’intonazione rialzista, con i trader alla ricerca di protezione contro gli aumenti dei prezzi.
Da segnalare l’uscita, più tardi, dei dati settimanali sulle scorte statunitensi di petrolio.
Mercato in deficit, possibile aumento costi energia
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), il mantenimento dei tagli alla produzione da parte dell’Opec+ comporterà probabilmente un lieve deficit di offerta nel corso del secondo trimestre. Per JPMorgan, il disavanzo tra domanda e offerta potrebbe i prezzi del petrolio verso i 100 dollari al barile.
Questo potrebbe determinare un aumento dei costi energetici, creando disagi a imprese e consumatori e complicando il lavoro delle banche centrali per raffreddare l’inflazione, in un momento nel quale si cominciano a intravedere i primi tagli dei tassi di interesse.
Tuttavia, per l’Arabia Saudita e i suoi alleati che fondano la propria ricchezza sul petrolio, il rally del greggio permette di incrementare le entrate governative.
Incertezza sul rispetto dei tagli alle forniture di petrolio
I tagli alle forniture dell’Opec+ hanno raggiunto l’obiettivo di restringere il mercato, nonostante alcuni membri chiave come Iraq e Kazakistan non abbiano messo in atto le riduzioni concordate.
Nella riunione odierna, i due Paesi sono stati esortati ancora una volta a rispettare i loro impegni, presentando dei piani dettagliati entro la fine di aprile.
Anche la Russia, che guida l’Opec+ insieme ai sauditi, ha mostrato performance contrastanti. Mosca ha attuato tardivamente i tagli alla produzione di petrolio greggio promessi un anno fa, ma le riduzioni concordate per quest’anno sono ancora più incerte. Le esportazioni di greggio sono in ripresa, mentre le consegne di carburanti come il diesel sono diminuite, anche se questo potrebbe essere legato agli attacchi dei droni ucraini contro le raffinerie russe.
Riflettori puntati sul meeting Opec+ di giugno
L’attenzione è già focalizzata sul meeting di inizio giugno, quando i 22 Paesi dell’Opec+ si riuniranno a Vienna per discutere sull’eventuale prolungamento dei tagli all’offerta nel secondo semestre dell’anno.
Alcuni, come JPMorgan e Standard Chartered, ritengono che l’alleanza possa allentare le riduzioni e ripristinare la produzione, ma altri sono meno fiduciosi. Per l’AIE, una rimozione dei tagli farebbe tornare il mercato mondiale in surplus.
Da un lato, il ministro dell’Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha spesso esortato i colleghi a mantenere la cautela sul ripristino delle forniture. Dall’altro, Paesi come gli Emirati Arabi Uniti sembrano impazienti di sfruttare a pieno la propria capacità produttiva. Abu Dhabi ha citato i tagli dell’Opec+ tra le cause di una revisione al ribasso delle proiezioni di crescita economica.