Notizie Notizie Italia Padoan: Bce ha sbagliato, ora non può fermarsi

Padoan: Bce ha sbagliato, ora non può fermarsi

20 Febbraio 2023 10:34

Pier Carlo Padoan, presidente di UniCredit ed ex ministro dell’Economia, affronta in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, tra le altre cose, il tema Bce e tassi.

Il suo giudizio sull’operato della banca centrale europea guidata da Christine Lagarde? Padoan cita le parole del vicepresidente dell’istituzione, Luis de Guindos: “Ci siamo sbagliati”, aggiungendo. È vero. La cura è giusta, ma quando la cominci, devi finirla. Il problema, se vogliamo, è che forse si è impiegato troppo tempo per agire”.

La Bce di Lagarde si sarebbe mossa troppo tardi contro la fiammata dei prezzi, che è esplosa con la guerra in Ucraina e le successive sanzioni imposte dall’Occidente contro la Russia di Vladimir Putin, ma che aveva iniziato a palesarsi già con il reopening delle economie post lockdown da Covid.

D’altronde, tutti ricordano l’errore commesso sia da Lagarde che da Jerome Powell, presidente della Federal Reserve: quel bollare in modo ostinato l’inflazione alla stregua di fenomeno transitorio.

Certo, come ha detto Lagarde riuscire a prevedere l’esplosione della guerra non era certo facile. Allo stesso tempo, pur se in modo diverso, le premesse di una crescita dell’inflazione erano ben presenti, stando a quanto mettono in evidenza diversi economisti.

La Bce ha però aspettato ad alzare i tassi, così come ha fatto la Fed di Powell. E ora, secondo Padoan, non può fermarsi, pena la perdita di credibilità (già affossata, si potrebbe aggiungere).

“È come gli antibiotici – afferma a La Stampa Pier Carlo Padoan – non li interrompi a metà. Devi mantenere quello che annunci, altrimenti perdi la reputazione”.

Ancora l’ex ministro del Tesoro: “Quando l’inflazione ha iniziato crescere, ci si attendeva un’accelerazione. La Bce non ha reagito immediatamente ma solo in seguito ha operato un repentino cambio di strategia. Ora non può essere smentito, sarebbe un errore doppio”.

Bce: Padoan d’accordo con Fabio Panetta

Nell’ultima riunione del Consiglio direttivo del 2 febbraio scorso, la Bce è andata dritta per la sua strada, alzando i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%.

L’Eurotower è rimasta sorda agli appelli lanciati da più parti sul rischio di commettere un errore, alzando troppo i tassi a fronte di una economia, quella dell’Eurozona, in cui l’inflazione è stata scatenata più da dinamiche dell’offerta che dalla solidità della domanda, diversamente dal caso Usa.

Lagarde ha snobbato del tutto anche gli appelli arrivati dal governo Meloni, confermando il lancio, per il mese di marzo, del QT-Quantitative Tightening: praticamente, la riduzione del suo bilancio, e dunque lo smobilizzo di BTP e dei titoli di stato dell’area euro acquistati in tutti gli anni precedenti con lo strumento diametralmente opposto, il QE o Quantitative easing.

In tutto, la Bce ha alzato i tassi di riferimento di ben 300 punti base da luglio del 2022.

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Per ora la battaglia contro l’inflazione dell’Eurotower è destinata a continuare a ritmi serrati: è stata la stessa Lagarde a ribadire la scorsa settimana, in un discorso proferito al Parlamento europeo, l’intenzione di alzare i tassi di 50 punti base anche a marzo.

Ma dopo, ha chiesto La Stampa a Pier Carlo Padoan, cosa sarebbe opportuno fare? Ci sarà finalmente la svolta? Il presidente di UniCredit lo spera, pur aggiungendo che devono esservi le condizioni.

E aggiunge: “L’importante è che la Bce abbia un’idea chiara delle tendenze di lungo periodo. Non sono obbligati a dirlo, ma è importante che succeda. La politica monetaria è piu un’arte che una scienza e richiede di ragionare su cose che non si vedono”.

Padoan ha dato infine ragione al membro del Comitato esecutivo della Bce Fabio Panetta che, la scorsa settimana, ha citato in un’intervista rilasciata a Bloomberg Lucio Battisti, invitando la banca centrale a “non guidare come un pazzo a fari spenti nella notte”.

Intanto, con i falchi della Bce sembrano avere la meglio sulle colombe, i mercati rivedono al rialzo le proiezioni sui rialzi dei tassi dell’area euro.

Reuters riporta che ora i mercati monetari mostrano come gli investitori stiano scommettendo su un tasso terminale dell’Eurozona (riferimento al tasso sui depositi) attorno al 3,75% entro la fine dell’estate, contro il target del 3,4% previsto all’inizio di febbraio.

Negli ultimi giorni, altre dichiarazioni sono arrivate da altrettanti esponenti del Consiglio direttivo, oltre a Fabio Panetta. A parlare sono stati in particolare, Isabel Schnabel e Francois Villeroy de Galhau, entrambi membri del Consiglio direttivo dell’Eurotower, tedesca lei, francese lui.

Schnabel ha detto chiaramente che “esiste il rischio che l’inflazione si mostri più persistente di quanto prezzato dai mercati finanziari”. Villeroy dal canto suo ha affermato di ritenere che i tassi di interesse dell’area euro testeranno “probabilmente” il picco durante l’estate, e che “sicuramente” non ci sarà alcun taglio nel corso dell’anno.