Notizie Notizie Italia TIM: il punto post conti, piano e parole Labriola

TIM: il punto post conti, piano e parole Labriola

16 Febbraio 2023 13:02

TIM ancora sotto i riflettori: Equita SIM commenta le novità che sono emerse con i conti del 2022, il nuovo piano industriale e le dichiarazioni rilasciate dal ceo Pietro Labriola sulla rete e sul futuro della compagnia telefonica.

Viste le trattative in corso, Labriola non si è espresso sul futuro di Netco, la divisione che gestisce la rete fissa:

Capisco l’interesse per la cessione di Netco ma non faremo alcun commento oggi (ieri per chi legge) su questo tema ed aspetteremo il 24 febbraio, quando si riunirà il CdA per valutare i prossimi passi in base all’offerta che abbiano ricevuto”.

TIM ha ricevuto un’offerta non vincolante da parte del fondo KKR, coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle (cd. ‘Netco’); i mercati attendono ora che si faccia avanti l’asse Cdp-Macquarie.

Labriola ha precisato di non avere interesse a detenere una quota di minoranza nella rete, una volta avvenuta la separazione:

“Strategicamente e industrialmente mantenere una quota di minoranza non sembra un’opzione valida – ha detto nel corso della conferenza stampa dedicata al nuovo piano industriale 2023-2025. La domanda, ha fatto notare il ceo, è la seguente: “Se mantengo una quota di minoranza della rete ho dei vantaggi? Se no, allora qual è il vantaggio di mantenere una quota di minoranza? Allora diventerebbe una partecipazione finanziaria”.

In ogni caso, “dipenderà dalla negoziazione e dalle discussioni in cda”, ha aggiunto.

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TIM verso risiko tlc, Labriola: con vendita rete effetto domino

Il numero uno di TIM si è soffermato piuttosto su quanto aveva anticipato in un’intervista rilasciata a La Stampa e pubblicata ieri, giorno dei conti.

L’eventuale vendita della rete dovrebbe comportare una riduzione del debito ed è chiaro che con un debito ridotto la nostra flessibilità nel giocare un ruolo nel consolidamento del mercato è maggiore”, ha sottolineato il ceo, parlando di effetto domino con la vendita della rete:

Nei tre anni del piano succederà sicuramente qualcosa – ha continuato Labriola – nel caso di una vendita della rete si scatenerà un effetto domino“.

Più precisamente, “nel momento in cui la rete dovesse essere scorporata e venduta, ci sarà un nuovo modello di competizione. E in quel caso saremo in grado di cercare di essere dei player ed essere noi ad attivarci per un consolidamento del mercato“.

Tra l’altro la prospettiva di un risiko delle tc “è un fenomeno naturale”. E per quanto riguarda il modello di aggregazione, sarà il mercato a deciderlo, ma in ogni caso si parla di un trend che non è solo italiano, ma europeo.

Così il ceo Labriola aveva riferito interpellato dal quotidiano La Stampa, rispondendo affermativamente alla domanda se cinque operatori di tlc fossero troppi in Italia:

“Certo, sul fisso e sul mobile. Come Tim abbiamo sollevato con forza il tema. Ma non lo dico solo io. Lo dicono Bisio di Vodafone, Corti di WindTre, e lo dice perfino Levi, di Iliad, ultimo operatore a sbarcare in Italia”.

Alla domanda se in un eventuale risiko delle tlc Tim sarebbe stata predatore o preda, Labriola aveva sottolineato:

“Se vendiamo la rete, superando l’integrazione verticale, possiamo partecipare come attore attivo. Senza la zavorra del debito saremmo più liberi. Credo che adesso tutti abbiano bene a mente che Tim, separando la rete fissa dai servizi, può generare molto valore ed essere più sostenibile”.

Ieri, nel corso della conferenza stampa, Labriola ha rimarcato che “questo è un mercato che vedrà una concentrazione dei player e per essere pronti dobbiamo migliorare le condizioni dell’indebitamento. Questo fa parte delle discussioni in corso. È chiaro che tutte le opzioni presentate durante il Capital market day sono esaminate e stiamo cercando di affrontarle a mente aperta. È una cosa che diciamo sin dall’inizio del 2022. Se tornassimo a marzo 2022 abbiamo detto che dobbiamo darci da fare per migliorare le operation e ridurre in maniera soatanziale il debito se voglia operare in maniera eccellente“.

Tim, il commento di Equita sui conti e nuovo piano

Il ceo di TIM Pietro Labriola ha fatto riferimento anche alla fiducia del mercato:

“Oggi riteniamo che Tim sia più credibile rispetto a un anno fa e vogliamo continuare a riconquistare la fiducia degli investitori”.

Riferimento al “successo del collocamento del bond a gennaio, pari a due volte e mezza l’offerta”, segnale che indica che “il mercato inizia a credere nella nostra azienda. Si tratta di un risultato importante e continueremo ad insistere”.

Nella nota di oggi, Equita SIM fa il punto della situazione in cui si trova TIM, commentando quanto emerso ieri e mettendo in evidenza quelli che sono i principali messaggi arrivati con la conferenza stampa della compagnia.

  1. Intanto, per l’appunto, “No comment su NetCo, date le negoziazioni in corso”.
  2. Chiarite le assunzioni di piano, che includono le nuove tariffe wholesale in fase di approvazione da Agcom e l’incasso delle risorse allocate dal PNRR (c550mn all’anno nel 2023 e 2024), mentre la guidance di CAPEX (4 miliardi all’anno di cui 3,1 miliardi domestici) è indicata al lordo dei pagamenti (quindi cash capex domestici più intorno a 2,6 miliardi nel 2024 e 2025). Tutte le altre iniziative in fase di discussione (inclusione tra energivori, riduzione IVA, abbassamento delle soglie elettromagnetiche, ‘fair share’ ossia proposta di contributi da BigTech ai piani di investimento delle TLC) sono opzioni non incluse nei target e con diversi gradi di probabilità/tempistiche.
  3. Focus per la Consumer su recupero di efficienza e innalzamento dei prezzi (circa € 2 per entrambe le offerte), che riguarderanno sia fisso che mobile e non solo per i nuovi clienti. I test condotti nel quarto trimestre del 2022 hanno evidenziato un impatto contenuto sul churn rate.
  4. Per Enterprise, il management vede opportunità di crescita interessanti (6% CAGR) e di qualità (la guidance sconta un po’ di pulizia di fatturato a minor valore aggiunto).
  5. Molte domande sulla guidance di EFCF (leggermente positivo sui 3 anni cumulati) che era l’elemento sotto le attese, a maggior ragione con cash capex domestici più contenuti. Il management non ha fornito molta granularità su questo punto, segnalando il tema dei maggiori oneri finanziari in arco piano, dei cash-out per DaZN e per l’uscita anticipata del personale.
  6. Consolidamento. Il management vede opportunità dal consolidamento del mercato in arco piano, con TIM in grado di svolgere un ruolo attivo se avrà sufficiente flessibilità finanziaria (da cui l’opportunità di cedere NetCo e risolvere il tema del debito).
  7. Sul tema del dividendo alle risparmio, la proposta sarà formalmente formulata nel CdA di Marzo.  A tal proposito Equita SIM ha sottolineato di non vedere tuttavia spazio per un pagamento fino al completamento dell`operazione NetCo”.

TIM: Equita presenta rischio principale e nuove stime

Guardando al nuovo piano industriale,  le stime di TIM sono state considerate dalla SIM milanese “solide”.

Equita ha sottolineato che il rischio principale è la capacità di implementare il repricing sulla customer base domestica, che dipenderà anche dalle dinamiche competitive”.

Di conseguenza, “a livello di stime, abbiamo alzato i ricavi del 1%, guidati sia dal domestico (sorpresa positiva del 2022) che dal Brazile (assumendo un cambio costante YoY), sostanzialmente confermato l’EBITDA, con una revisione al ribasso del domestico del 1% (minor base 2022) compensata dalla revisione sul Brasile (4%, di cui 3% organico e 1% FX)”.

A livello di utile netto Equita SIM ha invece peggiorato la stima di 100 milioni nel 2023 e 166 milioni nel 2024, per riflettere i maggiori oneri finanziari e D&A leggermente più alte in Brasile. EFCF (equity free cash flow) ridotto dai 900 milioni precedenti cumulati a 466 milioni, alla luce della guidance più prudente, alzando oneri finanziari, tasse e assorbimento da NWC (Net Working Capital, capitale circolante netto”.

Infine, Equita ha sottolineato di aver confermato la valutazione, “costruita come SOTP (valutaziome somma delle parti), con NetCo valutata 18,6 miliardi, ServCo 9,5 miliardi (5x EV/EBITDA) e Brasile 6 miliardi a prezzi di mercato”.