Notizie Notizie Italia Mps: ‘fantasmi’ Viola e Profumo assediano Monte di Stato. Spettro aumento capitale e Tesoro in trappola fino al 2022

Mps: ‘fantasmi’ Viola e Profumo assediano Monte di Stato. Spettro aumento capitale e Tesoro in trappola fino al 2022

22 Ottobre 2020 12:02

I fantasmi del passato tornano ad assediare Mps, proprio nel momento in cui il Tesoro non sa che pesci prendere per liberarsi della quota di maggioranza detenuta nel ‘Monte di Stato’ dal 2017.

Mps: ex vertici Fabrizio Viola e Alessandro Profumo condannati a sei anni
BERGAMO, ITALY – FEBRUARY 09: (L-R) Fabrizio Viola CEO of Monte dei Paschi di Siena bank and Alessandro Profumo President of Monte dei Paschi di Siena attend the 19th ASSIOM FOREX Congress on February 9, 2013 in Milan, Italy. The union of ASSIOM (Association Italian Operating Markets of the Capitals) and ATIC FOREX (The Financial Market Association of Italy) began ASSIOM FOREX in Milan in 2009 bringing together more than 1,500 partners and representing around 450 financial institutions. (Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)

I fantasmi, nella realtà vivi e vegeti, si chiamano Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex presidente di Monte Paschi di Siena, recentemente condannati a sei anni  al termine del processo di primo grado per falso in bilancio e aggiotaggio, in relazione ai derivati Santorini e Alexandria.

La nota odierna di Banca IMI riporta le ultime indiscrezioni di Reuters, che parlano di un cda straordinario che Mps ha indetto per il prossimo 29 ottobre, al fine di approvare accantonamenti extra per far fronte alla zavorra di rischi legali, che già prima della condanna di Viola e Profumo, era piuttosto pesante, pari a quasi 10 miliardi.

La domanda è: di quanto l’ammontare già elevato di rischi legali potrà salire, con un eventuale impatto sui conti della condanna degli ex vertici?

Nella sua edizione odierna il Sole 24 Ore scrive che “al momento rumors di mercato stimano in 500/700 milioni gli extra accantonamenti che la banca conta di mettere a bilancio per tutelarsi dai nuovi rischi legali, in particolare da quelli derivanti dalla richiesta danni della Fondazione Mps, che ha chiesto risarcimenti per 3,8 miliardi per le vicende legate ai derivati Santorini e Alexandria”.

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Sulla base di queste indiscrezioni, gli analisti di Banca IMI calcolano che “accantonamenti extra per un valore di 500-700 milioni di euro impatterebbero negativamente il CET1 di Mps di 60-80 punti base, riducendo il CET1 FL (fully loaded) a seguito della scissione degli NPL ad Amco, al 9-9,2%”. E “noi consideriamo un CET1 vicino al 9% non sufficiente per fronteggiare il deterioramento della qualità degli asset che stimiamo a partire dal 2021, a seguito della crisi COVID-19 – aggiungono gli analisti -, così come non possiamo escludere che un aumento di capitale diventi necessario, prima che venga avviato un processo di consolidamento (M&A) per MPS”.

Insomma, altro che fusioni e potenziali pretendenti vari, che per ora non ci sono neanche, visto che Mps continua a confermarsi la banca che nessuno vuole.

Certo, la nomina dell’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan alla carica di presidente di Mps ha rinfocolato nuovi rumor sul risiko bancario, riproponendo sul tavolo alcune opzioni come quella di un accordo con UniCredit. Ma l’ipotesi appare sempre più lontana, se si considera che l’operazione di pulizia di bilancio che la banca senese è riuscita a fare vendendo il suo carico di crediti deteriorati ad Amco non si è ancora conclusa. Bisogna ancora risolvere la grana del rischi legali.

E il Sole 24 Ore scrive che, anche se non definitiva (sia Profumo che Viola hanno annunciato di voler fare ricorso), “la decisione del Tribunale di Milano è destinata ad aumentare il rischio di soccombenza della banca rispetto alle molteplici cause legali a cui è stata chiamata a rispondere. E a ridurre pericolosamente il buffer di capitale a disposizione, aumentando così in prospettiva le probabilità di una ricapitalizzazione da parte dell’azionista di maggioranza Mef”.  Dunque, da parte dello Stato, che rimarrebbe incastrato nel capitale del Mps probabilmente fino alla metà del 2022, sempre secondo recenti indiscrezioni del quotidiano.

Alle 12 circa ora italiana il titolo Mps scende di oltre -2%. Non proprio una performance da eventuale possibile e soprattutto desiderata preda.