Microsoft sfida Apple, chi varrà di più in futuro?
Prosegue il testa a testa fra Apple e Microsoft per il trono di società con la maggior capitalizzazione di mercato al mondo. Nell’ultimo anno il boom dell’intelligenza artificiale ha portato la società di software a ridurre il gap con l’azienda di Cupertino, ma la corsa a due è destinata a durare anche in futuro.
Sorpasso e controsorpasso tra Microsoft e Apple
Nella seduta di ieri Microsoft ha momentaneamente scavalcato Apple in termini di capitalizzazione, ma non è riuscita a confermare il primato a fine seduta. Le azioni Microsoft hanno chiuso in rialzo dello 0,5% a 384,63 dollari, prezzo che corrisponde ad una market cap di 2.858 miliardi di dollari. Apple invece ha archiviato gli scambi con un calo dello 0,3% a 185,59 dollari, vedendo il suo valore di mercato scendere a $2.869 miliardi.
Il dominio dell’azienda di Cupertino dura ormai dal 2021, ma nell’ultimo periodo il divario si è notevolmente assottigliato, fino a portare i due giganti pressoché sullo stesso piano. Nell’ultimo anno il titolo Microsoft ha guadagnato circa il 64% ed Apple il 38%, perdendo terreno dopo essere stata la prima società di sempre a raggiungere i 3 trillioni di market cap.
Le due costituiscono complessivamente circa il 14% dell’indice S&P 500 ponderato in base al valore di mercato, che nello stesso periodo ha guadagnato il 20%. Dal 2019 ad oggi solo Amazon e Saudi Aramco hanno potuto competere con questi due colossi, che oggi si contendono il primato mondiale.
Microsoft e Apple: strategie di crescita differenti
La competizione tra Microsoft e Apple risale ai tempi della guerra tra Windows e Macintosh, ma nel tempo le due società hanno preso direzioni divergenti, focalizzando l’attività su altre linee di business.
Il successo di Apple si è basato sempre più sulla popolarità dell’iPhone, il cui peso sul fatturato è passato dal 2% del 20007 al 49% attuale, mentre la società con sede a Redmond ha puntato sul segmento Intelligent Cloud, che genera il 43% del giro d’affari. La quota di ricavi relativa ai personal computer è diminuita in entrambi i casi: dal 42% al 9% per i Mac e dal 41% al 24% per i pc Windows.
Per diversificare le entrate Apple sta cercando di incrementare le entrate dai servizi, mentre Microsoft punta forte sull’intelligenza artificiale, dopo l’investimento in OpenAI di un anno fa, che le ha permesso di porsi in una posizione privilegiata nei confronti del megatrend dominante del 2023.
Focus sulle trimestrali in arrivo
Al momento, le prospettive sembrerebbero più favorevoli a Microsoft che ad Apple. Il trend dell’AI pare in grado di mantenere lo slancio degli ultimi mesi, mentre l’azienda di Cupertino si trova alcuni venti contrari, fra cui un rallentamento della domanda di iPhone e le eventuali restrizioni in Cina, nell’ambito delle tensioni tra Washington e Pechino. Cautela anche per quanto riguarda il prossimo lancio dell’ultimo prodotto di Apple, il Vision Pro, anche per via del prezzo tutt’altro che economico.
Nelle prossime settimane le due società diffonderanno le rispettive trimestrali, da cui emergeranno senz’altro indicazioni utili per capire di più sul futuro delle due società. Apple rilascerà i conti il 1° febbraio, Microsoft non ha ancora annunciato la data del Cda.
Secondo le stime degli analisti, le entrate di Microsoft dovrebbero evidenziare un incremento su base annua di circa il 16% a 61 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, mentre per Apple è prevista una crescita modesta, sotto l’1%, a 118 miliardi di dollari.
I giudizi degli analisti su Microsoft e Apple
Esaminando i giudizi degli analisti sui due titoli, Apple raccoglie 32 Buy, 16 Hold e 5 Sell (dopo i due downgrade di inizio 2024), con un target price medio di $198,77 che implica un guadagno potenziale del 7,1%.
Microsoft invece evidenzia 59 Buy, 6 Hold e nessun Sell, con un prezzo obiettivo medio di $418,82 che comporta un upside ipotetico dell’8,9%.
In ogni caso, le due società sembrano destinate a spartirsi anche in futuro i primi due posti nella classifica delle capitalizzazioni di mercato globali, ma saranno probabilmente le prossime scelte strategiche a determinare quale delle due prevarrà nel lungo periodo.