Meta e il delirio metaverso di Zuckerberg. L’ex Facebook affonda in Borsa dopo conti III trimestre: la fuga dal titolo continua
Meta Platforms continua a perdere colpi, e la prova del nove arriva con i conti del terzo trimestre, che rinfocolano i dubbi sulla scommessa metaverso lanciata dal ceo Mark Zuckerberg: scommessa che ha portato lo stesso Mr. Big Short Michael Burry, giorni fa, a paventare il peggio per la Big Tech Usa ex Facebook.
Il colosso americano ha annunciato la trimestrale alla vigilia, dopo la fine delle contrattazioni di Wall Street: i bilanci appena resi noti da altri titani del calibro di Alphabet e Microsoft avevano già confermato nei giorni precedenti i timori sui conti dell’intero settore tecnologico Usa che sta scontando, tra le molte altre cose, il calo delle entrate pubblicitarie digitali, legato al forte rallentamento dell’economia globale.
Un alert in tal senso era arrivato ancora prima dalla società nota per la sua APP di messaggistica SnapChat, ovvero Snap, che aveva scritto nero su bianco quanto segue:
“Stiamo scoprendo che i nostri partner pubblicitari in molti settori stanno riducendo i loro budget di marketing, soprattutto di fronte a venti contrari dell’ambiente operativo, pressioni sui costi a causa dell’inflazione”.
Ma la trimestrale appena snocciolata da Meta Platforms non conferma solo la crisi che sta azzannando l’intero settore hi-tech: i numeri avallano il timore che azionisti e strategist stanno manifestando da tempo: ovvero che il ceo Mark Zuckerberg sta esagerando con il suo sogno metaverso.
Meta: sogno metaverso Zuckerberg assediato da critiche
Sogno che per qualcuno è un delirio, per altri un chiodo fisso, per tutti una sorta di ossessione che sta distraendo il numero uno dell’ex Facebook dall’affrontare con urgenza sfide più importanti. E’ certo vero che le Big Tech Usa non stanno affatto vivendo un momento d’oro.
Tuttavia, nei primi nove mesi del 2022, il titolo Meta Platforms è stato tra i 5 peggiori performer di tutto l’S&P 500, incassando una perdita pari a -59,66%.
Dall’inizio dell’anno, la fuga dalle azioni Meta si è tradotta in un crollo pari a -61,5%, rispetto alla flessione del 30% circa dell’indice Nasdaq 100, mentre dal giorno dell’annuncio relativo alla decisione di cambiare il nome da Facebook a Meta, ovvero dal 28 ottobre del 2021, la caduta è stata pari a -59%.
A dispetto di Zuckerberg, inoltre, nel terzo trimestre a deludere è stata la stessa divisione creata per lo sviluppo del metaverso.
Per la precisione, il fatturato della divisione Reality Labs di Meta Platforms, che scommette sul business del metaverso e che produce i visori per la realtà virtuale, è sceso di quasi la metà su base annua, precipitando a $285 milioni, a fronte di una perdita che si è ampliata a $3,67 miliardi, rispetto ai $2,63 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. (tabella con fatturato Reality Labs)
Il segno meno è stato peggiore inoltre di quanto stimato dagli analisti che, per l’unità, avevano previsto una perdita di 3,09 miliardi. Impietoso il commento del Wall Street Journal sulla trimestrale del gruppo, nell’articolo “Meta: Meta’s Reverse Darkens Mark Zuckerberg’s Dream”, con cui profetizza nuove ombre per il sogno metaverso di Zuckerberg.
Meta: utile netto III trim crolla -52%, margine operativo al 20%
Queste, la voci principali del bilancio di Meta, che hanno messo in evidenza come il colosso guidato da Mark Zuckerberg abbia sofferto il secondo trimestre consecutivo di flessione del fatturato, prevedendo tra l’altro un ennesimo calo delle vendite per il quarto trimestre dell’anno.
- L’utile per azione (EPS) di Meta Platforms-ex Facebook si è attestato a $1,64, livello inferiore rispetto agli $1,89 attesi, secondo gli analisti intervistati da Refinitiv.
- Il fatturato è stato pari a $27,71 miliardi, lievemente migliore dei $27,38 miliardi attesi dal consensus, in calo del 4%.
- I costi sono saliti del 19% su base annua a $22,1 miliardi.
- L’utile operativo è affondato del 46% su base annua a $5,66 miliardi.
- Il margine operativo di Meta è scivolato al 20% dal 36% dello stesso periodo dell’anno scorso
- L’utile netto è crollato del 52% a $4,4 miliardi.
- Il numero degli utenti attivi giornalieri di Meta -Daily Active Users (DAUs) – è stato di 1,98 miliardi, come da attese.
- Il numero degli utenti attivi mensili -Monthly Active Users (MAUs)- è stato pari a 2,96 miliardi, superiore ai 2,94 miliardi previsti.
- Il fatturato medio per utente (Average Revenue per User (ARPU) si è attestato a $9,41, livello inferiore rispetto ai $9,83 attesi. Deludente l’outlook per il quarto trimestre dell’anno:
Oltre alla pressione sul fatturato e sulla sua redditività, Meta è stata costretta ad annunciare di prevedere per il quarto trimestre un fatturato compreso tra $30 e $32,5 miliardi, livello inferiore ai $32,2 miliardi attesi dal consensus.
I risultati appena comunicati rischiano di mettere all’angolo il sogno metaverso del ceo di Meta, che sta cercando di trasformare il gruppo da un semplice social media alla prima società di metaverso.
Nel corso dell’evento Meta Connect dell’inizio di questo mese, Mark Zuckerberg ha presentato il futuro di Meta, annunciando collaborazioni con Microsoft e Accenture e lanciando il nuovo visore Quest Pro, con un prezzo di listino di $1.500.
In generale, l’ansia metaverso di Zuckerberg è costata alla Big Tech 10 miliardi di dollari nell’intero 2021. E, tornando a Reality Labs – orientata allo sviluppo del metaverso e in generale della realtà virtuale e realtà aumentata – la divisione ha perso nell’intero 2022 ben $9,4 miliardi.
Ma dalla conference call con gli analisti, non è emersa alcuna intenzione da parte di Zuckerberg & Co di fare dietrofront rispetto alla grande scommessa. Eppure le note stonate sono ben presenti: nel commentare i risultati di bilancio, il direttore finanziario di Meta Dave Wehner ha attribuito il calo di quasi -50% del fatturato della divisione, a $285 milioni, alle “vendite più basse del Quest 2”.
Nella trimestrale di Meta si legge inoltre che “riteniamo che le perdite operative di Reality Labs del 2023 cresceranno in modo significativo su base annua”.
Ciò nonostante, si va avanti, visto che “al di là del 2023, prevediamo di calibrare gli investimenti in Reality Labs (leggi nel metaverso), in modo tale da centrare il nostro obiettivo di far salire l’utile operativo complessivo del gruppo nel lungo periodo”.
Di fronte alla platea degli analisti attoniti che hanno partecipato alla conference call indetta dopo la pubblicazione del bilancio, Zuckerberg ha ribadito insomma la propria convinzione, pur ammettendo che, “ovviamente, il metaverso rappresenta un insieme di sfide su cui stiamo lavorando guardando a un’ottica di più lungo termine”: detto questo, il fatto che qualcosa sia sperimentale non significa “che non finirà con l’avere successo”.
Durante la call il ceo ha detto di essere ben consapevole delle sfide a cui Meta fa fronte, inclusa quella legata all’aggiornamento della privacy di Apple a iOS del 2021 che, in generale, rende più difficile per i social media sfornare spot pubblicitari mirati per gli utenti, e che si traduce dunque in un indebolimento dell’attività pubblicitaria e conseguenti entrate pubblicitarie online.
C’è poi la competizione, ha detto Zuckerberg, rappresentata da players come TikTok.
Ma gli investimenti di più lungo termine nel metaverso, ha continuato l’AD, “forniranno maggiori ritorni nel corso del tempo”. Sarà: fatto sta che la Borsa non approva la scommessa metaverso di Meta Platforms, e suona di nuovo un campanello d’allarme: la pubblicazione della trimestrale fa scivolare il titolo dell’ex Facebook di del 19%, ampliando le perdite dell’azione, che si è confermata tra le cinque peggiori dello S&P 500 nei primi nove mesi dell’anno. Nelle contrattazioni afterhours di Wall Street, i sell off scatenati hanno portato le quotazioni ad affondare a $108, ovvero ai minimi dal marzo del 2016.
Meta nella bufera: da Michael Burry all’azionista che è sbottato
Qualche giorno fa, l’azionista di lungo termine Altimeter Capital Management è sbottato, inviando una lettera aperta ai vertici della società americana, firmata dal presidente e ceo della società di investimenti, Brad Gerstner. Questo, dopo il monito incassato da Meta da Mr. Big Short Michael Burry che, su Twitter, aveva così scritto: “Seems Meta has a New Coke problem”, facendo un paragone tra la strategia di Zuckerberg e la ricetta “New Coke” che il colosso delle bevande analcoliche Coca-Cola lanciò nel 1985, con esiti disastrosi.
Gerstner ha chiaramente chiesto un cambio di rotta a Zuckerberg, scrivendo che è arrivato il momento, per l’ex Facebook, di sfornare un piano che riporti la magia, che restituisca “il mojo”, come ha detto l’investitore, scrivendo nella missiva l’espressione “mojo back”.
Come ? Tagliare il personale del 20% e porre un argine alle spese che il gruppo sta facendo, investendo tanti fin troppi bigliettoni verdi nella tecnologia del metaverso. Il limite deve essere fissato a 5 miliardi di dollari l’anno, il che significa basta ai mega investimenti di Zuckerberg in VR software e in hardware volti a creare il metaverso, avatar vari e altre realtà virtuali annesse e connesse:
“E’ necessario che Meta ripristini la fiducia degli investitori, dei dipendenti e della comunità tech, al fine di attrarre, ispirare e conservare le persone migliori del mondo. In poche parole, Meta ha bisogno di rimettersi in forma e di tornare a concentrarsi“, ha scritto Gerstner.
Lo scorso 11 ottobre, Meta ha annunciato il lancio di un nuovo visore a fascia alta, il Quest Pro. Tuttavia, ci sono pochi segnali che indicano che le APP sul metaverso di Meta, come quella di Horizon Worlds, stiano davvero conquistando il pubblico.
“In più – ha fatto notare Gerstner – da parte delle persone c’è confusione anche su cosa il metaverso significhi. Se il gruppo investisse 1-2 miliardi di dollari l’anno in questo progetto (dunque molto meno di quanto sta puntando ora), allora magari quella confusione non sarebbe neanche un problema”.
Più volte il ceo di Meta ex Facebook Mark Zuckerberg ha rimarcato la sua fiducia nel metaverso.
Hanno colpito le dichiarazioni rilasciate in un’intervista alla Cnbc qualche mese fa, quando il manager ha pronosticato un esercito di 1 miliardo di persone pronte a fare shopping con i loro avatar.
Giorni fa è arrivata sul titolo Meta la stangata di Bank of America, con l’analista Justin Post che ha rivisto al ribasso il rating da “buy” a “neutral”, citando i timori legati al trend delle entrate pubblicitarie, alla competizione e alle ambizioni sul metaverso. Il target price a 12 mesi è stato sforbiciato dal precedente $196 a $150. Mark Zuckerberg decida il da farsi, ritornando magari alla realtà: quella vera, non quella virtuale o aumentata.