Meta: titolo -60% da cambio nome. Azionista dice basta ossessione metaverso: tagli 20% dipendenti, punti sul ‘mojo back’

Meta nella bufera: l’ex Facebook di Mark Zuckerberg è sempre più assediata dalle critiche, con gli azionisti che iniziano a esprimere il loro dissenso a voce alta, frustrati dai troppi sogni ad occhi aperti che il ceo del gruppo sta facendo sul metaverso.
Il sogno metaverso, metaverse in inglese, sembra essere diventato secondo alcuni una vera e propria ossessione del numero uno del gruppo, a scapito del titolo, che in Borsa sta pagando la carica dei sell:
stando ai dati della Cnbc, nei primi nove mesi del 2022, il titolo Meta Platforms è stato tra i 5 peggiori performer di tutto l’S&P 500, incassando una perdita pari a -59,66%.
Dall’inizio dell’anno, la fuga dalle azioni Meta si è tradotta in un crollo pari a -61,5%, rispetto alla flessione del 30% circa dell’indice Nasdaq 100, mentre dal giorno dell’annuncio relativo alla decisione di cambiare il nome da Facebook a Meta, ovvero dal 28 ottobre del 2021, la caduta è stata pari a -59%. Era solo questione di tempo: alla fine l’azionista di lungo termine Altimeter Capital Management è sbottato, inviando nelle ultime ore una lettera aperta ai vertici della società americana, firmata dal presidente e ceo della società di investimenti, Brad Gerstner.
Di recente un monito alla strategia di Meta era arrivato anche da Mr. Big Short Michael Burry che, su Twitter, aveva così scritto: “Seems Meta has a New Coke problem”, facendo un paragone tra la strategia di Zuckerberg e la ricetta “New Coke” che il colosso delle bevande analcoliche Coca-Cola lanciò nel 1985, con esiti disastrosi.
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Gerstner ha scritto nero su bianco che Meta ha troppi dipendenti e che si sta muovendo anche troppo lentamente nel cercare di conservare (ed è il caso di dire, anche ripristinare) la fiducia degli investitori.
E’ arrivato il momento di sfornare un piano che riporti la magia, che restituisca “il mojo”, come ha detto l’investitore, scrivendo nella missiva l’espressione “mojo back”. Come farlo? Tagliare il personale del 20% e porre un argine alle spese che il gruppo sta facendo, investendo tanti fin troppi bigliettoni verdi nella tecnologia del metaverso.
Il limite deve essere fissato a 5 miliardi di dollari l’anno, il che significa basta ai mega investimenti di Zuckerberg in VR software e in hardware volti a creare il metaverso, avatar vari e altre realtà virtuali annesse e connesse:
“E’ necessario che Meta ripristini la fiducia degli investitori, dei dipendenti e della comunità tech, al fine di attrarre, ispirare e conservare le persone migliori del mondo. In poche parole, Meta ha bisogno di rimettersi in forma e di tornare a concentrarsi“, ha scritto Gerstner.
Da segnalare che Altimer Capital deteneva alla fine del secondo trimestre di quest’anno più di 2 milioni di azioni Meta. Il contenuto della lettera sembra bocciare l’ansia di Zuckerberg di espandersi nel metaverso, nella realtà virtuale e nella realtà aumentata.
Soprattutto, viene bocciata la decisione dell’amministratore delegato di investire 10 miliardi all’anno nella tecnologia orientata a concretizzare il sogno del metaverso, che molti bollano come semplice delirio. Una scommessa che si è scontrata con le critiche di molti: d’altronde, la crescita del fatturato dell’ex Facebook ha già rallentato il passo, tanto che il colosso è stato già costretto a tagliare i costi e a congelare le assunzioni, per far fronte a una competizione che si fa tra l’altro sempre più agguerrita.
Ciliegina sulla torta, oggi è andata in tilt anche l’APP di Meta Whatsapp.
‘Meta needs to get its mojo back’. Azionista dice basta spese folli metaverso
Brad Gerstner si è lamentato del fatto che, “così come altre società che si sono ritrovate in un mondo a tassi zero (un mondo che ha avuto anche lunga vita, con la politica a tassi zero di diverse banche centrali, Bce, Fed in testa), Meta è deragliata nell’eccesso: troppe persone, tropppe idee, troppa poca urgenza”. E’ ora, dunque, che “Meta si riprenda la sua magia”.
Alias: “Meta needs to get its mojo back”.
Il numero uno di Altimer Capital non si è certo limitato alle critiche, presentando la sua cura, volta a far risalire il gruppo nell’Olimpo delle Big Tech Usa.
Secondo Gerstner, per raddoppiare il suo flusso di cassa a $40 miliardi l’anno, Meta dovrebbe tagliare il personale di almeno il 20%, ridurre il capex di almeno 5 miliardi, a 25 miliardi di dollari, e limitare per l’appunto gli investimenti nel metaverso e nei Reality Labs a $5 miliardi l’anno.
Lo scorso 11 ottobre, Meta ha annunciato il lancio di un nuovo visore a fascia alta, il Quest Pro. Tuttavia, ci sono pochi segnali che indicano che le APP sul metaverso di Meta, come quella di Horizon Worlds, stiano davvero conquistando il pubblico.
“In più – ha fatto notare Gerstner – da parte delle persone c’è confusione anche su cosa il metaverso significhi. Se il gruppo investisse 1-2 miliardi di dollari l’anno in questo progetto (dunque molto meno di quanto sta puntando ora), allora magari quella confusione non sarebbe neanche un problema”.
Riguardo ai tagli al personale consigliati, pari al 20%, l’investitore ha detto di ritenere che, in questo modo, Meta tornerebbe allo staff dell’anno scorso, in un contesto tra l’altro che non giustifica spese folli, vista l’intensità con cui il costo del capitale e i tassi di interesse sono cresciuti di recente.
Gerstner ha rassicurato infine di non avere intenzioni bellicose: l’obiettivo di Altimer Capital non è quello di dare ordini a Meta, ma di collaborare con i vertici. Anche perchè “Noi crediamo in questo team”, si legge infatti nella missiva.
Nessuna risposta è arrivata al momento dalla società diretta interessata.
“Crediamo che le raccomandazioni descritte sopra possano creare una società più agile, più produttiva, e più concentrata: una società che recuperi la sua fiducia e il momentum – ha sottolineato ancora Brad Gerstner –Una società, dunque, con il “mojo back”.
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Più volte il ceo di Meta ex Facebook Mark Zuckerberg ha rimarcato la sua fiducia nel metaverso.
Hanno colpito le dichiarazioni rilasciate in un’intervista alla Cnbc qualche mese fa, quando il manager ha pronosticato un esercito di 1 miliardo di persone pronte a fare shopping con i loro avatar.
Ieri il titolo Meta ha ceduto lo 0,22%, a quota $129,72.
Meta Platforms annuncerà i conti del terzo trimestre domani, mercoledì 26 ottobre, dopo la fine della sessione a Wall Street. Il consensus di Zacks prevede un utile per azione a $1,82, in calo del 43,5% su base annua, su un fatturato di $27,44 miliardi, in ribasso del 5,4% su base annua.
Ieri è arrivata la stangata di Bank of America, con l’analista Justin Post che ha rivisto al ribasso il rating su Meta da “buy” a “neutral”, citando i timori legati al trend delle entrate pubblicitarie, alla competizione e alle ambizioni sul metaverso.- Il target price a 12 mesi è stato sforbiciato dal precedente $196 a $150.