La nuova GameStop si chiama Bank of Japan: rally da meme stock, febbre retail trader anche in Giappone
GameStop, Nokia, AMC Entertainment…e las Bank of Japan. Si, proprio la BoJ, la banca centrale del Giappone, che potrebbe essere diventata l’ultima delle meme stocks più popolari, prese d’assalto dalla carica di buy degli investitori retail.
Probabilmente molti non sanno neanche che la Bank of Japan è quotata in Borsa: e invece è proprio così. Oltre a fare incetta di ETF azionari in patria, la Bank of Japan è quotata: per la precisione, nella sezione Jasdaq del Tokyo Stock Exchange.
Nelle ultime ore, la BoJ è tornata al centro dell’attenzione, e non tanto per la sua Mission Impossible di far salire il tasso di inflazione del Giappone, una missione impossibile nota al mondo anche molto tempo prima che esplodesse la pandemia del coronavirus Covid-19; il motivo è che, nella sessione di lunedì, le sue quotazioni sono balzate di ben il 18%, testando il limite di rialzi giornalieri, e volando al ritmo più alto dal 2005, in oltre 15 anni, a 33.000 yen.
Del caso parla un articolo di Bloomberg, mettendo in evidenza come, in quanto asset, sia difficile considerare il titolo della banca centrale appetibile, visto che non conferisce diritti di voto e i dividendi che eroga sono estremamente limitati.
Ma “in un’era in cui le sneakers sono una classe di asset e una criptovaluta parodia vale 6 miliardi di dollari (riferimento al trend spesso stellare del Dogecoin, avvenuto con lo zampino del numero uno di Tesla Elon Musk ), l’opportunità di acquistare una banca che stampa – in senso letterale – moneta potrebbe essere una proposta troppo buona da ignorare, per gli investitori retail in stile Redditors – per intenderci, quelli che hanno lanciato una crociata contro il mondo degli hedge fund dal forum online, scatenando un boom di short squeeze sui titoli più shortati dai fondi, come, per l’appunto GameStop: investitori retail che hanno provocato un trading tanto selvaggio da far scendere in campo anche Capitol Hill. Una vera e propria voglia di rivalsa se non di vendetta, dai partecipanti al forum Reddit, in particolare della sezione #wallstreetbets, che ha portato alla ribalta il fenomeno delle meme stocks in quanto simbolo della rivolta dei piccoli investitori.
Bank of Japan meme stocks nonostante neo dividendi
Ma perchè ora la Bank of Japan sarebbe diventata una meme stock? Intervitato da Bloomberg Norihiro Fujito, chief investment strategist presso Mitsubishi UFJ Morgan Stanley Securities, spiega:
“Le azioni BoJ non dovrebbero essere considerate come un titolo normale, e tutto questo non ha senso. Ma, visto che è scambiato tra gli investitori retail, il titolo BoJ può mostrare il tipo di sentiment presente in quel gruppo”.
Nonostante i bassissimi volumi di scambio, appena 4.100 azioni scambiate, il rialzo di lunedì è stato sufficiente a catalizzare l’attenzione di chi fa trading giornaliero ed è attivo su Twitter o altri forum online. A tal proposito, cresce il numero di investitori giapponesi che scambiano le loro opinioni sui social media. Andando a spulciare tra i post, è emerso comunque che molti sono rimasti frastornati e confusi dal rally dell’azione BoJ; altri sono sembrati sorpresi di apprendere che la banca centrale del Giappone è quotata in Borsa. Non che sia un’eccezione più unica che rara. E’ bene ricordare, infatti, che anche la Swiss National Bank, banca centrale svizzera, è quotata in borsa, così come anche le banche centrali nazionali di Belgio e Grecia.
Nel caso della Bank of Japan, il maggiore azionista è lo Stato, con una partecipazione pari al 55%, mentre gli investitori individuali detengono il 40% circa. Certo, per le quotazioni della banca centrale giapponese, i tempi d’oro sono passati, se si considera che il titolo arrivò a schizzare a 745.000 yen, più di 20 volte il valore attuale, nell’ottobre del 1989, testando il suo record assoluto.
La riscoperta dell’azione viene spiegata da Fujito con il miglioramento del sentiment dei retail trader alla borsa di Tokyo, sulla scia del massimo in più di 30 anni testato quest’anno dall’indice Nikkei 225.
E non importa che le cedole siano stracciate. Come fa notare Tomoichiro Kubota, senior market analyst presso Matsui Securities, “agli investitori retail di breve termine non importano i dividendi, quello che vogliono è realizzare guadagni sul capitale”. Di conseguenza, “continueranno a considerare l’azione appetibile fino a quando le quotazioni continueranno a salire e ci saranno acquirenti”.