Italia accerchiata all’Eurogruppo, ministro francese Le Maire: ‘mette a rischio l’euro’
La Francia di Pierre Moscovici e di Bruno Le Maire assilla l’Italia sulla manovra M5S-Lega, anche con il ricatto dell’euro.
Il clima, alla riunione dell’Eurogruppo, sarà stato anche tranquillo e incentrato sul dialogo, come ha confermato il ministro dell’economia Giovanni Tria. Probabilmente, però, solo in apparenza, e neanche tanto, se si considera quanto detto dal ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire:
“Quello che c’è in ballo, ora, è la nostra moneta unica”, ha detto Le Maire, chiedendo all’Italia di fare sforzi sulla legge di bilancio, andando incontro alla mano tesa dell’Unione europea.
La minaccia che l’Italia rappresenterebbe per l’euro è stata paventata anche da altri ministri dell’Economia e delle Finanze prima della riunione dell’Eurogruppo, che ha avuto per oggetto la discussione sulla manovra economica.
Reuters ricorda come i paesi membri dell’Eurozona premano per una maggiore integrazione tra le loro economie, auspicando a tal fine la creazione di uno schema di garanzie dei depositi, un budget unico dell’Eurozona, regole comuni per la ristrutturazione del debito e un rafforzamento del Fondo di risoluzione delle banche. In tal senso, l’obiettivo è di conferire nuovi poteri al fondo di bailout, dotandolo anche di strumenti che consentano l’erogazione di prestiti, da utilizzare magari anche prima che un paese perda l’accesso ai mercati.
Ma “il comportamento dell’Italia mette a rischio i nostri piani”, ha detto il ministro delle Finanze slovacco Peter Kazimir.
La riunione dell’Eurogruppo ha mostrato come Roma sia più isolata che mai, dopo che la Commissione europea ha bocciato la proposta di bilancio. L’Eurogruppo ha appoggiato la bocciatura, diramando un comunicato in cui si legge: “Siamo d’accordo con la valutazione della Commissione. Ricordiamo l’importanza di avere finanze pubbliche solide…come prerequisito di una crescita economica durevole e sostenibile, e un funzionamento fluido dell’Unione monetaria ed economica. Ci aspettiamo che l’Italia e la Commissione si impegnino in un dialogo aperto e costruttivo e che l’Italia cooperi attentamente con la Commissione, preparando un piano di budget rivisto che sia in linea con le regole di budget dell’Ue”.
Le prossime date cruciali sono il 13 e il 21 novembre. Entro il 13 novembre è attesa la risposta dell’Italia alla Commissione europea con la presentazione, sperano i commissari e gli altri ministri, di una nuova proposta di bilancio per il 2019.
Così il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno:
“Stiamo aspettando una risposta da parte del governo italiano. Auspichiamo una discussione molto costruttiva e speriamo che il dialogo che sappiamo in corso porti a una nuova bozza della manovra 2019 su cui si possa tornare a discutere in dicembre. Speriamo che l’Italia adotti le misure adeguate in modo che il progetto di bilancio per l’anno prossimo sia in linea alla nostra normativa”.
Ma all’invito a cambiare la manovra il ministro Tria ha risposto affermando che non ci sarà nessuno scontro, ma neanche nessun compromesso. La manovra “non cambia, stiamo discutendo”.
Altra data cruciale è quella del 21 novembre, quando Bruxelles dovrà rendere nota la sua opinione sulla bozza di bilancio rivista. E se Roma deciderà di ripresentare la stessa proposta di bilancio, la Commissione Ue potrebbe dare il via a ua procedura disciplinare, nel caso di infrazione per deficit eccessivo. Anche Reuters parla della possibilità che tale procedura comporti sanzioni o la sospensione di fondi Ue. Ma ieri Moscovici, in riferimento ad alcune indiscrezioni stampa degli ultimi giorni, ha bollato la possibilità di sanzioni contro l’Italia a partire dal 21 novembre una fake news.
A dispetto del clima di dialogo che viene auspicato da tutti in via formale, Pierre Moscovici torna ad attaccare sia la legge di bilancio che il vicepremier leghista Matteo Salvini. Moscovici afferma prima che la manovra non buona per il popolo italiano, facendo scattare da Algeri lo stesso premier Giuseppe Conte, che lo invita a comportarsi da commissario e dunque ad astenersi dalle dichiarazioni politiche. Ma Moscovici va dritto per la sua strada, accusando Salvini di nazionalismo e xenofobia.