Notizie Notizie Italia Rischi Pil e BTP: Fmi avverte l’Italia su deficit, debito pubblico, PNRR

Rischi Pil e BTP: Fmi avverte l’Italia su deficit, debito pubblico, PNRR

26 Luglio 2023 14:58

L’Fmi ha confermato la resilienza del Pil dell’Italia. Deficit, debito pubblico e attuazione PNRR rimangono tuttavia rischi per l’economia del paese

L’Fmi torna a parlare dell’Italia, con un comunicato che viene pubblicato a conclusione delle consultazioni previste dall’Articolo IV.

Il governo Meloni non ha ancora finito di brindare alle buone notizie diffuse ieri dallo stesso Fondo Monetario Internazionale, che già scatta un nuovo avvertimento sui rischi che incombono sul Pil dell’Italia.

Nuovo avvertimento fino a un certo punto, visto che i timori dell’Fmi riguardano, ancora una volta, i conti pubblici italiani.

L’Fmi riconosce la resilienza dell’economia italiana. D’altronde, a parlare è l’aggiornamento al suo outlook sull’economia globale, il WEO (World Economic Outlook), che è stato diffuso nella giornata di ieri e che, nel caso dell’Italia, ha visto protagonista la decisione dell’istituzione di rivedere al rialzo l’outlook sulla crescita del Pil del 2023 e del 2024.

Con quell’outlook, è stato tra l’altro confermato che il Pil dell’Italia, in questo 2023, batterà i Pil di Germania e di Francia in particolare e, più in generale, dell’intera area euro.

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Pur mettendo in evidenza la resilienza dell’economia italiana, il Fondo Monetario Internazionale, nelle conclusioni delle consultazioni lanciate ex Articolo IV, ha tuttavia messo in guardia il paese – e di conseguenza il governo Meloni – da alcuni rischi, legati all’annoso problema del debito pubblico e al deficit.

Rimarcata inoltre la necessità di “una attuazione tempestiva ed efficace del piano PNRR sostenuto dai fondi del NextGenerationEU (NGEU)”.

Nel rapporto, l’Fmi ha scritto che l’economia italiana è riuscita a superare bene gli effetti della guerra esplosa in Ucraina a causa dell’invasione della Russia nel 2022, assistendo lo scorso anno a una crescita del Pil pari a +3,7%.

I consumi privati sono cresciuti in modo robusto, sulla scia della ripresa dell’occupazione, del turismo fiorente, dell’ampio sostegno fiscale che è stato dato al potere di acquisto reale. La crescita nei settori servizi ed edilizio ha compensato la debolezza dell’attività manifatturiera,  che ha interessato soprattutto i settori a utilizzo intensivo di energia, colpiti dai prezzi energetici elevati”.

“I prezzi al consumo – ha fatto notare l’istituzione di Washington, riferendosi alla piaga dell’inflazione – sono saliti, in gran parte a causa del balzo dei prezzi energetici, le condizioni finanziarie si sono irrigidite in modo considerevole e i tassi dei titoli di stato italiani (dunque BTP & Co), sono aumentati, a fronte delle restrizioni della politica monetaria”, ovvero a causa del rialzo dei tassi lanciato dalla Bce di Christine Lagarde, di cui si continua a parlare tra l’altro in queste ultime ore, in vista dell’ennesima stretta monetaria che l’Eurotower si appresta a varare per contrastare l’inflazione dell’area euro.

Il mercato del lavoro ha riportato una solida performance, i salari nominali sono aumentati ma i salari reali sono scesi”, si legge ancora nelle conclusioni dell’Fmi, che si è soffermato anche sulle condizioni di salute delle banche italiane.  Banche con livelli di “capitale e i cuscinetti di liquidità” che “sono rimasti ampiamente stabili a livelli confortevoli”, a fronte di un ulteriore calo degli  NPL, ovvero dei crediti deteriorati”.

Detto questo, hanno avvertito da Washington, “i rischi sono rimasti elevati in un contesto di outlook incerto per l’economia e per il futuro della politica monetaria”.

Inoltre, “l’ampio sostegno (arrivato con la politica fiscale) e l’aumento dei costi di finanziamento hanno mantenuto i deficit fiscali a livelli molto elevati. Il ratio debito-Pil è sceso ma è rimasto molto alto”.

A tutto questo si aggiunge la ciliegina sulla torta rappresentata dalla crisi demografica italiana:

“Il calo della popolazione in età lavorativa potrebbe diminuire la crescita in un arco temporale più lungo“.

Fmi: ‘deficit allargato in modo notevole, debito pubblico molto alto’

Di conseguenza, il board esecutivo dell’Fmi ha messo in evidenza, pur riconoscendo la resilienza dell’economia italiana di fronte “a shock avversi, e in particolare la forte ripresa della produzione e dell’occupazione”, che “il deficit fiscale si è allargato in modo notevole, che il rapporto debito pubblico-Pil è molto alto e che l’inflazione core è rimasta elevata”.

Di nuovo, il peccato originale dell’elevato debito pubblico italiano si è confermato fonte di preoccupazione per il Fondo Monetario Internazionale a causa, tra le altre cose, di una politica monetaria da parte della Bce più restrittiva.

Tra l’altro, “una restrizione più forte della politica monetaria potrebbe essere trasmessa in modo asimmetrico all’Italia, facendo salire ulteriormente i costi di finanziamento, mentre nuovi stress finanziari globali potrebbero ridurre la disponibilità dei fondi, provocando una riduzione della spesa pubblica e privata e tornando ad alimentare i timori sui legami che esistono tra il debito sovrano, le banche e le aziende”.

Occhio a rischio di ritardi fondi NextGenEU-PNRR

L’Fmi ha avvertito anche che eventuali “politiche che rallentassero il percorso di riduzione del debito pubblico“, così come “ritardi prolungati nell’assegnazione dei fondi del NextGenerationEU (NGEU) – dunque ritardi nell’attuazione del PNRR – potrebbero sollevare preoccupazioni sulla capacità dell’Italia di accedere ai finanziamenti”.

E la “crescita – altro avvertimento – potrebbe essere colpita negativamente da una nuova fiammata dei prezzi energetici, di una frammentazione del commercio estero e degli investimenti o di un calo generalizzato della domanda esterna”.

Insomma, nel caso dell’Italia, alle prese con l’eterna spina nel fianco del debito pubblico, l’Fmi ha confermato un monito che sa quasi di antico.

Nel documento sull’esito delle consultazioni effettuate in base all’Articolo IV dello statuto – documento pubblicato nella giornata di oggi, mercoledì 26 luglio – il Fondo ha scritto nero su bianco che, “con i rischi che puntano prevalentemente verso il basso, i direttori (dell’Fmi) hanno messo in evidenza la necessità, (per l’Italia) di concentrarsi sugli aggiustamenti fiscdali e sulle riforme strutturali ambiziose per aumentare la produttività e la crescita potenziale, e per rafforzare la sicurezza energetica, centrando gli obiettivi climatici” stabiliti dalle autorità.

Giorgia Meloni, soddisfazione post upgrade Fmi su Pil Italia

Proprio ieri, dopo l’annuncio relativo alla decisione dell’Fmi di rivedere al rialzo le stime sul Pil italiano del 2023-2024, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso la sua piena soddisfazione:

“Le stime al rialzo del Fondo Monetario Internazionale sul Pil dell’Italia confermano l’efficacia della politica economica del Governo e ci spronano ad andare avanti su questa strada e fare ancora meglio”, ha commentato Giorgia Meloni, stando a una nota diffusa dopo la pubblicazione del nuovo outlook dell’Fmi.

“L’Italia nel 2023 crescerà più di Germania e Francia e più della media dell’Eurozona. Sono risultati che costituiscono la base per la prossima legge di Bilancio, alla quale stiamo già lavorando”, ha continuato la presidente del Consiglio, così concludendo:

“In uno scenario complesso continueremo a coltivare la linea dello sviluppo e della prudenza, dello slancio e della stabilità dei conti. L’Italia dimostra di essere resistente e dinamica. Le imprese e le famiglie hanno dato una risposta straordinaria“.