Intesa SanPaolo lancia buyback da 1,7 miliardi post ok Bce. Trend titolo a Piazza Affari anche VS UniCredit
Tutto pronto per il buyback di Intesa SanPaolo, che ha ricevuto l’ok della Bce e dell’assemblea degli azionisti: il piano, che prevede riacquisti di azioni da parte della banca italiana quotata sul Ftse Min di Piazza Affari e guidata dal ceo Carlo Messina, partirà il prossimo 3 giugno.
Lo ha reso noto lo stesso istituto di credito, annunciando che il buyback prevede un esborso complessivo massimo di 1,7 miliardi di euro, per un numero di azioni non superiore a n. 1.000.000.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo.
Il via libera della Bce all’operazione, va ricordato, è arrivato lo scorso 11 marzo, mentre gli azionisti hanno dato il loro ok il 24 aprile scorso, come già annunciato dalla banca.
Intesa SanPaolo si conferma oggi tra i migliori dell’indice Ftse Mib, salendo dell’1,7% al di sopra della soglia di 3,6 euro.
Ancora meglio nella sessione odierna fanno le azioni di Mps-Monte dei Paschi di Siena, che scattano in cima al listino benchmark della borsa di Milano incassando un guadagno di oltre il 2%, mentre Bper avanza dell’1,9% circa.
Intesa SanPaolo annuncia lancio buyback: data, esborso massimo, dettagli
Intesa SanPaolo ha dato notizia dell’avvio del piano di buyback nella serata di ieri, con un comunicato ad hoc, con cui ha precisato che il riacquisto di azioni “potrà essere effettuato anche in parte e/o in via frazionata”, nel rispetto dei termini autorizzati dall’assemblea dei soci che, tra gli altri, “prevedono l’acquisto delle azioni proprie e il loro annullamento entro il 25 ottobre 2024”.
Il piano, si legge ancora nella nota, “verrà eseguito da un intermediario terzo incaricato, in piena indipendenza e senza alcun coinvolgimento del Gruppo Intesa Sanpaolo”.
Per quanto riguarda l’iter e le modalità del buyback, Intesa SanPaolo ha reso noto che gli acquisti di azioni avverranno “sul mercato regolamentato Euronext Milan gestito da Borsa Italiana”, a “un prezzo, al netto degli ordinari oneri accessori di acquisto, individuato di volta in volta, entro un minimo e un massimo determinabili secondo i seguenti criteri”:
- Il corrispettivo minimo di acquisto non dovrà essere inferiore al prezzo di riferimento che il titolo avrà registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente ogni singola operazione di acquisto, diminuito del 10%.
- Il corrispettivo massimo di acquisto non dovrà essere superiore al prezzo di riferimento che il titolo avrà registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente ogni singola operazione di acquisto, aumentato del 10%.
“In ogni caso, il prezzo non potrà essere superiore al più elevato tra quello dell’ultima operazione indipendente e quello corrente dell’offerta in acquisto indipendente più elevata nel mercato” e “l’acquisto potrà avvenire in una o più volte”.
Per quanto riguarda “il numero massimo di azioni che verrà acquistato giornalmente”, non verrà superato “il 25% del volume medio giornaliero di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo negoziato nel mese di aprile 2024, che è stato pari a 80,3 milioni di titoli”.
La banca gestita da Messina ha inoltre sottolineato che “gli acquisti verranno sospesi durante il periodo di esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie a servizio di piani di assegnazione gratuita di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo ai dipendenti, che verrà debitamente annunciato al mercato e prevedibilmente sarà a settembre 2024″ e che “eventuali modifiche successive del programma verranno debitamente comunicate al mercato nelle modalità e nei termini previsti dalla normativa”.
Per quanto concerne l’annullamento delle azioni proprie acquistate, la transazione avverrà “senza riduzione nominale del capitale sociale” e potrà essere effettuata anche “con più atti in via frazionata, prima che sia stato completato il programma di acquisto”.
Intesa SanPaolo: non solo buyback, novità nuovo bond e conti
Tra le ultime novità annunciate dalla banca italiana, l’emissione di un nuovo bond perpetuo e, ovviamente, i conti relativi al primo trimestre del 2024, che hanno messo in evidenza la solidità del business dell’istituto.
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In occasione della presentazione della trimestrale, Intesa SanPaolo ha tenuto a sottolineare di essere “pienamente in grado di continuare a operare con successo in futuro, in qualsiasi scenario di tassi di interesse”.
Alcuni analisti hanno d’altronde paventato più volte la fine della pacchia utili per le banche italiane, tra le più premiate dalla politica monetaria restrittiva che la Bce di Christine Lagarde ha varato per sfiammare l’inflazione dell’area euro:
quei rialzi dei tassi di interesse, di fatto, hanno contribuito a blindare e a rafforzare in questi ultimi anni la redditività degli istituti bancari europei, attraverso il sostegno dato alla voce di bilancio del margine netto di interesse.
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Per quanto riguarda il trend delle azioni ISP, i rialzi di Borsa messi a segno dalla banca italiana continuano tuttavia a impallidire rispetto al boom di buy che continua da tre anni sui titoli di UniCredit.
Per fare un paragone tra i due pesi massimi del settore bancario quotati sul Ftse Mib, Intesa SanPaolo è in rialzo su base mensile di oltre il 2% e in progresso dall’inizio dell’anno di quasi il 37%.
Nell’ultimo anno, le azioni sono balzate di oltre il 62%, mentre negli ultimi tre anni il trend è stato di un aumento superiore a +50%.
Performance di tutto rispetto, che tuttavia non riescono neanche ad avvicinarsi a quelle di UniCredit, le cui azioni sono salite di oltre il 48% dall’inizio del 2024, correndo di oltre +95% YTD e di oltre +247% negli ultimi tre anni di contrattazioni.
La frase di Messina sui buyback
E a proposito di buyback, per quanto il ceo di Intesa SanPaolo Carlo Messina abbia deciso di premiare gli azionisti con questa nuova operazione che ha avuto il benestare della Bce e degli azionisti, alla posizione di numero uno delle banche italiane che ricorrono al riacquisto delle proprie azioni per premiare gli stakeholders compare ancora Piazza Gae Aulenti, criticata tra l’altro in modo più o meno velato da Intesa SanPaolo proprio per aver puntato, così come nel caso di diverse banche europee, sulla strada dello shopping dei titoli.
All’inizio di febbraio di quest’anno, nel commentare i conti record incassati da Intesa nel corso del 2023, l’amministratore delegato Carlo Messina rispose infatti così a una domanda sul rischio che gli investitori mettessero sotto pressione la banca chiedendole di sfornare dividendi e buyback più ghiotti, in un contesto in cui la rivale UniCredit aveva annunciato che avrebbe versato ai soci il 100% dell’utile 2023:
“Bisogna avere chiaro che le aziende non sono mucche da mungere, ci deve essere un giusto equilibrio per dare dividendi per cassa e poi se c’è capitale in più fare ulteriori distribuzioni”, disse il ceo, aggiungendo che “per noi non c’è nessuna pressione, non cambia nulla” e ricordando che Intesa ha “sempre distribuito dividendi cash”.
Facendo anche la seguente puntualizzazione: “Non vogliamo inserire i buyback nella distribuzione ordinaria”.
Se proprio di buyback si deve trattare, aggiunse il ceo, si deve parlare di qualcosa di extra: cosa che la banca aveva annunciato per l’appunto con i conti, preannunciando il buyback che si appresta ora, per l’appunto, a lanciare.
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