Notizie Notizie Italia Banche europee attive in Russia. Rischio sanzioni, doppio alert da Tesoro Usa e Bankitalia

Banche europee attive in Russia. Rischio sanzioni, doppio alert da Tesoro Usa e Bankitalia

27 Maggio 2024 16:01

Ennesima (ultima?) chiamata dal governatore di Bankitalia Fabio Panetta e dal segretario al Tesoro Usa Janet Yellen, in occasione della riunione del G7, alle banche europee che continuano a rimanere in Russia o a fare affari con Mosca:

UniCredit, dunque, inclusa, così come l’austriaca Raiffeisen Bank International (RBI), consapevole, così come Piazza Gae Aulenti, di star correndo il rischio di essere colpita da sanzioni e multe.

Banche europee in Russia: l’affondo di Yellen alla riunione del G7

Nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Reuters, l’ex presidente della Fed Janet Yellen non ha fatto nomi, limitandosi a dire a margine della riunione dei ministri delle finanze dei paesi del G7 che le sanzioni verrebbero imposte solo “se ci fosse una ragione per agire in tal senso”.

L’avvertimento agli istituti di credito che continuano a essere attivi in Russia non è tuttavia mancato.

“Essere operativi in Russia è qualcosa che crea molti rischi”, ha detto Yellen che, alla domanda esplicita sul desiderio di vedere l‘austriaca Raiffeisen Bank International e l’italiana UniCredit mollare il paese, ha dato la risposta seguente:

“Credo che le autorità di vigilanza abbiano consigliato loro di essere estremamente caute su quanto stanno facendo” in Russia.

Il riferimento di Yellen è stato alle continue strigliate arrivate dalla Bce, Banca centrale europea, che non ha fatto mistero di star perdendo letteralmente la pazienza contro alcune banche europee ancora presenti nel paese.

E le parole di Yellen non sono certo di buon auspicio:

la scorsa settimana, in un incontro con alcuni banchieri tedeschi, il segretario al Tesoro Usa aveva già sventolato la minaccia di nuove possibili sanzioni, ricordando il nuovo potere di cui è investita l’amministrazione Usa, con quell’ordine esecutivo che è stato firmato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel dicembre 2023:

ordine che permette alla Casa Bianca di minacciare multe a carico delle istituzioni finanziarie che fanno orecchie da mercante alle sanzioni inflitte dall’Occidente contro la Russia, in risposta alla sua invasione dell’Ucraina, estromettendole nel peggiore dei casi dallo stesso sistema finanziario americano.

Yellen ha rincarato ieri la dose, annunciando che “stiamo considerando l’opzione di rafforzare le nostre sanzioni contro le banche che fanno affari con la Russia”.

Bankitalia: “C’è una decisione del governo: da lì bisogna uscire”

La parola basta è stata tuttavia rilanciata anche dal numero uno di Bankitalia, Fabio Panetta, che ha rinfrescato la memoria agli istituti di credito che sono ancora presenti in Russia:

C’è una decisione del governo: da lì bisogna uscire”, ha detto Panetta, nel corso della conferenza stampa della presidenza italiana indetta al termine del G7 delle Finanze di Stresa.

“Sulle banche con filiali in Russia, quando un governo decide che una cosa va fatta”,  ha rimarcato il numero uno di Palazzo Koch.

Certo, ha ammesso il governatore, è possibile che in qualche caso si presentino “difficoltà oggettive a uscire da un paese come la Russia”, che è “un paese complicato”.

Di fatto, ha ricordato Panetta, deve esserci “un processo”, che implica la necessità di “trovare un compratore”.

Per ora, è stata l’austriaca Raiffeisen a essere stata colta con le mani nel sacco e che ha rischiato di essere estromessa anche dal sistema finanziario denominato in dollari a causa di un accordo del valore di 1,5 miliardi di euro che avrebbe visto coinvolto, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, il tycoon russo già sanzionato Oleg Deripaska.

Raiffeisen è stata costretta a cancellare l’affare dopo aver ricevuto una lettera inviata il 6 maggio scorso dal vicesegretario al Tesoro Usa Wally Adeyemo, che ha chiaramente manifestato la preoccupazione degli Stati Uniti per la presenza della banca in Russia, così come per quell’accordo da $1,5 miliardi siglato con Deripaska.

Il caso ha dimostrato come, due anni dopo l’invasione dell’Ucraina e a dispetto delle chiare sanzioni contro chi agisce per conto e a favore della Russia, ci siano ancora istituti che riescono a trovare il modo di continuare ad avere rapporti con Mosca.

Lo sa bene Janet Yellen che, nel suo incontro con i ceo del sistema bancario tedesco della scorsa settimana, ha minacciato l’applicazione di nuove sanzioni contro chi non rispetti i divieti imposti già da un bel po’.

Tra l’altro, nel commentare quel potere di cui l’amministrazione Usa è stata investita lo scorso dicembre, Edward Fishman, esperto di sanzioni presso la Columbia University, aveva fatto notare interpellato dall’agenzia Reuters che il rafforzamento dei poteri riconosciuti alla Casa Bianca avrebbero comportato “rischi molto reali per le istituzioni finanziarie straniere”, molte delle quali “avevano dato l’impressione di non aver recepito bene, ancora, il messaggio”.