Notizie Dati Macroeconomici Inflazione Usa conferma stime, salgono chance taglio tassi Fed dicembre

Inflazione Usa conferma stime, salgono chance taglio tassi Fed dicembre

13 Novembre 2024 14:36

L’inflazione americana accelera al 2,6% a ottobre, con un dato core stabile al 3,3%. Il taglio dei tassi della Fed a dicembre resta in discussione, ma i mercati aumentano le scommesse su una riduzione nell’ultima riunione dell’anno. Focus domani sui prezzi alla produzione e su un intervento del presidente Jerome Powell, venerdì i dati sulle vendite al dettaglio. Il tutto, mentre gli investitori continuano a interrogarsi sulle conseguenze della rielezione di Trump e le potenziali ripercussioni economiche delle politiche repubblicane.

Inflazione Usa accelera a ottobre, dato core stabile

A ottobre, l’indice dei prezzi al consumo statunitense ha fatto segnare un incremento dello 0,2% rispetto a settembre, in linea con la variazione prevista dagli analisti.

Su base annua, la crescita dei prezzi si attesta al 2,6%, in accelerazione rispetto al 2,4% registrato a settembre, pareggiando il consensus di Bloomberg. Si tratta del primo aumento del Cpi tendenziale da marzo.

Il dato core, che esclude dal calcolo i prezzi alimentari ed energetici (in quanto più volatili), evidenzia un aumento dello 0,3% congiunturale e del 3,3% tendenziale. Entrambe le letture sono in linea con le stime e con il mese precedente. Il rialzo dell’inflazione era perlopiù atteso ed è legato in parte ad effetti statistici.

I dettagli sulle componenti dell’inflazione

I prezzi delle auto usate sono aumentati del 2,7%, il massimo da oltre un anno, e le tariffe alberghiere sono salite dello 0,4%, riflettendo anche l’impatto degli uragani Helene e Milton. Le tariffe aeree hanno continuato a crescere e l’assicurazione sanitaria ha registrato un +0,5%.

I prezzi degli alloggi, la categoria più grande all’interno dei servizi, sono aumentati dello 0,4%, segnando un’accelerazione rispetto al mese precedente. L’affitto equivalente dei proprietari, un sottoinsieme degli alloggi, nonché la più grande componente individuale dell’indice dei prezzi al consumo, è aumentato della stessa entità.

Per Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, “il dato pubblicato oggi può essere letto positivamente, con la dinamica mensile dell’indice ‘Supercore’ – che esclude dal paniere i prezzi di energia, generi alimentari e affitti – arrivata a quota +0,31%, il dato più basso degli ultimi tre mesi, contro una media del +0,35% su base annuale. D’altra parte, però, torna a registrare un’accelerazione la componente degli affitti, passata dal +0,2% di settembre al +0,4% di ottobre, in linea con la media degli ultimi sei mesi.”

Le attese sulle prossime mosse della Fed

I numeri di oggi sottolineano in parte la natura complessa della lotta contro l’inflazione e suggeriscono una certa cautela da parte della Fed nell’allentamento della politica monetaria, anche alla luce della solida crescita economica e della spesa resiliente dei consumatori. Al tempo stesso, però, non sono emerse sorprese negative tali da mettere in discussione una discesa del costo del denaro.

Dopo la pubblicazione del dato, i future sui Fed Funds evidenziano un aumento delle chance di un nuovo taglio dei tassi a dicembre, prezzato con una probabilità intorno all’80% rispetto al precedente 60%. La scorsa settimana, l’istituto di Washington ha abbassato il costo del denaro di 25 punti base, portandolo nel range tra il 4,5% e il 4,75% dal precedente 4,75% – 5,00%. Nelle prime quattro riunioni del 2025, fino a giugno, i trader scontano due-tre interventi da 25 punti base, per un allentamento complessivo medio di 6o bp.

Per Cesarano, “lo scenario base resta quello di un taglio dei tassi da 25 punti base nel corso della riunione della Federal Reserve di dicembre, con tagli da circa 100 punti base complessivi entro la fine del 2025. La Banca Centrale Usa al momento sembra prestare attenzione soprattutto ai segnali che provengono dal mercato del lavoro, i cui nuovi dati sono attesi per il prossimo 6 dicembre.”

Attenzione a Powell, prezzi alla produzione e vendite al dettaglio

L’attenzione si sposta ora sull’indice dei prezzi alla produzione di ottobre, in uscita domani e previsto in aumento dello 0,2% congiunturale e del 2,3% tendenziale, a fronte dell’1,8% registrato a settembre.

Sempre domani, in serata, riflettori puntati sul presidente della Fed, Jerome Powell, che terrà un discorso sull’outlook economico a Dallas.

Venerdì invece verranno diffusi i numeri di ottobre sulle vendite al dettaglio, un indicatore importante per tracciare i consumi degli americani, che contribuiscono in maniera determinante al pil del Paese. Le previsioni degli economisti segnalano una crescita dello 0,3% su base mensile, rispetto al +0,4% di settembre.

Rischi al rialzo per l’inflazione con Trump

Prima della riunione del 18 dicembre, la Fed avrà a disposizione anche nuovi dati sul Pce core (prossima lettura il 27 novembre) e soprattutto sul mercato del lavoro a stelle e strisce, che negli ultimi tempi è tornato al centro dell’attenzione per le decisioni di politica monetaria.

Nei mesi successivi, la banca centrale americana dovrà fare i conti con l’insediamento di Trump alla Casa Bianca. L’ampio consenso politico ottenuto alle elezioni dovrebbe consentire al nuovo presidente di attuare la propria agenda politica, incentrata su tagli fiscali, maggiori dazi e deregulation.

Molti analisti temono che le politiche repubblicane possano portare ad una nuova ascesa dell’inflazione, ostacolando il percorso di tagli dei tassi della Fed e creando una divergenza tra l’istituto di Washington e le altre banche centrali, come la Bce, con un impatto sui tassi di cambio e sulle economie degli altri Paesi.