Dollaro forte con Trump e possibile riconferma del “falco dei dazi” Lighthizer
Nelle ultime ore il dollaro si è apprezzato nei confronti delle altre principali valute, consolidando i guadagni seguiti alla vittoria elettorale di Trump nelle elezioni presidenziali americane. A sostenere il biglietto verde contribuiscono le speculazioni sulla probabile nomina di Robert Lighthizer, il “falco dei dazi”, come rappresentante statunitense per il commercio.
Dollaro sale rispetto alle altre valute con Trump
Nella prima seduta della settimana il dollaro si è rafforzato, aspettando i dati chiave di mercoledì sull’inflazione Usa. Il cambio euro/dollaro viaggia in calo a 1,064, il dollaro/yen si apprezza a 153,9 e il cambio sterlina/dollaro arretra a 1,287. La valuta americana continua a beneficiare dell’effetto Trump, data la prospettiva di politiche protezionistiche volte a rafforzare il biglietto verde.
Per quanto riguarda la valuta giapponese, come sottolineato da Mps, hanno inciso i verbali della BoJ, che mostrano “un board diviso sulla tempistica del rialzo dei tassi. Questo, insieme all’incertezza politica in Giappone e ai timori che il neopresidente statunitense Trump possa colpire nuovamente il paese con misure commerciali protezionistiche, solleva dubbi sulla capacità della BoJ di inasprire ulteriormente la sua politica monetaria.”
D’altra parte, la delusione per gli stimoli fiscali della Cina ha frenato le speranze di ripresa di altre economie (e dunque le loro valute).
Prospettiva nuovi dazi spinge la valuta Usa
Come accennato, un altro elemento che sostiene il biglietto verde è legato al protezionismo statunitense e alla probabile scelta di Robert Lighthizer a capo della politica commerciale dell’amministrazione Trump.
Lighthizer, considerato un “falco” in tema commerciale, riprenderebbe il ruolo già occupato nella precedente esperienza di Trump alla Casa Bianca e sarebbe responsabile delle indagini commerciali e delle tariffe.
In ogni caso, come evidenziato da ING, “una delle grandi domande sarà la tempistica dell’agenda commerciale di Trump. Abbiamo ipotizzato la fine del 2025 o l’inizio del 2026 per l’introduzione e l’aumento delle tariffe”, spiega la banca d’affari olandese, anche se alcuni rapporti suggeriscono un’introduzione più anticipata.
Nel frattempo, un’eventuale ricalibrazione meno restrittiva della politica monetaria della Federal Reserve potrebbe determinare una discesa del dollaro da qui a fine anno.
Chi è Robert Lighthizer
Sebbene Lighthizer stesse cercando una diversa posizione, come quella di segretario al commercio o al Tesoro, Trump sembrerebbe preferire Linda McMahon per il primo ruolo e opterebbe per un uomo di finanza per il secondo.
Nella precedente amministrazione Trump, Lighthizer, noto per le sue politiche protezionistiche, ha avviato la guerra commerciale con la Cina e ha svolto un ruolo centrale nella rinegoziazione del Nafta con Messico e Canada, difendendo il settore siderurgico statunitense e criticando l’Organizzazione Mondiale del Commercio, definita “un fallimento per l’America”.
Il suo eventuale ritorno potrebbe sollevare preoccupazioni a Pechino e tra gli alleati commerciali degli Stati Uniti. Al momento, tuttavia, rimane incerto se Lighthizer accetterà l’incarico, poiché non ha ancora risposto alle richieste di commento.
Prima di diventare rappresentante commerciale, Lighthizer ha lavorato per oltre trent’anni presso lo studio legale Skadden Arps, proteggendo il settore siderurgico statunitense dalle importazioni cinesi.