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First Republic: il fondo pensione vittima illustre

22 Marzo 2023 16:09

First Republic e non solo: il fondo pensione europeo si lecca le ferite

Non solo First Republic: certo che per questo fondo pensione fare una scelta peggiore sarebbe stato a dir poco difficile.

Non si parla neanche di un fondo pensione qualunque, visto che protagonista di questa vicenda è Alecta, il fondo pensione numero uno della Svezia, alle prese con una perdita di quasi 2 miliardi di dollari.

Colpa della strategia di investimento lanciata, che si è rivelata a dir poco fallimentare:

il fondo ha scommesso infatti su SVB ovvero Silicon Valley Bank e Signature Bank, le due banche regionali americane che hanno fatto crac due settimane fa circa, e anche su First Republic, l’altra banca su cui continuano ad affollarsi i timori di un imminente fallimento, a dispetto dei vari tentativi di metterla in sicurezza.

A parlare del caso Alecta è l’articolo di Bloomberg Alecta’s Losses Hit $2 Billion After First Republic Sale.

Tradotto: “Le perdite di Alecta salgono a $2 miliardi dopo la vendita (delle azioni) di First Republic”.

Alecta: storia del fondo pensione che ha puntato su First Republic

E’ dal 2019 circa che Alecta faceva incetta di azioni First Republic:

quello shopping ha portato il fondo pensione svedese, stando a quanto trapela da una documentazione depositata dallo stesso presso l’Autorità di Vigilanza finanziaria della Svezia, a diventare il quinto maggiore azionista della banca regionale americana.

Nel documento, a cui Bloomberg ha avuto accesso, si legge che, in tutto, Alecta aveva investito in azioni First Republic 9,7 miliardi di corone svedesi.

Alecta ha motivato la posizione accumulata nell’istituto riferendo all’autorità di vigilanza che, al momento del primo investimento effettuato, quattro anni fa, la banca si presentava solida, con una storia di crescita e di utili in aumento. “Avevamo notato anche che la banca mostrava buone opportunità di continuare a segnare una crescita a doppia cifra negli anni successivi”.

Poi, il crollo del titolo: First Republic è stata affossata da sell off continui a Wall Street dopo il crac di Silicon Valley Bank (SVB) , che ha scoperchiato una sorta di vaso di Pandora nel mondo delle banche Usa di piccola e media dimensione.

Proprio First Republic è stata vista dai mercati come la banca regionale degli Stati Uniti prossima a cadere, tanto che, nelle ultime settimane, gli interventi per metterla in sicurezza sono stati diversi.

Il titolo è crollato di poche ore del 70% in una sola sessione dopo e nonostante le rassicurazioni dell’istituto che, nella giornata di domenica – 12 marzo 2023 – a seguito del panico corsa agli sportelli che aveva certificato la fine dei giochi di #SiliconValleyBank, aveva comunicato di disporre di una liquidità non utilizzata di oltre $70 miliardi, grazie alle iniezioni di fondi che avevano avuto come mittenti la Federal Reserve e JP Morgan.

First Republic aggiungeva anche, che l’ammontare citato “escludeva la liquidità aggiuntiva che First Republic ha il diritto di ricevere con il nuovo programma Bank Term Funding Program“.

Ma l’annuncio, più che una rassicurazione, era stato interpretato alla stregua di una sorta di prova del nove che dimostrava come i problemi della banca regionale fossero più grandi di quanto emerso, convincendo ulteriormente gli operatori di come potesse essere proprio istituto il successivo a fare crac dopo Silicon Valley Bank.

First Republic -87% da pre-crac SVB. Il fondo svedese costretto a vendere

Complici le rassicurazioni del segretario al Tesoro Usa  Janet Yellen sull’impegno delle autorità federali americane volto a scongiurare nuovi casi di corsa agli sportelli, alla luce anche dei rumor su un piano volto a mettere in sicurezza addirittura volto a tutti i depositi Usa, che ammontano a circa $18 trilioni, il titolo First Republic ha recuperato terreno nelle ultime sedute.

La ripresa non ha cambiato però il quadro drammatico in cui versano le azioni, che hanno segnato un tonfo dell’87% circa rispetto al periodo precedente l’ annuncio shock di SVB.

Alecta ha pagato così cara la scommessa effettuata su First Republic. Scommessa che è stata tra l’altro costretta ad azzerare, a perdita: è stato lo stesso ceo del fondo pensione Magnus Billing a rendere noto che, con lo smobilizzo delle azioni, Alecta ha sofferto una perdita di 7,5 miliardi di corone (l’equivalente di $728 milioni), che è andata a sommarsi alle perdite già incassate legate agli investimenti in Silicon Valley Bank e Signature Bank, rispettivamente di 8,9 miliardi e 3,2 miliardi di corone.

“L’incertezza sul futuro di First Republic era troppo grande, in parte dovuta al fatto che il rating della banca è stato tagliato allo status ‘junk'”, ha commentato Billing, rispondendo per email a Bloomberg News.

Diversi i downgrade, tra cui quello lanciato dall’agenzia di rating Standard & Poor’s che, nel giro di qualche giorno, ha rivisto al ribasso per ben due volte il rating, portandolo al gradino  spazzatura, manifestando non pochi dubbi su quei depositi di $30 miliardi che sono stati iniettati dalle principali banche americane, JP Morgan in primis.

Oggi il titolo First Republic è in rialzo sulla scia di altre indiscrezioni secondo cui la banca starebbe valutando l’opzione di mettersi in vendita o di smobilizzare alcuni suoi asset. Il Wall Street Journal ha riferito che l’istituto avrebbe contattato gli advisor di Lazard per valutare il da farsi.

Intanto, il fondo pensione Alecta non può fare altro che leccarsi le ferite, incassando anche la rabbia dei cittadini svedesi.

Il fondo pensione è finito infatti nel mirino dell’autorità finanziaria FSA: scattata anche una indagine interna.

Bloomberg fa notare comunque che, con una massa di AuM di 1,2 trilioni di corone svedesi, le perdite legate alle banche americane non dovrebbero impattare il ratio di solvibilità del fondo pensione, che ammontava al 218% alla fine del 2022.