Downgrade Wall Street: Citigroup e HSBC puntano su Cina ed Europa

Fonte immagine: Istock
Le preoccupazioni legate alla guerra commerciale e alle prospettive economiche degli Stati Uniti, tra dazi e tagli alla spesa pubblica, non si stanno riflettendo soltanto sui mercati, ma anche nelle proiezioni degli analisti. Ieri il presidente Trump ha parlato di “periodo di transizione”, alimentando i timori recessivi per l’economia americana e innescando un sell-off su Wall Street che ha spedito il Nasdaq a -4% e l’S&P 500 a -2,7%. Ma iniziano ad arrivare anche i primi downgrade sull’azionario Usa, da parte di Citigroup e HSBC, che nel breve vedono opportunità più interessanti rispettivamente in Cina e in Europa.
Citigroup taglia giudizio su azioni Usa, upgrade sulla Cina
Citigroup ha rivisto al ribasso il proprio giudizio sulle azioni statunitensi, abbassandolo da overweight a neutral e segnalando una possibile pausa del trend di “eccezionalismo americano” nei prossimi tre-sei mesi. Secondo gli analisti guidati da Dirk Willer, il rallentamento economico degli Stati Uniti potrebbe diventare più evidente rispetto al resto del mondo, suggerendo una fase di sottoperformance per Wall Street.
Parallelamente, Citi ha aggiornato la propria view sulla Cina, alzandola a overweight, grazie a diversi fattori di attrattività: la recente innovazione nell’intelligenza artificiale della startup DeepSeek, il supporto governativo al settore tecnologico e valutazioni ancora contenute dell’equity cinese.
HSBC: downgrade Usa, punta sull’Europa
Anche HSBC ha abbassato il rating dell’azionario Usa a neutral, individuando opportunità migliori in altri mercati. Tra le principali motivazioni del downgrade vi sono l’incertezza legata ai dazi imposti dall’amministrazione Trump e il rischio di un impatto negativo sugli utili aziendali e sulla crescita economica.
Al contrario, HSBC ha migliorato il proprio giudizio sulle borse europee (escluso il Regno Unito) da underweight a overweight. La decisione è supportata dal piano fiscale europeo per un equivalente di circa 1.200 miliardi di dollari, con la Germania pronta ad aumentare significativamente la spesa pubblica e a marcare un potenziale punto di svolta per la politica economica dell’area euro.
Gli analisti precisano che questa rotazione non implica una visione negativa sul mercato azionario statunitense nel lungo termine, ma solo una preferenza tattica per altre regioni nel breve periodo.
Wall Street sottoperforma Cina ed Europa, male le big tech
Le nuove valutazioni degli analisti sono coerenti con quanto osservato in borsa in questa prima fase del 2025. Il mercato azionario statunitense, infatti, sta sottoperformando l’Europa e la Cina.
In particolare, l’S&P 500 ha perso il 4,5% da inizio anno e il Nasdaq il 9,5%, frenato dalle vendite sulle big tech. Per contro, l’indice delle azioni cinesi quotate a Hong Kong ha registrato un rally del 20%, l’Euro Stoxx 50 è salito del 10% e il Dax tedesco ha messo a segno un rialzo vicino al 14%.
Il divario tra Usa e Cina in questo trimestre, per ora, è sui massimi dal 2007. La divergenza è legata in gran parte proprio alle performance del settore tecnologico: le “Magnifiche Sette” americane hanno perso circa il 10% mentre un paniere di Société Generale composto dalle sette aziende cinesi più grandi del settore (in termini di capitalizzazione) ha guadagnato oltre il 40% nel 2025.
Secondo Michael Wilson, equity strategist di Morgan Stanley, l’S&P 500 potrebbe perdere un ulteriore 5% entro la metà dell’anno, scendendo a 5.500 punti per poi risalire in area 6.500 punti nella seconda metà del 2025. In ogni caso, sembra esserci ancora molto spazio per la volatilità.