BTP e Bund, spread e tassi. Outlook 2023
Outlook BTP ma anche sullo spread BTP-Bund, tra ulteriori rialzi dei tassi da parte della Bce, in un contesto di inflazione ancora molto alta in area euro, e a fronte delle emissioni significative che il Tesoro-Mef e anche la Germania dovranno lanciare.
Gli analisti di Mps Capital Services dedicano all’interno del loro “Outlook 2023: dall’inflazione alla recessione, la reazione delle Banche centrali” un approfondimento anche ai BTP e, in generale, alla carta italiana, scrivendo che “il 2023 (soprattutto l’inizio) sarà particolarmente delicato sul fronte dell’offerta di titoli di stato italiani”.
“In effetti – sottolineano – il Tesoro dovrà rifinanziare circa 260 miliardi di euro di titoli in scadenza (un ammontare consistente se si confronta con i circa 225 miliardi che erano in scadenza quest’anno) oltre al deficit aggiuntivo (pari a circa 90 miliardi di euro)”.
“Tutto quanto sopra considerato al netto dei trasferimenti del PNNR (circa 20-25 miliardi) dovrebbe portare ad emissioni intorno ai 320 miliardi di euro di titoli di medio lungo termine – precisano gli esperti – con rischio di revisione al rialzo qualora la congiuntura economica dovesse risultare negativa più negativa delle attese. Ricordiamo infatti che nel Nadef il Governo ha previsto per il 2023 una crescita reale dello 0,6%”.
L’outlook sulle emissioni di nuovo debito è stato diramato proprio di recente dallo stesso Mef, nelle Linee Guida della gestione del debito pubblico per il 2023 : il report ha illustrato la grande sfida per i BTP & Co.
A commento di quanto emerso, da Mps Capital Services hanno spiegato che, “a rendere il contesto ancor più sfidante, il fatto che le pressioni sull’offerta si inseriscono in un contesto in cui la domanda probabilmente sarà più debole”.
E qui il riferimento, ovviamente, è al nuovo volto meno salvifico, nei confronti dell’Italia ma anche di tutti gli altri paesi membri dell’area euro, della Bce di Christine Lagarde:
“In primis per il minor supporto Bce, che verrà gradualmente meno vista la partenza del Quantitative Tightening”, confermano da Mps Capital Services, il cui solo annuncio da parte dell’Eurotower ha fatto schizzare i tassi sui BTP e lo spread BTP-Bund, portando i rendimenti decennali italiani a superare anche quelli dei bond della Grecia.
“Stando ai dati forniti da Bankitalia, l’ammontare dei titoli italiani in scadenza all’interno del portafoglio PSPP ammonta per il 2023 a circa 40 miliardi di euro, di cui circa una metà non dovrebbe essere reinvestita“.
BTP: gli investitori domestici, per ora , non accumulano
Ma gli esperti fanno notare che “anche il trend di decumulo degli investitori domestici non sembra dare, almeno per il momento, segni di inversione”.
E non solo: a scappare, secondo gli ultimi dati, sono anche gli investitori stranieri: nella sua pubblicazione mensile, Bankitalia ha reso noto in particolare che gli stranieri hanno ridotto la loro esposizione verso i bond italiani, a ottobre, di 2,3 miliardi di euro, dopo aver tagliato le loro quote di ben 13,2 miliardi di euro soltanto nel mese di settembre.
Il decumulo, ergo smobilizzo dei BTP da parte degli investitori domestici, si innesta tra l’altro in un contesto in cui il governo Meloni ha chiaramente svelato l’obiettivo di lanciare una vera e propria chiamata alle armi, volta a convincere gli italiani a sottoscrivere più BTP e dunque ad acquistare debito made in Italy. Tanto che si è parlato di BTP sovranista o BTP autarchico: un BTP insomma confezionato solo per gli italiani, in stile un po’ BTP Italia e BTP Futura.
“Storicamente – spiegano da Mps Capital Services – (la fase di decumulo) si è accompagnata ad un allargamento dello spread”.
Qual è dunque l’outlook di Mps Capital Services sui tassi e sullo spread BTP-Bund?
“Il combinato disposto di maggiore offerta e domanda debole in un contesto di Bce ancora aggressiva, dovrebbe portare ad un’ulteriore gamba rialzista sui rendimenti BTP (decennale verso i recenti massimi in area 5%) e ad un ulteriore allargamento dello spread (Btp-Bund verso i 250 pb) nella primissima parte dell’ anno. Successivamente, in ottica fine 2023 il decennale BTP dovrebbe tornare a quotare intorno al 4%”.
Se guardiamo ai tassi dei BTP, possiamo dire già ora che la soglia del 5% non solo non è affatto lontana, ma è sempre più vicina, tanto che ieri i tassi 10y sono balzati fin oltre il 4,6% rispetto al 4,47% di venerdì scorso, rispetto a uno spread BTP-Bund in rialzo a 211 punti base circa.
Un articolo di Reuters, a tal proposito, mette in evidenza che i tassi dei BTP a 10 anni sono volati di 66 punti base dall’inizio di dicembre , riportando il balzo mensile più forte dallo scorso agosto.
La fiammata, certo, non sta risparmiando neanche i rendimenti degli altri titoli di stato dell’area euro, ben presto orfani – seppur in modo graduale – dell’aiuto della Bce.
Ieri i tassi dei Bund tedeschi a due anni, più sensibili ai cambiamenti nelle aspettative sui tassi di interesse, sono saliti fino al 2,714%, valore più alto dal 2008, mentre i tassi dei Bund a 10 anni, sono schizzati fino a +11 punti base al 2,503%, vicini al record dal 2011 testato a ottobre, al 2,532%.
Oggi, lo spread BTP-Bund sale a 212 punti base, a fronte di tassi a dieci anni attorno al 4,59%.
Risuonano ancora le parole proferite lo scorso lunedì dal falco della Bce, il banchiere centrale olandese Klaas Knot, che ha detto che la Bce continuerà ad alzare i tassi nei prossimi mesi, avvertendo che il rischio che l’Eurotower faccia troppo poco per combattere l’inflazione rimane quello principale.
Gli analisti di Mps Capital Services presentano anche l’outlook sui Bund.
Bund: normalizzazione dell’asset swap spread nel 2023
“Il primo trimestre del prossimo anno – prevedono gli esperti di Mps Capital Services – potremmo ancora assistere ad un’ultima gamba rialzista dei rendimenti Bund verso i recenti massimi conseguente a:
- Atteggiamento della BCE ancora hawkish in un contesto di inflazione ancora elevata e recessione leggera,
- Repricing degli operatori in vista della partenza del QT a marzo.
- Forte offerta in arrivo sul medio-lungo termine (oltre i 315 miliardi di euro vs i 230 miliardi di euro di quest’anno)
“Superata questa prima fase di rialzo che potrebbe riportare il rendimento vs i recenti massimi (con possibile overshooting in area 2,75%), il rendimento del decennale dovrebbe iniziare la fase di inversione che potrebbe riportarlo verso area 1,8%”.
“Nel 2023, inoltre, si dovrebbe assistere ad una normalizzazione dell’asset swap spread che quest’anno si è spinto fino a -100 pb a causa della scarsità di collaterale conseguente agli ingenti acquisti BCE effettuati col PEPP. Nel 2023, infatti, questa problematica dovrebbe in parte risolversi considerato: 1) forte aumento delle emissioni nette (circa 130 Mld€); 2) riduzione della carta detenuta dalla BCE con il QT; 3) scadenza delle operazioni TLTRO che libereranno circa 390 Mld€ (dati a fine 3°T 2022) di titoli governativi dell’Eurozona utilizzati come collaterale. Pertanto lo spread dovrebbe normalizzarsi e tornare a scambiare sui livelli visti negli ultimi dieci anni sopra i -50p”.