Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce: tassi, inflazione, linguaggio e gli altri temi caldi di oggi

Bce: tassi, inflazione, linguaggio e gli altri temi caldi di oggi

6 Marzo 2025 11:17

La Bce si prepara a tagliare i tassi per la seconda volta nel 2025, dopo le quattro riduzioni effettuate lo scorso anno e quella dello scorso gennaio. Pochi dubbi sulla mossa di oggi, molti di più all’orizzonte: man mano che i tassi scendono, infatti, aumenta il dibattito interno all’istituto sulle prossime decisioni e sul raggiungimento del famigerato livello neutrale. Da monitorare, oggi, le nuove proiezioni su inflazione e crescita, eventuali cambi nella comunicazione della Bce e i commenti di Lagarde sui dazi e sull’impatto valutario della guerra commerciale: ecco tutte le questioni sul tavolo dei funzionari.

Altro taglio tassi in arrivo, prossime mosse più incerte

Nessun dubbio, tra gli operatori, sul fatto che la Bce oggi procederà con un altro taglio di 25 punti base. Il tasso sui depositi scenderà dunque dall’attuale 2,75% al 2,5%, in prossimità del limite superiore dell’intervallo (1,75% – 2,25%) entro cui dovrebbe attestarsi il cosiddetto “tasso neutrale”, il livello che non stimola né frena l’economia.

I responsabili di politica monetaria, tuttavia, hanno più volte ribadito che si tratta di un concetto prettamente teorico e che le decisioni continueranno ad essere prese sulla base dei dati in uscita.

Ma lo scenario macro non aiuta a sciogliere tutti i dubbi. I funzionari più restrittivi, infatti, mantengono una visione cauta e ritengono che la Bce possa prendersi una pausa nei prossimi mesi per evitare un’eventuale risalita dell’inflazione. Dall’altro lato, le “colombe” spingono per abbassare velocemente il costo del denaro e sostenere l’economia stagnante, che rischia di trascinare l’inflazione sotto il target del 2%.

Bce aggiorna stime su inflazione e crescita

In tal senso, particolare attenzione verrà riservata oggi alle nuove proiezioni macroeconomiche del Consiglio direttivo. Le ultime stime indicavano un’inflazione del 2,1% nel 2025, 1,9% nel 2026 e 2,1% nel 2027, con un indice core dei prezzi al consumo al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e nel 2027, mentre il Pil era previsto a +1,1% nel 2025, +1,4% nel 2026 e +1,3% nel 2027.

Per Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, “considerando il livello attuale dei prezzi di petrolio e gas, la debolezza dell’euro e il fatto che, al momento della loro formulazione, i mercati scontavano un minor numero di tagli dei tassi, è probabile che le nuove stime segnalino un rischio al rialzo per l’inflazione e al ribasso per la crescita.”

Focus sulla comunicazione della Bce

Come sottolineato da Goldman Sachs, uno degli aspetti principali della riunione di oggi riguarda la possibilità che il consiglio modifichi il linguaggio attuale, secondo cui la politica è “restrittiva”.

“La nostra valutazione è che la politica monetaria sia ancora moderatamente restrittiva”, spiegano gli analisti della banca d’affari americana. “Tuttavia, il grado di restrizione della politica monetaria si è ridotto in modo significativo: secondo le banche, il livello dei tassi di interesse non sta più pesando sulla domanda di prestiti, gli standard creditizi non sono più rigidi della media, le imprese non considerano l’accesso ai finanziamenti la preoccupazione più pressante e la crescita dei prestiti è quasi tornata ai livelli pre-Covid.”

In tale contesto, lo scenario più probabile per Goldman è un cambiamento graduale a partire dalla riunione di oggi, in cui i responsabili potrebbero affermare che la politica rimane “lievemente restrittiva”.

Lagarde chiamata a rispondere sui dazi

Nella conferenza stampa odierna non mancheranno sicuramente le domande a Lagarde sulla guerra tariffaria innescata da Trump. Secondo Patrick Barbe, Head of European Investment Grade Fixed Income di Neuberger Berman, “i dazi Usa potrebbero portare a un aumento dell’inflazione nella zona euro nel caso di ritorsioni, con l’aumento delle tariffe sulle esportazioni statunitensi”, ma questo aumento sarà “probabilmente limitato e di breve durata”.

Inoltre, la Bce potrebbe fornire commenti sui “nuovi piani tedeschi ed europei per lo sviluppo delle infrastrutture e della spesa per la difesa”. Come evidenziato da Mps Capital Services, “il piano infrastrutturale tedesco e quello sulla difesa UE continuano a fornire benzina ai rendimenti, con le aspettative Bce che si sono ridimensionate: il terzo taglio – compreso quello di oggi – non è più prezzato pienamente”.

Euro/dollaro sotto osservazione

Per quanto riguarda le valute, l’euro/dollaro si è apprezzato fino a quota 1,08 in scia ai piani di investimento della Germania e dell’UE. Francesco Pesole, forex strategist di ING, commenta:

“La prospettiva che la spesa fiscale stia finalmente entrando in gioco – e che i rischi di inflazione stiano aumentando di conseguenza – potrebbe fornire un maggior supporto ai membri più falchi del Consiglio direttivo. La ricalibrazione della curva della Bce è già in gran parte avvenuta, ma la presidente Christine Lagarde potrebbe comunque dare ulteriore slancio all’euro adottando un tono più prudente su eventuali ulteriori tagli dei tassi”.