Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce taglia di 25 bp e rimuove frase su tassi restrittivi. Lagarde cauta

Bce taglia di 25 bp e rimuove frase su tassi restrittivi. Lagarde cauta

12 Dicembre 2024 14:33

Nella riunione odierna la Bce ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, come previsto dai mercati. Inoltre, ha modificato il passaggio sulla politica restrittiva per riportare l’inflazione al 2%, rimuovendo l’impegno a mantenere i tassi sufficientemente restrittivi finché necessario al conseguimento dell’obiettivo, lasciando dunque intendere che seguiranno nuove riduzioni nel 2025. Focus sulla conferenza stampa della presidente, Christine Lagarde.

Bce taglia tasso sui depositi di 25 bp al 3,0%

Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di ridurre i tre tassi di interesse di riferimento di 25 punti base, come da attese. I tassi sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale scenderanno quindi rispettivamente al 3,00%, al 3,15% e al 3,40%, con effetto dal 18 dicembre 2024.

Disinflazione ben avviata, inflazione interna ancora elevata

“Il processo disinflazionistico è ben avviato”, spiega la nota della Bce, e “le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine”.

Il Consiglio direttivo pone l’accento sull’inflazione interna in “flessione” ma ancora “elevata”, poiché “salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo”.

Malgrado l’allentamento in corso, “le condizioni di finanziamento restano stringenti, in quanto la politica monetaria permane restrittiva e i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo alle consistenze dei crediti in essere.”

Rimosso impegno a “mantenere tassi restrittivi finché necessario”

Come previsto da molti analisti, la nota diffusa della Bce ha modificato la precedente indicazione che recitava:

“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine.”

Questa invece la nuova proposizione:

“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine.”

Confermato l’approccio guidato dai dati e di riunione in riunione, sulla base della “valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.”

Bce abbassa stime Pil fino a 2026 e inflazione 2024-25

Sono state diffuse anche le nuove proiezioni economiche su crescita e inflazione. Per quanto riguarda il Pil, le stime aggiornate indicano un +0,7% per il 2024, +1,1% nel 2025, +1,4% nel 2026 e +1,3% nel 2027. Le precedenti proiezioni vedevano uno sviluppo dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026. Pertanto, la crescita attesa è più lenta rispetto a quanto ipotizzato tre mesi fa.

La ripresa sarà guidata “dall’incremento dei redditi reali e l’aumento degli investimenti delle imprese. Nel corso del tempo, il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere una crescita della domanda interna”.

Con riferimento all’inflazione complessiva, il Consiglio direttivo si attende in media i seguenti valori: 2,4% nel 2024, 2,1% nel 2025, 1,9% nel 2026 e 2,1% nel 2027. A settembre stimava il 2,5% nel 2024, il 2,2% nel 2025 e l’1,9% nel 2026.

Infine, gli esperti della Bce si attendono un’inflazione di fondo in calo dal 2,9% di quest’anno al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e nel 2027 (in precedenza la proiettava al 2,9% quest’anno, al 2,3% nel 2025 e al 2,0% nel 2026).

Vicina la fine dei reinvestimenti Pepp

Invariata la parte relativa al Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP).

“Il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.”

Per quanto riguarda il PEPP, “l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nel quadro di tale programma alla fine del 2024”.

La Bce resta pronta ad “adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione ritorni all’obiettivo del 2% a medio termine”, incluso lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

Lagarde: rischi crescita orientati verso il basso

Nella conferenza stampa post riunione, la presidente Lagarde ha innanzitutto analizzato il quadro macro, sottolineando che gli ultimi dati suggeriscono un rallentamento dello slancio e degli investimenti aziendali a causa dell’incertezza. L‘economia dovrebbe rafforzarsi nel tempo, seppur ad un ritmo più lento rispetto a quanto previsto in precedenza, grazie ad una ripresa dei consumi delle famiglie e ad una domanda globale più forte. Tuttavia, i rischi per la crescita restano inclinati verso il basso.

Per quanto riguarda l’inflazione, l’aumento di novembre al 2,3% era previsto e riflette principalmente gli effetti  base dei prezzi energetici. Nel complesso, l’inflazione di fondo suggerisce una progressiva stabilizzazione intorno all’obiettivo del 2%, anche se probabilmente oscillerà un po’ nel breve termine.

Dal punto di vista fiscale, Lagarde ha sollecitato i governi a rispettare “senza indugio” le nuove regole.

Lagarde: discusso taglio tassi da 50 bp

La presidente ha ammesso che ci sono state discussioni per un taglio da 50 punti base, ma i funzionari sono stati concordi per una mossa più contenuta, di soli 25 bp, poiché “la missione non è ancora compiuta”.

L’inflazione è “davvero sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del 2% nel medio termine”, anche se i tempi si sono spostati “un po’ in avanti” nel 2025 e l’inflazione dei servizi rimane “resistente”.

I responsabili vogliono assistere ad un cambiamento nella composizione dell’indice per sentirsi “totalmente fiduciosi”.

Nessuna discussione, invece, sul tasso neutrale, rispetto al quale la presidente ha ribadito che non può essere determinato con precisione. “Ne discuteremo sempre di più man mano che ci avviciniamo a quella che sarà la fine”, ha aggiunto, segnalando che un rapporto della Bce lo colloca tra l’1,75% e il 2,5%.

Impatto incerto da Trump, direzione tassi Bce “molto chiara”

Interrogata su come la Bce potrebbe reagire a potenziali restrizioni commerciali da parte dell’amministrazione Trump, Lagarde ha affermato che l’impatto netto di breve termine sarebbe probabilmente inflazionistico, ma l’effetto complessivo rimarrebbe incerto in termini di flussi commerciali e possibili ritorsioni.

Tornando sui tassi, Lagarde ha chiarito con fermezza che al momento rimangono restrittivi e che “la direzione di marcia futura è molto chiara”. Tuttavia, rispondendo a una domanda sui tagli futuri, ha ribadito che “con un’inflazione interna del 4,2% e salari la cui crescita sta rallentando, bisogna essere molto cauti“.