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Bce e tassi, Christine Lagarde rincara la dose

27 Febbraio 2023 14:30

La numero uno della Bce Christine Lagarde torna a parlare di tassi e di inflazione, confermando la ferma intenzione di alzare il costo del denaro dell’area euro di 50 punti base nella prossima riunione di marzo.

Bce Christine Lagarde
Bce Christine Lagarde

In un’intervista rilasciata all’Economic Times, a margine del G20 di Bangalore (India), Lagarde si è così espressa:

Alzeremo di più i tassi se sarà necessario, per far tornare l’inflazione al nostro target del 2% in modo tempestivo. Faremo quello che sarà necessario. Quello che so è che riporteremo l’inflazione al 2%. E non vogliamo solo che torni al 2%, vogliamo che rimanga lì in modo sostenibile”.

Su cosa farà l’Eurotower a marzo, la risposta è stata la seguente:

“Dal mese di luglio, abbiamo alzato i tassi di interesse a un ritmo e con un’intensità senza precedenti. I tassi di interesse sono lo strumento più efficiente nelle circostanze attuali. Esistono tutte le ragioni per credere che ci sarà un’altra stretta di 50 punti base a marzo. Poi, vedremo. Noi dipendiamo dai dati”.

Lagarde ha sottolineato dunque che le decisioni della Banca centrale europea successive a quella che sarà annunciata a marzo dipenderanno dai dati macroeconomici che saranno diffusi: quanto ha detto nel fine settimana, sempre nel corso di un’intervista a margine del G20 di Bangalore, il numero uno di Bankitalia, il governatore Ignazio Visco:

La Bce alzerà i tassi fino a quando l’inflazione tornerà al suo target. Fino a quale punto?

“Non possiamo indicare adesso quale sarà il tasso finale, se il 3,5%, il 3,25% o il 3,75%, perché dipende davvero dai dati”.

Ancora Visco:

Il nostro obiettivo è tornare a un’inflazione del 2% nel medio termine. Se dobbiamo essere più restrittivi, saremo più restrittivi”.

Visco ha anche definito “necessaria” la “graduale riduzione” dei titoli di stato che hanno gonfiato in tutti gli anni di Quantitative easing il bilancio dell’Eurotower, attraverso la misura diametralmente opposta annunciata a dicembre da Christine Lagarde, ovvero attraverso il QT-Quantitative Tightening.

Su questo punto, la numero uno della Bce ha fatto notare nel corso dell’intervista pubblicata sul sito della Bce che “i nostri reinvestimenti scenderanno in media di 15 miliardi di euro al mese, fino alla fine di giugno 2023”.

Ma niente paura. Si tratta di una mossa “misurata, prevedibile, trasparente”.

“I mercati sanno cosa li aspetta – ha detto Christine Lagarde –  Possono prepararsi a questo”.

Tassi Bund 10 year al record in 12 anni

Nella sessione odierna, i titoli di stato dell’area euro hanno reagito subito alle parole sia di Christine Lagarde che di Ignazio Visco, quest’ultimo considerato tra gli esponenti più dovish della Bce:

focus soprattutto sui tassi dei Bund – i debiti sovrani tedeschi – a dieci anni, che sono balzati nella sessione odierna al record degli ultimi 12 anni, fino al 2,58%.

I tassi dei BTP a 10 anni viaggiano al di sopra del 4,3%.

Lo scorso 1° febbraio, il Consiglio direttivo della Bce ha annunciato la decisione di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%”.

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Bce, Christine Lagarde bacchetta ancora governi area euro

Non è mancato da parte di Christine Lagarde un attenti, sotto forma di monito, ai governi dell’area euro, più volte rimarcato nelle ultime settimane:

“Dobbiamo concentrarci sulla qualità della risposta fiscale. Stiamo dicendo ai governi che dovrebbero accertarsi della natura temporanea dei loro sostegni fiscali (varati contro il caro energia, caro bollette esplosi con la guerra tra Russia e Ucraina). Se, per esempio, un governo sostiene i propri cittadini a causa degli elevati prezzi energetici, e se poi questi prezzi energetici scendono, allora è giusto che questi aiuti vengano ridotti“.

Lagarde ha aggiunto che, in sostanza, “i governi dovrebbero indirizzare i loro sostegni alle persone che ne hanno più bisogno”. E che tutto “dovrebbe essere fatto in modo tale che la gente venga incentivata a ridurre i consumi di energia“.

Ribadita dunque la necessità di rispettare le “tre T”: Temporary, targeted, tailored. Ovvero aiuti che siano temporanei, che siano diretti a target ben precisi, che siano misurati.