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Gundlach su Fed e tassi: la recessione Usa ci sarà

23 Febbraio 2023 11:30

Jeffrey Gundlach presenta ombrello DoubleLine anti-recessione

Il Re dei bond Jeffrey Gundlach, fondatore e ceo della società di money management americana DoubleLine, si prepara a far fronte a una recessione Usa, in stile hard landing, in un contesto in cui la Fed di Jerome Powell è pronta ad annunciare nuovi rialzi dei tassi anti-inflazione, come emerge dalle minute appena rese note.

Rimane acceso anche negli Stati Uniti il dibattito tra chi sostiene che l’economia made in Usa sia fin troppo solida, e che dunque sia necessario che la Fed proceda con ulteriori strette monetarie, e chi invece lancia un avvertimento sul rischio recessione. Rischio recessione che gli ultimi dati macro avranno anche allontanato, per ora, ma non azzerato. E’ quanto ritiene il Re dei bond Gundlach che, in un’intervista rilasciata a Yahoo Finance, non esita a esprimersi con queste parole, e che presenta anche l’ombrello sotto cui proteggersi:

“Qui a DoubleLine ci stiamo preparando a far fronte a un hard landing”, sottolinea il ceo del gruppo, facendo riferimento a quella situazione caratterizzata da una crescita economica molto debole – se non negativa -, provocata da strette monetarie aggressive da parte della Fed e da un’inflazione ostinatamente alta .

Gundlach: con Fed c’è bisogno di un ombrello anti-recessione

Come si sta attivando DoubleLine? Aumentando l’esposizione verso i titoli di Stato Usa, i Treasuries, percepiti come relativamente sicuri.

Gundlach puntualizza anche il suo pensiero riguardo a quella distinzione che spesso si fa tra soft landing e hard landing. Il punto, precisa il Re dei Bond, non è tanto nella differenza tra i due scenari, ma il fatto che i mercati siano destinati a dover digerire un rallentamento economico significativo, e che non siano equipaggiati, al momento, per fronteggiare questa prospettiva.

La gente mi fa sempre questa domanda: quanto dura sarà la recessione. Ma non importa, fino a quando si parla in una recessione. Ed è necessario dotarsi di una certa forma di protezione. C’è bisogno in ogni caso di un ombrello“.

Detto questo, DoubleLine sta paventando uno scenario di hard landing, se proprio deve scegliere.

Jeffrey Gundlach conferma inoltre di appartenere a quella categoria di economisti e strategist secondo cui l’inversione della curva dei rendimenti nel tratto 2-10 anni è un parametro indicatore dell’avvento di una recessione.

“Assolutamente”, risponde alla domanda sul valore predittivo o meno del fenomeno.

Minute Fed: cosa è emerso

Da segnalare che la curva dei rendimenti dei Treasuries Usa si è invertita per la prima volta dal 2019 già alla fine di marzo del 2022, suonando l’alert recessione.  E che si parla di inversione di curva dei rendimenti, quando i rendimenti dei Treasuries con scadenza nel lungo termine scendono a un valore inferiore rispetto a quello dei rendimenti dei tassi dei Treasuries con scadenza a breve, questi ultimi di norma più sensibili agli annunci di politica monetaria.

In questi casi si fa riferimento anche al cosiddetto spread recessione, ovvero, nel caso degli Stati Uniti, dello spread tra i tassi a 2 e a 10 anni.

“Quando (la curva) si inverte, è necessario stare in allerta”, ha avvertito ancora il Re dei Bond Jeffrey Gundlach.

La Fed finora ha alzato i tassi, dal mese di marzo del 2022 fino allo scorso 1° febbraio, di ben 450 punti base, o del 4,5%, per cercare di sfiammare il balzo dell’inflazione degli Stati Uniti.

Il risultato è che la crescita dell’inflazione ha testato il picco, ma continua a rimanere fin troppo sostenuta, ben oltre il target del 2% stabilito dalla banca centrale, come dimostrano gli ultimi dati Usa. Certo, rispetto ai picchi precedenti, il ritmo dei rialzi si è smorzato, ma non come da attese, come è emerso per esempio dall’indice dei prezzi alla produzione, ma anche dall’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti, relativi entrambi al mese di gennaio.

Nella serata di ieri sono state rese le minute della Fed guidata da Jerome Powell, relative all’ultima riunione del Fomc del 31 gennaio-1° febbraio, che si è conclusa con l’annuncio di un rialzo dei tassi di interesse Usa di 25 punti base, al range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007.

Dalle minute è emersa tutta l’intenzione della banca centrale Usa di continuare ad alzare i tassi. Non solo: se è vero che “tutti gli esponenti del Fomc sono stati d’accordo nell’alzare i tassi di 25 punti base, alcuni di loro si sono mostrati favorevoli ad alzare i tassi di 50 punti base”, per cercare di rendere più efficace la battaglia contro l’inflazione Usa.

Le prospettive non sono confortanti. Secondo il re dei Bond Gundlach,  in una situazione di continue strette monetarie,“potremmo assistere a qualcosa di davvero doloroso e interessante nell’arco della prossima recessione, che si tratti di una recessione grave o meno”.