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Bce, l’Olanda di Knot insiste su rialzi tassi e taglio debito

26 Maggio 2023 09:42

Klaas Knot, parla il falco della Bce: più rialzi dei tassi. E governi taglino i loro debiti

Klaas Knot, numero uno della Banca centrale dell’Olanda ed esponente del Consiglio direttivo della Bce, ribadisce la sua natura di banchiere falco, parlando della necessità di altri due aumenti dei tassi di interesse nell’area euro e, anche, dell’importanza che i governi del blocco si diano da fare per ridurre i loro rapporti tra il debito e il Pil:

“Penso che avremo bisogno di ulteriori aumenti dei tassi a giugno e a luglio, mi pare improbabile che i nuovi dati in arrivo cambino drasticamente il quadro. Sono convinto che la nostra analisi indicherà la necessità di almeno altri due rialzi di 25 punti. Ma sono totalmente aperto su ciò che accadrà dopo l’estate”.

Detto questo, secondo il falco olandese i mercati sono “eccessivamente” ottimisti sulla possibilità di tagli ai tassi, in futuro, da parte della Bce di Christine Lagarde.

“Anche se raggiungiamo il picco dei tassi a un certo momento non troppo lontano, dovremo probabilmente rimanere lì per un periodo significativo. Le attese di mercato di tagli ai tassi sono eccessivamente ottimistiche. L’inflazione sottostante è più persistente di quanto ci aspettassimo”, ha detto ancora Knot al Corriere della Sera.

Knot ha affermato, anche, che ora è il momento di ritirare il sostegno di bilancio e di ridurre il rapporto debito-Pil”.

Alla domanda sul timore riguardo all’evoluzione del debito in Italia e Spagna, il banchiere olandese ha fatto notare che “il debito pubblico è aumentato nei Paesi dell’area dell’euro in genere” e che “il fenomeno è più evidente in alcuni Paesi del Sud”.

“Ma c’è anche un gruppo intermedio di Paesi, come il Belgio e la Francia, in cui il debito pubblico è aumentato in modo piuttosto drammatico. È comprensibile, visti gli choc che abbiamo dovuto subire e in cui la politica di bilancio ha dovuto in parte ammortizzare”.

“Ma ora – ha avvertito il banchiere – è il momento di ritirare il sostegno fiscale e di ridurre il rapporto debito-Pil. È di estrema importanza”.

Il punto è che “i governi devono affrontare costi di finanziamento più elevati, perché dobbiamo combattere l’inflazione”. Il che significa, ha sottolineato il falco della Bce, che i governi “dovranno avere saldi primari più alti per compensare i maggiori costi di indebitamento”.

“Questo aggiustamento dovrà avvenire – ha ammonito Knot – e non c’è un tempo infinito a disposizione per farlo. Dovrà avvenire quest’anno e il prossimo“.

Klaas Knot: il banchiere centrale olandese grande falco della Bce

Insieme al numero uno della Bundesbank Joachim Nagel, l’olandese Klaas Knot è senza alcuna ombra di dubbio uno degli esponenti più hawkish della Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde.

All’inizio dell’anno, sono stati proprio Knot e Nagel a lanciare un appello affinché il QT-Quantitative Tightening, la grande minaccia per i BTP diventata realtà nel mese di marzo, avvenisse a un ritmo più sostenuto.

L’olandese Knot aveva motivato la sua richiesta affermando che la Bce avrebbe dovuto avere come obiettivo ultimo quello di mettere la parola fine alle operazioni di reinvestimento dei titoli giunti a scadenza.

Le sue parole e quelle del collega falco Nagel hanno fatto scattare più volte la paura per il destino dei BTP e dello spread BTP-Bund.

La reazione alle critiche contro l’Eurotower di Crosetto & Co

Lo scorso febbraio, dopo le aspre critiche lanciate da diversi esponenti del governo Meloni- in primis dal ministro della Difesa Guido Crosetto – contro la decisione della Bce di continuare ad alzare i tassi e di lanciare contestualmente il QT, in un’intervista rilasciata a La Stampa, Knot aveva negato che l’Eurotower stesse mettendo a rischio l’Italia:

“Sono convinto che non lo stiamo facendo – aveva risposto – E credo che tutte le economie della zona euro abbiano beneficiato enormemente di ciò che abbiamo fatto in passato”.

Il banchiere aveva aggiunto come fosse “sempre spiacevole sentire i politici commentare la politica della Bce. Non ci semplificano la vita e non cambiano affatto la nostra strategia”.

“A essere onesti, però – aveva ricordato Knot – in passato tali commenti non provenivano solo dall’Italia. In tale contesto, mi piace sempre citare il mio defunto predecessore Wim Duisenberg. Di fronte a simili critiche, ha sempre detto: ‘Sento quello che dite, ma non lo ascolto’, che riassume perfettamente tutto”.

“Deve essere chiaro che la Bce è presente per tutti i 20 Stati membri dell’Eurozona. Quindi la Bce c’è anche per l’Italia“, aveva rassicurato Knot.

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In poche parole, il messaggio del falco olandese era stato tuttavia il seguente, come riassunto dal titolo dell’articolo de La Stampa: Le critiche di Roma? Non le ascolto”.

E’ rimasta storica la carrellata di critiche arrivata dagli esponenti del governo Meloni alla metà di dicembre dello scorso anno, dopo la fiammata dei tassi dei BTP e dello spread successiva all’annuncio da parte della banca centrale del QT-Quantitative easing e dell’ennesima stretta monetaria. I BTP erano andati i BTP italiani letteralmente in corto circuito, scontando la decisione della Bce di Christine Lagarde di  iniziare a ritirare gradualmente quella che è stata la stampella dell’Italia (ma non solo), ovvero il QE (Quantitative Easing), in termini tecnici APP (PPA in italiano).

Oltre a Crosetto, contro la Bce aveva tuonato anche il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, leader della Lega Matteo Salvini:

È incredibile, sconcertante e preoccupante che mentre c’è un governo che sta facendo di tutto per aumentare stipendi e pensioni e tagliare le tasse, la Bce, in un pomeriggio di metà dicembre, approvi una norma che brucia miliardi di euro di risparmi in Italia e in tutta Europa facendo schizzare lo spread”.

Non ho capito il regalo di Natale che la presidente Lagarde ha voluto fare all’Italia”, ha twittato Crosetto, aggiungendo in un altro post su Twitter che ha parlato di “decisioni prese e comunicate con leggerezza e distacco“, aveva scritto su Twitter il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Le critiche del governo Meloni contro la Bce di Christine Lagarde avevano fatto il giro del mondo ed erano state accolte con favore da chi continua a ritenere che l’Eurotower, nell’alzare continuamente i tassi, stia facendo un grande errore, rischiando di strozzare l’economia, e con polemiche da parte di chi crede, invece, che la banca centrale non abbia altra scelta che lanciare nuove strette monetarie per combattere la piaga dell’inflazione.