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Bce, Lagarde: l’euro ha dato all’Europa stabilità, sovranità, solidarietà

Pubblicato 24 Maggio 2023 Aggiornato 25 Maggio 2023 08:11

Compleanno Bce, Lagarde spiega perché l’euro ha dato stabilità, sovranità e solidarietà all’Europa

L’euro, una moneta che ha dato all’Europa stabilità, sovranità, solidarietà. Così Christine Lagarde, numero uno della Bce, banca centrale europea.

“In momenti di cambiamenti sia in Europa che nel mondo, l’euro ci ha dato stabilità, sovranità, solidarietà”, ha detto Lagarde, nel discorso con cui ha aperto la cerimonia per festeggiare il 25esimo compleanno dell’Eurotower.

La cerimonia vedrà tra gli ospiti illustri l’ex presidente della Bce, il predecessore di Lagarde ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi e, per l’Italia, anche il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti.

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“Scriviamo il prossimo capitolo della storia dell’euro”

Nel discorso I venticinque anni della BCE”, Lagarde ha invitato tutti gli europei a “scrivere il prossimo capitolo della storia dell’euro”, spiegando, tra le altre cose, in che modo l’euro ha dato all’Europa stabilità, sovranità e solidarietà, e ripercorrendo tutti gli eventi che hanno forgiato la storia della moneta unica.

Euro come strumento anche di pace, per Lagarde, che ha citato Helmut Kohl, l’ex cancelliere tedesco, che “osservò in un suo celebre intervento che ‘la portata della parola pace non si limita all’assenza di guerre'”.

Lagarde ha ricordato che, di fatto, “la storia dell’euro affonda le sue radici nella creazione delle basi per una pace duratura”.

Un inno all’euro e all’Europa, quello di Lagarde, che ha ricordato come il continente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, abbia preso la “lungimirante decisione” di “unire le sue economie in modo così stretto da rendere inscindibile il nostro futuro”.

Da questa decisione, da questa decisione dell’Europa stessa di garantire la pace, è iniziata la storia dell’euro, che si è confermato la risposta logica ai cambiamenti che l’Europa ha affrontato.

I tre grandi cambiamenti che hanno creato la nuova Europa

Tre i grandi eventi che hanno fatto capire all’Europa reduce dall’orrore della guerra che era arrivato il momento di cambiare. Tre eventi, che hanno dato vita ad altrettanti cambiamenti.

  • Il primo cambiamento è avvenuto, ha ricordato Lagarde, “con l’evoluzione del mercato comune europeo nel mercato unico“, fenomeno che ha reso ancora più impellente il bisogno di “eliminare ogni prospettiva di svalutazione competitiva tra le principali economie, dal momento che ciò avrebbe minato la fiducia e invertito la rotta di apertura”.
  • Il secondo cambiamento “derivava dall’integrazione finanziaria a livello mondiale, che comportava la minaccia di una perdita di sovranità monetaria per i paesi europei”. Lagarde ha citato in tal senso le “politiche monetarie dei grandi paesi che emettevano monete internazionali, fra cui in particolare gli Stati Uniti”, che “esercitavano effetti sempre più ampi su scala globale”.  La conseguenza naturale era stata che, “indipendentemente dal regime di cambio adottato, per i paesi più piccoli si assottigliava gradualmente il margine di manovra per fissare condizioni monetarie in linea con le proprie esigenze interne”.
  • Il terzo cambiamento è derivato dalla “caduta del Muro di Berlino” e dalla “fine della Guerra fredda”, che hanno indotto l’Europa, “a porsi nuovi, fondamentali quesiti riguardo alla direzione da prendere” e che hanno fatto emergere “la forte necessità di nuovi simboli europei, che fungessero da collante fra i cittadini di un’Unione più ampia e più diversificata”.

Ecco perché l’euro ha offerto stabilità, sovranità e solidarietà

Tutti questi fattori hanno gettato le basi della nascita dell’euro: una moneta unica che, per l’appunto, “rappresentava la risposta logica a tutti e tre questi cambiamenti”, in quanto “offriva stabilità, sovranità e solidarietà ai cittadini europei”.

Stabilità: perché l’euro metteva al riparo il mercato unico dalle oscillazioni dei cambi, rendendo altresì impossibili gli attacchi valutari speculativi.

Sovranità, perché l’adozione di una politica monetaria unica a livello europeo avrebbe accresciuto l’indipendenza politica dell’Europa nei confronti di altri grandi attori.

E solidarietà, perché l’euro sarebbe divenuto il simbolo più potente e tangibile dell’unità europea sempre presente nella vita quotidiana delle persone.

Lagarde ha rimarcato nel suo discorso come l’euro abbia dato all’Europa “innanzitutto stabilità”.

“Con tassi di cambio stabili, il mercato unico – e l’impegno per la pace che esso rappresenta – non solo è sopravvissuto, ma ha prosperato”.

A tal proposito Christine Lagarde ha sottolineato che “possiamo soltanto immaginare quanto sarebbe stata forte la tentazione di cedere al protezionismo se la possibilità di effettuare svalutazioni competitive non fosse stata scongiurata”.

L’euro ha fatto anche tanto altro.

L’euro ci ha anche protetto dagli shock esterni”, ha aggiunto la presidente della Bce, ricordando che, “poco dopo la sua introduzione”, la moneta unica si è affermata in modo veloce come la “seconda valuta di riserva e di fatturazione a livello mondiale”.

Il risultato della rivoluzione euro?

Christine Lagarde ha fatto un esempio pratico:

“Il prezzo di oltre la metà dei nostri scambi commerciali è attualmente denominato in euro e, per l’altra metà, la moneta unica ha aiutato a schermare l’economia da un’eccessiva volatilità dei tassi di cambio”. Tra l’altro, “le stime degli esperti della BCE suggeriscono che, se la moneta unica non fosse stata introdotta, il deprezzamento delle valute di alcuni paesi dell’area dell’euro nei confronti del dollaro statunitense avrebbe potuto essere fino al 14% superiore durante la crisi finanziaria mondiale e fino al 10% durante la pandemia”.

Cifre, quelle riportate dalla numero uno dell’Eurotower, che forse dovrebbero essere presentate soprattutto a quegli anti-europeisti e negazionisti dell’importanza dell’euro e negazionisti anche, per parafrase Mario Draghi, dell’irreversibilità dell’euro, che continuano a elencare, più che i benefici apportati dalla moneta unica, i danni derivanti dalla sua introduzione.

Lagarde: La moneta unica “ha accresciuto la nostra sovranità”

Riguardo alla sovranità, che molti europei hanno in realtà visto minacciata e tuttora vedono minacciata proprio dalla presenza dell’euro, dell’Unione europea e dell’area euro, Lagarde ha rimarcato che l’euro, questa sovranità, l’ha in realtà accresciuta.

L’euro ha accresciuto la nostra sovranità, consentendoci di essere padroni del nostro destino economico e di definire la politica monetaria di cui l’Europa ha bisogno per conseguire prezzi stabili e crescita durevole”, ha detto Lagarde, sottolineando che è stato “grazie alla nostra politica monetaria unica” che “la BCE ha saputo rispondere in modo rapido e deciso a ogni tipo di shock che abbiamo affrontato. E lo abbiamo fatto anche se altri grandi paesi spingevano in una direzione diversa”.

Uniti si vince, insomma. L’esempio più illustre di questa sovranità garantita dall’euro?

“Il caso più evidente – ha detto Lagarde – è stato quando il Federal Reserve System statunitense ha iniziato un ciclo di inasprimento nel 2013, mentre l’area dell’euro stava ancora risollevandosi dalla crisi del debito sovrano”.

In quel momento, “l’indipendenza della nostra politica monetaria ci ha permesso di tracciare il nostro percorso e di avviare una ripresa che è durata 26 trimestri consecutivi”.

“Infine, l’euro ha creato solidarietà in Europa – ha affermato la numero uno della Bce – ci ha dato un simbolo di unità in tempi incredibilmente difficili e la motivazione a sostenerci a vicenda nelle ore più buie. Questa è la ragione per la quale sempre nuovi paesi vogliono entrare nell’area dell’euro”.

A parlare è la stessa storia:

“Negli ultimi 25 anni abbiamo accolto 9 nuovi paesi nell’area dell’euro, passata da 11 a 20 membri. L’adesione più recente è stata quella della Croazia all’inizio di quest’anno”.

Lagarde cita Mr. Euro Duisenberg: l’euro è un triplice contratto

Quale futuro attende ora l’euro?

La presidente della Bce ha ricordato le parole dell’ex presidente dell’Eurotower, Wim Duisenberg, noto come Mr. Euro, per aver traghettato la transizione storica che ha portato i paesi dell’area euro ad abbandonare le loro monete nazionali per aderire alla moneta unica.

Quando ritirò il premio Charlemagne conferito all’euro nel 2002, l’allora numero uno della Bce, ha ricordato Lagarde, “descrisse la moneta unica come un triplice contratto”.

In che senso triplice?

“E’ un contratto tra paesi che hanno deciso di unire le loro forze – ha spiegato Lagarde – È un contratto tra la BCE e i cittadini europei volto a soddisfare le loro esigenze, soprattutto la stabilità dei prezzi. Ed è un contratto tra gli stessi europei per condividere la loro moneta comune”.

Ma, ha ricordato Lagarde, lanciando un avvertimento ai paesi membri dell’Eurozona, “un contratto non comporta solo diritti, ma anche responsabilità“.

E “ora spetta a tutti noi – leader, istituzioni e cittadini – continuare a onorare questo contratto per molti anni a venire”.

Un discorso, quello di Christine Lagarde, proferito nel 25esimo anniversario della nascita della Bce: la madre, si potrebbe dire, dell’euro, sicuramente l’istituzione incaricata di gestire il lancio della moneta unica come collante non solo dell’economia europea, ma della stessa Europa.

Sicuramente, i sentimenti anti-europeisti e anti-euro hanno lasciato il posto, negli ultimi anni, a una maggiore fiducia nei confronti del concetto stesso di Europa unità. Gli slogan anti-euro non vanno ormai più di moda, tanto che molti stessi partiti politici sovranisti non agitano più la bandiera dell’uscita dall’Eurozona.

Sono sempre i numeri che sanciscono il cambiamento, come ha ricordato la stessa Christine Lagarde:

“La percentuale di coloro che vedono favorevolmente l’euro ha raggiunto il minimo, pari a circa il 60%, durante la crisi del debito sovrano, per poi salire a un livello ora prossimo all’80%. La profondità di questo sostegno si è manifestata anche alle urne, ogni volta che l’adesione all’area dell’euro è stata un tema delle elezioni nazionali”.

Ma una tale conquista, ha lasciato intendere la presidente della Bce, non deve essere data per scontata. Di qui, l’appello a tutti i cittadini europei, affinché scrivano un nuovo capitolo della storia dell’euro.