Notizie Notizie Mondo Axa e BNP Paribas in trattative per creare colosso risparmio gestito da 1,4 trilioni. Occhio a mosse Mps

Axa e BNP Paribas in trattative per creare colosso risparmio gestito da 1,4 trilioni. Occhio a mosse Mps

5 Luglio 2024 09:38

Una joint venture tra Axa Investment Managers e BNP Paribas Asset Management, tutta targata Francia, per creare un colosso del risparmio gestito da 1,4 trilioni di euro.

I rumor sono stati riportati da Bloomberg, che ha reso noto nelle ultime ore che l’assicuratore francese Axa, nel valutare diverse opzioni per la sua divisione di asset management, starebbe prendendo in considerazione un accordo con il colosso francese BNP Paribas.

L’obiettivo sarebbe quello di combinare le due unità di asset management, dunque di gestione patrimoniale, ovvero Axa Investment Managers e BNP Asset Management, per dar vita a un gigante con asset per un valore per l’appunto di 1.400 miliardi di euro.

Axa e BNP Paribas verso colosso risparmio gestito? I rumor

I titoli Axa e BNP Paribas sono in solido rialzo alla borsa di Parigi, dopo essere saliti ieri di oltre il 2% a seguito della diffusione delle indiscrezioni.

Alla fine di marzo, ha riportato Bloomberg nell’articoloBNP Paribas, Axa Said to Mull €1.4 Trillion Asset Manager JV”, Axa Investment Managers disponeva di AUM (asset under management) per €859 miliardi, mentre BNP Paribas Asset Management ne vantava €562 miliardi, stando a quanto emerge dal sito del colosso bancario francese.

Le fonti interpellate dall’agenzia di stampa parlano di trattative che sono in corso, ma senza alcuna certezza che si arrivi a una intesa.

Bloomberg fa notare inoltre che un qualsiasi accordo di questo genere rappresenterebbe “un raro esempio di una compagnia di assicurazione e di una banca che combinano le loro unità di asset management”.

Axa avrebbe comunque valutato anche la possibilità di creare partenrship con le divisioni di asset management di altre società francesi.

Patto con Mps: su cosa punterebbe il ceo della banca senese Lovaglio

Nessuna conferma da parte dei due diretti interessati: sta di fatto che di Axa si sta parlando da un po’ in Italia facendo riferimento anche a Mps che, secondo indiscrezioni di mercato, starebbe valutando una operazione del riacquisto dell’altro 50% di Axa Mps Assicurazioni Vita.

Vale la pena ricordare infatti l’accordo che ha portato alla creazione della joint-venture AXA MPS, che opera attraverso le società AXA MPS Assicurazioni Vita, AXA MPS Assicurazioni Danni, e AXA MPS Financial.

Un articolo de Il Corriere della Sera, nel commentare la recente mossa di Unipol che, salendo nel capitale di Bper ha riacceso la scommesse di un risiko bancario in Italia, ha riportato che Mps potrebbe decidere di riacquistare “l’altro 50% di Axa Mps Assicurazioni Vita, un business che dà buona redditività grazie alle commissioni”, per porrtare “in dote la possibilità di aprire a nuove partnership in ambito assicurativo nel caso si concretizzasse l’opportunità delle nozze”. Il quotidiano ha sottolineato che “il riacquisto delle quote di Axa varrebbe 400 milioni”.

Di Axa si parlò in riferimento all’eterno dossier Mps-Monte dei Paschi di Siena, anche e soprattutto quando il colosso del risparmio gestito si confermò secondo azionista lampo del Monte di Stato, dopo avere partecipato all’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro con una iniezione di 200 milioni di euro nel capitale della banca.

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Detto questo, mentre a Piazza Affari si continua a scommettere su un risiko bancario imperniato su Mps, eterna aspirante sposa in cerca di marito, la cui maggioranza del capitale è tuttora nelle mani dello Stato, in Francia e nel mondo accordi non solo nel mondo delle idee ma reali sono diventati un dato di fatto da tempo, nel settore del risparmio gestito.

Il colosso numero uno del settore in Europa con $2,3 trilioni di asset, ovvero Amundi, sta facendo già shopping, mentre nel 2021 Goldman Sachs ha raggiunto un accordo per acquistare la divisione di asset-management della compagnia di assicurazione olandese NN Group.

Per quanto riguarda BNP Paribas, il gigante francese sarebbe secondo Bloomberg aperto alla possibilità di utilizzare parte della liquidità in eccesso che ha accumulato con la vendita della sua divisione retail Usa, magari raggiungendo una intesa proprio con la divisione di gestione patrimoniale di Axa.

L’interesse per un accordo di joint venture con Axa si spiegherebbe tra l’altro con il fatto che, con la prospettiva di tassi di interesse dell’area euro destinati a scendere (una prospettiva il cui fondamento è però tutto da verificare, visto quanto emerso dalle ultime dichiarazioni della presidente della Bce Christine Lagarde, e anche dal dato relativo all’inflazione dell’area euro, che ha indicato una componente core ancora in solido rialzo) , le banche stanno cercando di diversificare le loro diverse fonti di entrate.

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Nel mese di febbraio, rispondendo a una domanda su Axa, il ceo di Monte dei Paschi Luigi Lovaglio aveva affermato come fosse evidente che le fabbriche prodotto consentissero “di generare un maggior gettito di commissioni, così da essere meglio equipaggiati quando i tassi scenderanno”.

“Le risorse ci permettono anche di ripensare al modello di business che oggi si basa su partnership – aveva sottolineato Lovaglio – Quindi quella con Axa non rappresenta più una criticità nel caso di operazioni”.