Notizie Notizie Mondo Trimestrali USA Apple: trimestrale 2 maggio, fari puntati su iPhone, Cina e AI

Apple: trimestrale 2 maggio, fari puntati su iPhone, Cina e AI

30 Aprile 2024 14:56

Apple sarà una delle ultime big di Wall Street a rilasciare i risultati. Dopo le trimestrali di Meta Platforms, Alphabet e Microsoft diffuse la scorsa settimana, oggi a mercati chiusi toccherà ad Amazon, mentre il produttore di iPhone pubblicherà i conti giovedì 2 maggio, a mercati chiusi. Ecco le prospettive sui risultati e le tematiche chiave da monitorare.

Le stime sui risultati di Apple

Per quanto riguarda i risultati del primo trimestre, il consensus raccolto da Bloomberg indica ricavi in diminuzione del 5% a 90,33 miliardi di dollari, un profitto operativo in calo del 2% a 27,64 miliardi e un Eps in flessione dell’1% a 1,50 dollari.

Le entrate da servizi dovrebbero attestarsi a 23,28 miliardi e quelle da prodotti a 66,95 miliardi, di cui: iPhone 45,76 miliardi, iPad 5,91 miliardi, Mac 6,79 miliardi e il segmento wearables, Home e Accessori 8,29 miliardi (2,77 mld da AirPods, 3,39 mld da Apple Watch e 503 milioni da Vision Pro, anche se questi dettagli non vengono forniti).

Le vendite in Cina sono previste a 12,7 miliardi, contro 20,82 miliardi del quarto trimestre 2023 e in riduzione del 25% su base annua, condizionate dalla concorrenza locale e da alcune restrizioni sull’utilizzo di smartphone esteri imposte dal governo a chi lavora in aziende o enti statali.

Ricavi da servizi previsti in aumento, vendite iPhone in calo

Le stime di Bloomberg Intelligence sono sostanzialmente in linea con il consensus e prevedono ricavi in flessione del 4,8% a 90 miliardi di dollari e un EPS in diminuzione dell’1,3% a $ 1,50, con un margine operativo in espansione di circa 85 punti base al 30,7% grazie ad un mix di servizi più efficiente.

Le entrate da servizi potrebbero aumentare dell’11,4% a 23 miliardi di dollari, in accelerazione rispetto al 5% di un anno prima, trainate da pubblicità e da iCloud. Le vendite di prodotti sono attese in calo del 9%, in scia al -11% di iPhone e iPad. Tuttavia, l’aumento dei prezzi medi di vendita legato al successo dell’iPhone 15 Pro Max potrebbe limitare la flessione di 200-300 punti base, nonostante una diminuzione delle consegne pari al 10% stimata da IDC.

I riacquisti di azioni proprie dovrebbero rimanere intorno a 20-21 miliardi di dollari, in linea con gli ultimi due trimestri, contribuendo a sostenere l’Eps.

Le previsioni di Apple sui ricavi per il terzo trimestre potrebbero però essere più deboli rispetto agli 83 miliardi di dollari del consensus, poiché probabilmente non ci sarà alcun cambiamento nel sentiment in merito alle pressioni in Cina.

Apple paga anche il ritardo sull’AI

Negli ultimi tempi Apple è stata parzialmente scaricata dagli investitori, accumulando una perdita intorno al 10% in borsa da inizio anno. Tra i fattori che hanno frenato il titolo, oltre alle problematiche in Cina, anche l’apparente assenza di visione sulla crescita futura e la mancanza di un piano per monetizzare il trend dell’intelligenza artificiale. Non a caso, le indiscrezioni sui nuovi chip in grado di sfruttare maggiormente l’AI hanno parzialmente acceso il titolo, poi affossato nuovamente dai dati deboli sulle consegne del primo trimestre.

Sul tema dell’AI si è parlato di un ipotetico accordo con Google per installare Gemini sugli iPhone, mentre le ultime indiscrezioni del Financial Times parlano di un nuovo laboratorio a Zurigo, nel quale Apple assemblerà un team di esperti AI provenienti da Alphabet per sviluppare nuovi modelli.

Analisti divisi sul titolo

I giudizi degli analisti raccolti da Bloomberg si dividono ora fra 33 Buy, 19 Hold e 5 Sell, con un target price medio di 196,7 dollari, a fronte del prezzo di chiusura di ieri a 173,5 dollari (+13% di upside potenziale).

Tuttavia, ci sono analisti che intravedono nella situazione attuale un’interessante opportunità di acquisto per le azioni dell’azienda di Cupertino. Dopo ben sei anni, Bernstein ha rivisto al rialzo la raccomandazione da market perform ad outperform, confermando il prezzo obiettivo di 195 dollari e consigliando di “acquistare la paura”.

Per gli analisti di Bernstein, il titolo è “meno costoso di quanto sembri” e tratta a multipli convenienti rispetto agli utili attesi. Inoltre, le preoccupazioni per il business in Cina potrebbero essere eccessive, poiché molte restrizioni sono già in vigore da anni e non sembrano destinate ad espandersi, mentre il business nel Paese asiatico è sempre stato esposto a oscillazioni al rialzo o al ribasso.