Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (27/02/25)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (27/02/25)

27 Febbraio 2025 15:39

Ci sono molteplici motivazioni per puntare sui titoli che pagano generosi dividendi. Innanzitutto, la distribuzione regolare delle cedole consente all’azionista di ottenere una fonte di reddito stabile e tendenzialmente prevedibile. Ma permette anche di mitigare gli effetti delle fluttuazioni dei prezzi, proteggendo il rendimento complessivo del portafoglio. Le società ad alto dividendo, inoltre, sono spesso aziende mature e finanziariamente solide, mediamente più difensive rispetto ad aziende con elevate prospettive di crescita ma più rischiose (“growth”). Ecco dunque una panoramica delle società del Ftse Mib con indicazione dei dividend yield attuali e stimati.

Perché puntare sui dividendi nell’attuale scenario di mercato

Come detto, i titoli che pagano corpose cedole offrono un giusto mix tra rendimento e protezione. Investire una parte del proprio portafoglio in aziende ad alto dividendo può quindi rivelarsi una strategia efficace per diverse tipologie di investitori, a maggior ragione in uno scenario potenzialmente volatile.

Il principale fattore di rischio è legato ai dazi che l’amministrazione Trump ha già annunciato, o sta valutando di imporre, nei confronti di diversi Paesi. La minaccia tariffaria incombe sulle proiezioni di crescita globale e potrebbe anche determinare una nuova ondata inflazionistica, ostacolando gli obiettivi delle banche centrali.

Negli Usa, la Fed sta adottando un approccio molto cauto ed è propensa a lasciare i tassi invariati ancora per qualche tempo. Alla luce di un’inflazione ancora elevata e di un mercato del lavoro solido l’istituto guidato da Jerome Powell può aspettare di valutare gli effetti delle politiche di Trump, anche se gli ultimi dati macro hanno leggermente incrinato le prospettive per l’economia a stelle e strisce.

I dazi preoccupano anche l’Europa, soprattutto dopo la minaccia di tariffe del 25% nei confronti dell’Ue. A differenza della sua omologa statunitense, però, la Bce è pronta a tagliare nuovamente i tassi già a marzo, dopo la riduzione effettuata a gennaio e le quattro dell’anno scorso. Gli ultimi dati sui salari hanno fornito rassicurazioni in ottica inflazionistica, lasciando spazio per un ulteriore allentamento.

Cos’è il dividend yield e come si calcola

Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:

(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.

Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si distinguono per gli elevati rendimenti da dividendo e le prospettive per il futuro rimangono incoraggianti. Nelle tabelle sottostanti i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield.

Per le società che hanno già comunicato il dividendo del 2025 (a valere sugli utili del 2024), viene evidenziato il dividend yield attuale (rapporto fra dividendo 2025 e prezzo attuale), mentre il prossimo dividendo stimato e il corrispondente dividend yield stimato fanno riferimento al 2026 (a valere sull’esercizio 2025). I titoli sono ordinati da quello che vanta il dividend yield più alto al più contenuto.

La maggior parte delle società di cui si conosce già il dividendo 2025 sono banche. Mps ha annunciato una cedola da 0,86 euro, per una distribuzione complessiva oltre il miliardo di euro e un dividend yield del 12,2% rispetto al prezzo attuale. Banco Bpm, tra acconto e saldo, ha proposto un dividendo cash da 1,0 euro (dividend yield del 10,4%) mentre Bper ha raddoppiato la cedola a 0,6 euro (dividend yield del 9,8%). Saipem tornerà quest’anno a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, con una distribuzione di almeno il 40% del free cash flow, quindi pari a 333 milioni di euro (circa 0,167 euro per azione).

Rendimenti elevati anche per Banca Mediolanum (7,3%), Banca Popolare di Sondrio (7,3%) e Intesa Sanpaolo (7,1%), quest’ultima con un dividendo complessivo di 0,341 euro (0,17 euro di acconto già pagato e 0,171 di saldo proposto). Tim prevede il ritorno al dividendo nel 2026, mentre Stellantis ha tagliato la cedola a 68 centesimi (da €1,55 del 2024).

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione 2025 (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a Dividend yield stimato
Banca MPS 7,07 0,8600 12,2% 0,8160 -5,1% 11,5%
Banco BPM 9,60 1,0000 10,4% 0,8100 -19,0% 8,4%
BPER Banca 7,31 0,6000 8,2% 0,7140 19,0% 9,8%
Saipem 2,28 0,1666 7,3% 0,0930 -44,2% 4,1%
Banca Mediolanum 13,71 1,0000 7,3% 0,7980 -20,2% 5,8%
Bca Pop Sondrio 11,00 0,8000 7,3% 0,6850 -14,4% 6,2%
Intesa Sanpaolo 4,78 0,3410 7,1% 0,3680 7,9% 7,7%
Poste italiane 15,35 1,0800 7,0% 1,0970 1,6% 7,1%
Eni 14,33 1,0000 7,0% 1,0390 3,9% 7,3%
Italgas 6,20 0,4060 6,6% 0,4140 2,0% 6,7%
Unipol Gruppo 14,29 0,8500 5,9% 0,9400 10,6% 6,6%
Stellantis 12,57 0,6800 5,4% 0,7930 16,6% 6,3%
UniCredit 50,62 2,4000 4,7% 3,0730 28,0% 6,1%
Tenaris (*) 18,05 0,8300 4,6% 0,8200 -1,2% 4,5%
FinecoBank 17,98 0,7400 4,1% 0,7510 1,5% 4,2%
Iveco Group 15,26 0,3300 2,2% 0,4160 26,1% 2,7%
Moncler 65,22 1,3000 2,0% 1,2800 -1,5% 2,0%
STMicroelectronics (*) 24,76 0,2600 1,1% 0,3360 29,2% 1,4%
Ferrari 444,60 2,9860 0,7% 3,0590 2,4% 0,7%
Telecom Italia 0,27 0,0080 3,0%

(*) Dividendo in dollari

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 27 febbraio 2025

Per le altre società vengono indicati l’ultimo dividendo complessivo distribuito (2024, a valere sugli utili del 2023) e la cedola stimata per quest’anno. Le aziende sono quindi ordinate sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato (relativo agli utili 2024) e il prezzo corrente.

Tra le migliori Mediobanca (6,7%), Enel (6,6%) e Snam (6,3%). In coda alla classifica si confermano Brunello Cucinelli (0,8%), Leonardo (0,8%) e Interpump (0,8%), mentre Nexi non distribuirà cedole.

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione 2024 (€) Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a Dividend yield stimato
Mediobanca (**) 17,06 1,0700 1,1470 7,2% 6,7%
Enel 6,99 0,4300 0,4580 6,5% 6,6%
Snam 4,63 0,2820 0,2900 2,8% 6,3%
Azimut 26,11 1,3800 1,4650 6,2% 5,6%
Inwit 9,65 0,4800 0,5090 6,0% 5,3%
Terna 7,99 0,3396 0,3810 12,2% 4,8%
A2A 2,19 0,0958 0,1000 4,4% 4,6%
Pirelli&C 6,11 0,1980 0,2720 37,4% 4,5%
Generali Assicurazioni 31,73 1,2800 1,3940 8,9% 4,4%
Hera 3,69 0,1400 0,1500 7,1% 4,1%
Recordati 54,25 1,2000 1,5160 26,3% 2,8%
Buzzi 43,94 0,6000 0,7150 19,2% 1,6%
Prysmian 60,82 0,7000 0,9050 29,3% 1,5%
STMicroelectronics (*) 24,76 0,3600 0,3360 -6,7% 1,4%
Amplifon 24,55 0,2900 0,3060 5,5% 1,2%
Campari 5,70 0,0650 0,0660 1,5% 1,2%
Diasorin 100,35 1,1500 1,1250 -2,2% 1,1%
Interpump Group 36,62 0,3200 0,3300 3,1% 0,9%
Leonardo 38,79 0,2800 0,3400 21,4% 0,9%
Brunello Cucinelli 125,10 0,9100 0,9790 7,6% 0,8%
Nexi 4,64

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 27 febbraio 2025

Le prossime cedole a Piazza Affari

Ecco i dividendi sinora confermati fino a maggio 2025. Tra le società del Ftse Mib (in grassetto), per quanto noto ad oggi, Stm metterà in pagamento dal 26 marzo (stacco il 24) la quarta tranche trimestrale del dividendo complessivo da 0,36 dollari.

Il 22 aprile staccheranno il dividendo Ferrari, Iveco Group, Stellantis e Unicredit (saldo di 1,4764 euro dopo l’acconto di 0,9261 euro pagato a novembre).

Il 19 maggio toccherà a Banco Bpm (saldo di 0,6 euro dopo l’acconto di 0,4 euro di novembre), Finecobank, Italgas, Moncler e Tenaris (dopo l’acconto di 0,27 euro pagato a novembre).

Società Data stacco dividendo Data pagamento dividendo Cedola Note Dividendo complessivo
Banca Generali 24/02/2025 26/02/2025 0,6 Saldo 2,15
STMicroelectronics (*) 24/03/2025 26/03/2025 0,09 4^ tranche 0,36
Ferrari 22/04/2025 24/04/2025 2,986
Iveco Group 22/04/2025 24/04/2025 0,33
Stellantis 22/04/2025 24/04/2025 0,68
Unicredit 22/04/2025 24/04/2025 1,4764 Saldo 2,4025
Edison 28/04/2025 30/04/2025 0,06
Anima Holding 19/05/2025 21/05/2025 0,45
Banca Generali 19/05/2025 21/05/2025 2,15 Acconto 2025 2,8
Banco Bpm 19/05/2025 21/05/2025 0,6 Saldo 1
Finecobank 19/05/2025 21/05/2025 0,74
Italgas 19/05/2025 21/05/2025 0,406
Moncler 19/05/2025 21/05/2025 1,3
Tenaris 19/05/2025 21/05/2025 0,56 Saldo 0,83

(*) Dividendo in dollari

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.

* Le presenti informazioni vengono fornite al solo scopo educativo e non rappresentano consigli d’investimento o suggerimenti personali. Tali informazioni non devono quindi essere interpretate come offerte o solleciti di compravendita di strumenti finanziari.