Notizie Notizie Italia Tim, remunerazione soci (dividendo o buyback) e risiko tlc: le precisazioni del ceo Labriola

Tim, remunerazione soci (dividendo o buyback) e risiko tlc: le precisazioni del ceo Labriola

Pubblicato 13 Febbraio 2025 Aggiornato 14 Febbraio 2025 17:02

Titolo Tim osservato speciale oggi a Piazza Affari dopo i conti in crescita e il nuovo piano che promette il ritorno al dividendo (che manca dal 2021). Mentre il mercato attende di capire meglio come andranno a incastrarsi le tessere del puzzle del risiko delle tlc dopo le innumerevoli ipotesi speculative che vedono Tim accanto a diversi attori (Poste, Iliad ma anche alcuni fondi), sotto la lente le parole del ceo Pietro Labriola.

“Il 2024 è stato un anno di trasformazione, con completamento di iniziative chiave”, ha rimarcato il ceo Pietro Labriola, aprendo la conference call odierna. “Tim è oggi una società diversa e possiamo nuovamente controllare il nostro futuro“. Dopo le voci dell’ultimo periodo, sono attese domande proprio sul tema del consolidamento.

Intanto il titolo Tim, dopo una partenza sopra quota 0,31 euro, resta in preda alla volatilità di fronte ai diversi fronti aperti: da una parte i conti e il piano, dall’altra le voci relative al risiko nelle tlc.

Remunerazione agli azionisti e risiko alcuni dei temi a cui il management guidato da Pietro Labriola ha risposto oggi nella parte conclusiva della conference call dedicata alle domande degli analisti.

Remunerazione soci e risiko: Labriola risponde

Molte le domande che si sono concentrate sul capitolo relativo alla remunerazione agli azionisti, che torna in Telecom Italia. “La remunerazione agli azionisti è importante per tornare ad essere “normali” – afferma il ceo Pietro Labriola nel corso della conference call -. La definizione della remunerazione verrà determinata nel 2026, ma il nostro obiettivo è essere market friendly”.

Rispondendo a una domanda sullo scenario di consolidamento, il ceo Pietro Labriola ammette che è fondamentale. “Da un punto di vista industriale, lo abbiamo già detto nel 2022 che per M&A Iliad e Poste sono le sole possibilità. Ora sono passati tre anni e tutti lo stanno dicendo”. E aggiunge: “Io non ho preferenze, l’importante è il risultato per l’azienda senza distrazioni”.

Tutti i numeri del 2024

Ieri il consiglio di amministrazione di Tim ha esaminato i dati preconsuntivi al 31 dicembre 2024, con ricavi per 14,5 miliardi di euro, in crescita del 3,1% (+1,5% nel domestico a 10,2 miliardi, +6,8% in Brasile a 4,4 miliardi), e ricavi da servizi che hanno mostrato un aumento del 3,4% anno su anno a 13,5 miliardi (+2% nel domestico a 9,3 miliardi, +6,6% in Brasile a 4,2 miliardi). Nel periodo in esame l’Ebitda ha registrato un rialzo dell’8,3% su base annua a 4,3 miliardi (+8,3% nel domestico a 2,2 miliardi, +8,3% in Brasile a 2,2 miliardi).

Indicazioni positive dal capitolo debito, con l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease del gruppo al 31 dicembre 2024 che è sceso sotto 7,3 miliardi di euro, in calo di 0,8 miliardi di euro rispetto, spiega la società, al valore immediatamente successivo al perfezionamento della cessione di NetCo, grazie alla generazione organica di cassa del secondo semestre e alla cessione della partecipazione residua in Inwit, perfezionata a novembre. Il gruppo ha dunque raggiunto l’obiettivo di deleverage indicato, con un rapporto fra l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease e l’Ebitda organico after lease inferiore a 2 volte.

“Il 2024 è stato un anno di grande trasformazione per il nostro Gruppo, segnato dal completamento della cessione di NetCo e dal rafforzamento della nostra posizione neimercati di riferimento. Per il terzo anno consecutivo abbiamo centrato tutti gli obiettivi fissati, trasformando l’azienda in un Gruppo più solido e focalizzato“. Queste le prime considerazioni, contenute nel comunicato stampa diffuso ieri, di Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, che ha ricordato: “abbiamo portato a compimento l’ultimo tassello del piano presentato nel 2022, approvando la vendita di Sparkle al Mef e Retelit”.  Anche grazie all’incasso relativo a questa offerta, ha aggiunto il manager, puntiamo a ripristinare la remunerazione per gli azionisti dal 2026 e prevediamo, per il biennio successivo, un payout pari al 70% della cassa generata.

Torna la remunerazione ai soci nel nuovo piano

Uno degli annunci principali del nuovo piano strategico 2025-2027 è che Tim tornerà a remunerare i soci. Nella nota diffusa ieri il gruppo guidato da Labriola indica che “grazie alla generazione di cassa prevista dal piano verrà ridotta ulteriormente la leva e verrà ripresa la remunerazione degli azionisti, mantenendo al contempo flessibilità finanziaria e una solida struttura del capitale”.

Nel dettaglio, per gli esercizi 2026 e 2027, Telecom Italia punta a remunerare i propri azionisti con un importo pari a circa il 70% dell’equity free cash flow after lease generato, al netto dei dividendi per le minoranze di Tim Brasil, per una remunerazione di circa 0,5 miliardi di euro nel 2027 e circa 0,6 miliardi di euro nel 2028. La società punta, inoltre, a riconoscere ai propri azionisti, nel corso del 2026, un’ulteriore remunerazione legata alla vendita di Sparklee pari a circa il 50% dell’incasso (circa 0,35 miliardi di euro).

La remunerazione degli azionisti, spiega Tim in una nota, sarà soggetta alla disponibilità di riserve distribuibili, all’approvazione del consiglio di amministrazione e dell’assemblea.

I target finanziari

In evidenza anche l’aggiornamento dei target finanziari del gruppo nel piano (si tratta di dati organici, esclusi Sparkle e gli effetti del rimborso del canone concessorio 1998). Il gruppo stima una crescita di circa il 3% medio annuo nell’arco di piano dei ricavi dai 13,7 miliardi del 2024, con Tim Domestic che dovrebbe generare ricavi in rialzo del 2-3% medio annuo. Per il 2025 attesa una crescita tra il 2 e il 3% per il gruppo e tra l’1 e il 2% per Tim Domestic.

L’ebitda after lease è, invece, visto in crescita tra il 6 e il 7% medio annuo nell’arco di piano (cagr 2024-2027), mentre per Tim Domestic è visto in rialzo del 5-6% medio annuo. Nel 2025 è attesa una crescita del 7% e del 5-6% per la divisione Domestic. L’equity free cash flow after lease è visto a 500 milioni nel 2025, 900 milioni nel 2026 e a 1,1 miliardi nel 2027, per un totale di circa 2,5 miliardi di euro cumulati in arco di piano. Prevista, infine, la riduzione organica dell’indebitamento di Gruppo, “con un rapporto debito netto after Lease/Ebitda after lease inferiore a 1,9 volte nel 2025”.

“I messaggi su delivery dei target 2024, trend di crescita 2025-27, profilo di generazione di cassa (migliorativa rispetto al piano precedente che vedeva un 2025 ancora a zero deleverage) e ritorno alla remunerazione degli azionisti ci sembrano gli elementi più rilevanti e di supporto per il titolo”, segnalano gli analisti di Equita Sim.

Fissato anche il “tassello vendita Sparkle”

Sempre ieri il board ha esaminato l’offerta vincolante per l’acquisto della partecipazione totalitaria detenuta da Tim in Sparkle, arrivata da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e da Retelit. Il board, all’esito di un ampio e approfondito esame, condotto con l’assistenza di primari advisor finanziari (Vitale & Co, Goldman Sachs e Mediobanca) e legali (Gatti Pavesi Bianchi Ludovici Studio legale associato), ha approvato all’unanimità, e con parere favorevole del comitato parti correlate, l’offerta presentata dal Mef e Retelit, che valorizza Sparkle 700 milioni di euro.

La firma dei contratti, si legge nella nota, avverrà entro l’11 aprile 2025 e il perfezionamento della cessione è atteso entro il primo trimestre del 2026, una volta completate le attività propedeutiche, tra cui l’ottenimento delle autorizzazioni Antitrust e in materia di Golden Power. La valutazione dell’offerta di acquisto ha seguito le previsioni relative alle operazioni con parte correlata di maggiore rilevanza, ai sensi della normativa applicabile, qualificandosi tale il Mef, ai sensi dello IAS 28.

Poste e le potenziali mosse su quote Tim e Nexi: un cda potrebbe arrivare entro il weekend

Anche oggi “Il Corriere della Sera” torna alla carica sulle prossime mosse di Poste Italiane nel dossier Tim. “Nei prossimi giorni è atteso lo scambio azionario tra Poste e Cassa Depositi e prestiti – ricordano da via Solferino -. Poste rileverebbe da Cdp il 9,8% di Tim e in cambio le darebbe il suo 3,8% di Nexi più un conguaglio in denaro“. Un’operazione che inizialmente dovrebbe essere solo finanziaria, ma con possibili valutazioni future a livello di collaborazioni industriali.

Tengono banco anche le più recenti indiscrezioni di Reuters che anticipano che dovrebbe tenersi entro il fine settimana un consiglio di Poste Italiane per esaminare il possibile ingresso nel capitale di Telecom Italia. Una fonte aggiunge che anche Cdp potrebbe convocare già nel fine settimana un board per valutare l’operazione.

 

Di seguito la composizione dell’azionariato attuale di Tim.