Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Fed in stand-by sui tassi: cosa aspettarsi dopo le minute di gennaio

Fed in stand-by sui tassi: cosa aspettarsi dopo le minute di gennaio

20 Febbraio 2025 11:15

La Fed non ha fretta di abbassare i tassi, e lo ribadisce con forza nelle minute della riunione del 28-29 gennaio. I verbali, diffusi ieri sera, mostrano una banca centrale ferma nella sua strategia: prima di qualsiasi allentamento monetario, serviranno prove più concrete di un raffreddamento dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Ma tra deficit elevato, dazi e le altre politiche di Trump i rischi di una nuova fiammata dei prezzi sono dietro l’angolo.

Tassi di interesse stabili finché l’inflazione non rallenta

I funzionari della banca centrale statunitense hanno ribadito la necessità di ulteriori progressi sull’inflazione prima di procedere con eventuali nuovi tagli dei tassi.

Dopo aver ridotto il costo del denaro di un punto percentuale negli ultimi mesi del 2024, i responsabili della Fed hanno adottato un approccio prudente, ribadendo che i tassi potrebbero rimanere su livelli restrittivi fintanto che l’economia si manterrà solida e l’inflazione elevata, come sottolineato di recente dallo stesso presidente Jerome Powell. Attualmente, il tasso di riferimento si trova nell’intervallo tra il 4,25% e il 4,5%.

Fed teme incognite da politiche Trump

L’incertezza sulle future politiche economiche dell’ex presidente Donald Trump rappresenta un ulteriore elemento di rischio per la Fed.

I piani della nuova amministrazione prevedono un aumento generalizzato delle tariffe commerciali (in arrivo dazi del 25% su auto, semiconduttori e farmaceutici dal 2 aprile) e una stretta sull’immigrazione, misure che potrebbero avere un impatto significativo sull’inflazione, il mercato del lavoro e la crescita economica.

In particolare, i funzionari ritengono che un cambiamento delle politiche commerciali e migratorie, unito alle tensioni geopolitiche e a una domanda interna più forte del previsto, possa avere un impatto rialzista sui prezzi, riaccendendo i timori inflazionistici.

Gli altri temi delle minute

Un altro tema affrontato nelle minute riguarda l’incertezza relativa al tetto del debito degli Stati Uniti. Alcuni funzionari, infatti, sono preoccupati per le fluttuazioni delle riserve e hanno discusso dell’opportunità di sospendere o rallentare la riduzione del bilancio della Fed fino alla risoluzione di questa problematica.

Al momento, la banca centrale sta lasciando maturare fino a 25 miliardi di dollari in Treasury e 35 miliardi di dollari in mortgage-backed securities senza reinvestire il capitale rimborsato. I funzionari hanno ipotizzato anche modifiche alla composizione del bilancio, per ridurre i rischi di turbolenze sui mercati.

Infine, hanno avviato la revisione quinquennale del framework di politica monetaria, con focus soprattutto sulle lezioni apprese dall’ondata inflazionistica post-pandemia e sulla comunicazione della banca centrale.

Le previsioni sui tassi Fed per marzo e oltre

Nonostante i toni poco accomodanti della Fed, i mercati hanno reagito in maniera composta. I rendimenti dei Treasury hanno persino registrato una lieve discesa, con il biennale (più sensibile alla politica monetaria) in area 4,26% e il decennale al 4,52%.

Il dollaro ha subito un leggero indebolimento, mentre i future sui Fed Funds scontano con certezza almeno un taglio nel 2025, tra luglio e settembre, assegnando buone probabilità (intorno al 55%) ad una seconda riduzione.

Pertanto, a marzo la banca centrale manterrà quasi certamente il costo del denaro invariato, in attesa di valutare ulteriori dati, prevalentemente su inflazione e mercato del lavoro, oltre alle politiche di Trump e i risvolti geopolitici internazionali.