Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (26/06/25)

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L’investimento in dividendi offre un valore aggiunto significativo, specialmente per gli investitori orientati al lungo periodo. I flussi di cassa regolari, che si sommano al capital gain, accrescono l’attrattiva del mercato azionario, rendendolo interessante anche per chi adotta una strategia più conservativa. Questo perché i dividendi contribuiscono a generare reddito passivo, migliorando la gestione complessiva del rischio. Ecco una panoramica delle società del FTSE MIB con i dividend yield più elevati, basata sui dati attuali e sulle stime future.
Perché puntare sui dividendi
Le tensioni geopolitiche sono passate in secondo piano, lasciando nuovamente spazio ai temi dominanti di questa prima parte dell’anno: dazi e politica monetaria.
In attesa di capire se Usa e UE raggiungeranno un accordo per evitare l’entrata in vigore delle tariffe previste per il 9 luglio, con eventuali ritorsioni già allo studio da parte del Vecchio Continente, ieri Trump ha minacciato di raddoppiare le sanzioni contro la Spagna, vista l’opposizione del Paese iberico all’aumento degli investimenti per la difesa da parte degli alleati della Nato.
L’attenzione però si è concentrata soprattutto sulle indiscrezioni secondo cui il presidente americano potrebbe annunciare un sostituto di Powell alla guida della Fed entro settembre-ottobre, dopo le ripetute critiche rivolte al governatore della banca centrale per la sua resistenza ad abbassare i tassi di interesse.
Con i mercati nuovamente sui massimi (e la possibilità di monetizzare il rally post Liberation Day) l’estate potrebbe ancora riservare sorprese e picchi di volatilità, spingendo gli investitori a cercare soluzioni stabili e affidabili. In questo contesto, i titoli ad alto dividendo possono rappresentare un compromesso interessante fra rischio e rendimento.
Cos’è il dividend yield e come si calcola
Per valutare correttamente i dividendi di un’azienda, non basta guardare solo l’importo della cedola, ma è necessario calcolare il dividend yield, un indicatore percentuale che mette in relazione il dividendo annuale per azione con il prezzo di mercato del titolo.
La formula di riferimento è:
(Dividendo annuale per azione / Prezzo corrente dell’azione) × 100
Il dividend yield è uno strumento essenziale per confrontare efficacemente diverse società in termini di remunerazione sul capitale investito. Generalmente, un yield più elevato rende un titolo più attraente per chi cerca entrate stabili.
Si tratta comunque di un parametro statico, che non tiene conto dei rischi intrinseci dell’azienda né di eventuali variazioni future nella politica di distribuzione dei dividendi.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield
La tabella seguente classifica i titoli del Ftse Mib per il dividend yield in ordine decrescente, calcolato sul dividendo 2025 (riferito agli utili 2024) e il prezzo attuale. Sono incluse anche le stime per il dividendo e il dividend yield del 2026 (sui risultati 2025).
Le società finanziarie dominano la parte alta della classifica: Mps spicca con l’11,7%, seguita da Banco BPM (10,1%). Tra le prime posizioni troviamo anche BPER (7,9%), Intesa Sanpaolo (7,1%) e Banca Popolare di Sondrio (6,9%).
In evidenza pure Stellantis (8,1%), sebbene le previsioni indichino una diminuzione per il prossimo anno, e due nomi dell’oil & gas: Saipem (7,5%) ed Eni (7,3%). Un’eccezione è TIM, l’unica società del FTSE MIB a non aver distribuito dividendi per il 2024 (l’ultimo risale al 2021); tuttavia, si prevede che riprenda le distribuzioni il prossimo anno.
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a | Dividend yield stimato |
Banca MPS | 7,38 | 0,8600 | 11,7% | 0,8540 | -0,7% | 11,6% |
Banco BPM | 9,88 | 1,0000 | 10,1% | 1,0030 | 0,3% | 10,1% |
Stellantis | 8,43 | 0,6800 | 8,1% | 0,5420 | -20,3% | 6,4% |
BPER Banca | 7,56 | 0,6000 | 7,9% | 0,7740 | 29,0% | 10,2% |
Saipem | 2,28 | 0,1700 | 7,5% | 0,1560 | -8,2% | 6,9% |
Eni | 13,70 | 1,0000 | 7,3% | 1,0480 | 4,8% | 7,6% |
Intesa Sanpaolo | 4,83 | 0,3410 | 7,1% | 0,3720 | 9,1% | 7,7% |
Bca Pop Sondrio | 11,60 | 0,8000 | 6,9% | 1,0870 | 35,9% | 9,4% |
Banca Mediolanum | 14,51 | 1,0000 | 6,9% | 0,7980 | -20,2% | 5,5% |
Azimut | 27,09 | 1,7500 | 6,5% | 1,6440 | -6,1% | 6,1% |
Poste italiane | 17,97 | 1,0800 | 6,0% | 1,1920 | 10,4% | 6,6% |
Enel | 8,04 | 0,4700 | 5,8% | 0,4810 | 2,3% | 6,0% |
Snam | 5,07 | 0,2905 | 5,7% | 0,3000 | 3,3% | 5,9% |
Italgas | 7,16 | 0,4060 | 5,7% | 0,4320 | 6,4% | 6,0% |
Tenaris (*) | 15,30 | 0,8300 | 5,4% | 0,8530 | 2,8% | 5,6% |
Mediobanca (**) | 19,91 | 1,0700 | 5,4% | 1,1440 | 6,9% | 5,7% |
Unipol Gruppo | 16,88 | 0,8500 | 5,0% | 0,9650 | 13,5% | 5,7% |
Inwit | 10,38 | 0,5156 | 5,0% | 0,5750 | 11,5% | 5,5% |
Nexi | 5,08 | 0,2500 | 4,9% | 0,2550 | 2,0% | 5,0% |
Generali Assicurazioni | 30,00 | 1,4300 | 4,8% | 1,5750 | 10,1% | 5,3% |
Terna | 8,60 | 0,3962 | 4,6% | 0,3990 | 0,7% | 4,6% |
A2A | 2,27 | 0,1000 | 4,4% | 0,1000 | 0,0% | 4,4% |
Pirelli&C | 5,79 | 0,2500 | 4,3% | 0,2610 | 4,4% | 4,5% |
UniCredit | 56,42 | 2,4025 | 4,3% | 3,1490 | 31,1% | 5,6% |
FinecoBank | 19,09 | 0,7400 | 3,9% | 0,7680 | 3,8% | 4,0% |
Hera | 4,07 | 0,1500 | 3,7% | 0,1600 | 6,7% | 3,9% |
Moncler | 47,68 | 1,3000 | 2,7% | 1,2660 | -2,6% | 2,7% |
Recordati | 53,90 | 1,2700 | 2,4% | 1,4870 | 17,1% | 2,8% |
Iveco Group | 15,74 | 0,3300 | 2,1% | 0,4590 | 39,1% | 2,9% |
Buzzi | 45,56 | 0,7000 | 1,5% | 0,7890 | 12,7% | 1,7% |
STMicroelectronics (*) | 25,54 | 0,3600 | 1,4% | 0,3550 | -1,4% | 1,4% |
Prysmian | 56,86 | 0,8000 | 1,4% | 0,8920 | 11,5% | 1,6% |
Amplifon | 20,83 | 0,2900 | 1,4% | 0,3080 | 6,2% | 1,5% |
Diasorin | 94,14 | 1,2000 | 1,3% | 1,2350 | 2,9% | 1,3% |
Campari | 5,57 | 0,0650 | 1,2% | 0,0670 | 3,1% | 1,2% |
Leonardo | 47,20 | 0,5200 | 1,1% | 0,4890 | -6,0% | 1,0% |
Interpump Group | 34,28 | 0,3300 | 1,0% | 0,3360 | 1,8% | 1,0% |
Brunello Cucinelli | 100,50 | 0,9400 | 0,9% | 1,0480 | 11,5% | 1,0% |
Ferrari | 404,20 | 2,9860 | 0,7% | 3,0990 | 3,8% | 0,8% |
Telecom Italia | 0,41 | 0,0000 | 0,0% | 0,0050 | – | 1,2% |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2024; per quest’anno la società ha già distribuito un acconto di €0,56
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 26 giugno 2025
Enel stacca il dividendo a luglio (saldo)
Questo lunedì hanno staccato il dividendo Hera, Leonardo, Pirelli, Poste Italiane, Snam, Stm e Terna. Per la società di semiconduttori si è trattato della prima tranche del dividendo 2025, mentre Poste, Snam e Terna hanno pagato i rispettivi saldi dopo gli acconti di novembre/gennaio.
La prossima società del Ftse Mib a staccare una cedola sarà Enel, il prossimo 21 luglio: in particolare, sarà il saldo di 0,255 euro sul dividendo 2025, dopo l’acconto di 0,215 euro pagato a gennaio.